CONTINUA LA MOBILITAZIONE IN FRANCIA – T.Ferigo – Studenti e codice del lavoro –
Continuano in Francia le dimostrazioni di studenti di tutti gli ordini di scuola. Come sempre i dati sulla partecipazione sono diversi, a seconda delle fonti, certamente altalenanti. E' un mese che questa mobilitazione è attiva e che, come ben sottolinea l'articolo in allegato, va oltre il rifiuto della proposta di legge sul nuovo codice de lavoro. Un gruppo di giovani, richiamandosi alla esperienza degli “indignados” in Spagna, staziona in permanenza in Piazza della Repubblica a Parigi. Lo stesso avviene in altre importanti città francesi.
Il movimento che si è definito, significamene, “notte in piedi”, è vissuto dai partecipanti come “uno spazio di incontro, di discussione aperta”, “finalmente ci si parla“, “siamo indipendenti da tutti i partiti. Non vogliamo farci recuperare da una politica lontana”.
Alle manifestazioni, l'ultima il 9 Aprile, hanno aderito alcuni sindacati degli studenti, la storica UNEF (Unione Nazionale Studenti francesi) vicina al PSF, così come l'altro sindacato minore FAGE e quello degli studenti dei licei (SGL). Dei sindacati confederali la CGT e FO, che chiedono il ritiro della legge, hanno dato il loro sostegno. Molti loro militanti sfilano insieme agli studenti. Sono presenti anche membri della federazione industria della CFDT in dissidio con la loro Confederazione che si è dichiarata “parzialmente favorevole“ dopo le modifiche alla legge apportate dal governo.
Vi sono punti importanti di quanto succede in Francia, anche per nostre considerazioni:
- La riforma del codice del lavoro è uno dei cavalli di battaglia del governo del “ decisionista” primo ministro Manuel Valls, che non nasconde la sua sintonia con Matteo Renzi. Centralizzare, anzi, personalizzare la decisione senza troppe discussioni. La filosofia della riforma è “più flessibilità per creare occupazione“. Alcuni articoli del nuovo codice sono chiaramente orientati a rendere più snelli, (e facili) licenziamenti individuali e riduzioni del personale per motivi economici. Allungamento dell'orario di lavoro sulla base di accordi aziendali. Svuotamento dei contratti collettivi di categoria. Dopo le critiche di tutti i sindacati il governo ha, oltre che incontrarli, modificato gli articoli più contestati.
Manuel Valls che minacciava di varare la legge saltando il dibattito all'assemblea nazionale – possibilità prevista dalla costituzione – ha smesso le vesti di decisionista e vestite quelle di uomo di dialogo, non senza l'ironia di molti commentatori e il disappunto della Confindustria francese.
Insomma la mobilitazione sociale ha portato a più miti consigli chi governa in Francia e soprattutto a un confronto vero con le forze sociali. Ne sarà forse deluso il nostro primo ministro che nel corso di un seminario Italia-Francia aveva augurato al Presidente Hollande di raggiungere in breve tempo l'Italia nelle riforme sul lavoro. Esaltando i risultati del job act, divenuto per lui, termine di paragone oltre primizia da esportare.
- La reazione delle forze politiche ,in primo luogo nel Partito Socialista. Alle dure critiche previste della minoranza di sinistra definita “la fronda”, siamo pur sempre in Francia, si sono udite anche voci di dirigenti nazionali e locali e politici socialisti storici, Martine Aubry in testa. Alcuni hanno minacciato di non votare la legge nell'Assemblea Nazionale, molti sono preoccupati dalla reazione della base. Si sono avute addirittura manifestazioni di iscritti e attivisti. Un movimento sociale può anche influire, non poco, sulla dinamica politica riaprendo discussioni di fondo sulla linea del partito, la sua cultura, il funzionamento.
- La riforma del codice del lavoro è stata la scintilla che ha innescato il divampare del movimento giovanile. Sin dal primo momento a manifestazioni sindacali si sono unite non solo associazioni giovanili ,ma vi hanno partecipato migliaia di giovani denunciando la loro condizione di incertezza e precarietà. In molte scuole si sono tenute assemblee proprio per conoscere e valutare la legge. Al centro di questa unità c'è il lavoro; il suo rispetto, importanza nella vita,non mercificazione. Attraverso internet sono state raccolte più di un milione di firme e, più importante, sono comparse testimonianze su cosa è il lavoro per la generazione di oggi. (vedi allegato).
Tra le molte dichiarazioni di politici, insegnanti, ci sembrano significative: quelle del deputato, ex ministro e possibile candidato alle presidenziali del MPR, (il partito di Sarkozy) F. Fillon, “e' intollerabile che si permettano queste manifestazioni mentre il paese è in stato di sicurezza”: quella di una preside di un liceo che dopo il blocco della sua scuola ha detto a Le Monde di ” essere stata presa tra il desiderio di non rompere il filo con gli studenti, una certa fierezza di vederli diventare cittadini, e il timore che ci si possa trovare sotto una dittatura dell'indignazione”.
Infine il commento di un alto funzionario del ministero dell'educazione. “gli studenti, come tutti i movimenti sociali, sono come il dentifricio: una volta uscito dal tubetto non si sa come farlo rientrare”. Una metafora un po' abusata ma che resta d'attualità soprattutto se c'è il futuro del lavoro di mezzo, oltre che alleanze con chi nel lavoro c'è. Almeno in Francia.
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Allegato:
la_sfida_degli_youtuber.doc
job_act_francese_e_la_rivolta_dei_giovani.doc
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