BONANNI..DIMISSIONI AD ALTA VELOCITA’ – A.Serafino – fulmine a ciel sereno e..odor di bruciato –
Bonanni accelera la successione. Alla guida della Cisl dal 2006, Raffaele Bonanni anticipa l’uscita prevista per il 2015. Oggi (24 settembre) presenterà le sue dimissioni al gruppo dirigente e con ciò decadrà tutta la segreteria confederale. Comincia un percorso che porterà al rinnovamento dei vertici di Via Po con il Consiglio generale, probabilmente nella prima decade di ottobre. Bonanni al Tg3: la linea della Cisl non cambia, quello che conta è la lotta al lavoro precario.
Questo è il testo in prima pagina di Conquiste del lavoro di Mercoledì 24 settembre 2014. Chiunque sia un po’ impratichito “di quel bosco” dei palazzi dei vertici sindacali e del lessico utilizzato in situazioni di “grande terremoto” interno, non può che sorridere ironico su quelle righe, dando credito (seppure non ci siano e non ci saranno in futuro prove) delle voci raccolte e pubblicate sul web http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2014/09/23/bonanni-quei-pasticci-con-la-pensione/ che narrano di dimissioni né annunciate, né volontarie, ma imposte!
Ci sarebbe stato un dossier interno che accuserebbe Raffaele Bonanni (minaccerà querele?) di aver elevato la sua retribuzione ( forse quella dichiarata per versare i contributi) a livelli mai praticati in Cisl per poter costruirsi un pensione se non d’oro almeno d’argento.
http://www.huffingtonpost.it/2014/09/23/raffaele-bonanni-lascia-cisl_n_5868722.html
Quando un dirigente sindacale, in periferia come al centro, saluta e fa le valigie in 24-48 ore, ha quasi sempre voluto dire che c’era odor di bruciato su problemi interni, in genere su cose strane amministrativamente. Così dice la nostra storia cislina.
Potrebbe essere così anche per questo clamoroso e troppo frettoloso avvicendamento di Bonanni, paragonabile ad un “fulmine a ciel sereno” ? L’onnipotente Raffaele Bonanni potrebbe essere stato di fatto “ un licenziamento" , poi formalmente trasformato in dimissioni volontarie, con il Consiglio Generale in piedi ad applaudirlo? Chissà.
Le notizie captate e rilanciate ( 23 settembre) dai blog possono avere un fondo di credibiltà o sono solo montature? Eppure quei blog sono diretti da giornalisti autorevoli e affidabili. Sono, invece, più attendibili le versioni ufficiali recepite dalle redazione dei principali media?
Mah?! Però quel "fulmine a ciel sereno"….lascia uno strascico, un vago odor di bruciato di questioni molto interne alla Cisl. Comunque sia una carriera sindacale che finisce nell'ombra del dubbio lascia amarezza in molti di noi, chi ha una tessera Cisl in tasca, magari da tanti anni. Una conclusione affrettata, come è stata – però ben diversa – quella di altri dirigenti sindacali della Cisl che proprio lui mise a termine con metodo brusco, anche quando non lo meritavano proprio.
E la mente non può che andare, emblematicamente, a Savino Pezzotta, battagliero e onesto segretario generale della Cisl: fu proprio Raffaele Bonanni a forzare la mano oltre misura perché lasciasse l’incarico ben prima dei termini convenuti a Congresso. E quell’improvvido gesto contribuì a rendere più cinica la Cisl, perdendo parecchio del proprio Dna in materia di trasparenza e qualità dei rapporti.
L’accesso alla massima carica della Cisl di Bonanni fu (nel 2006) certamente accelerato, così come le sue dimissioni …sono salite sull’alta velocità!
Ma la storia vera difficilmente sarà ricostruita. In poche ore, in pochi giorni l'organizzazione "farà quadrato" per difendere la versione ufficiale data dallo stesso Raffaele Bonanni, che il giorno dopo è stata fedelmente ripresa e commentata dai principali quotidiani nazionali. ( vedi allegati)
Però….passate 48 ore alcuni cronisti sono ritornati sulle voci relative alla pensione di Raffaele Bonanni. Tra questi il Fatto Quotidiano con l'articolo "Pensioni d'oro:Bonanni s'è alzato la paga" di Salvatore Cannavò (allegato).
Ci saranno dirigenti Cisl, nel Consiglio Generale Cisl, nel territorio, che capiranno che su un simile fatto non si può stare in silenzio? Potrebbe finalmente accadere. E' semplicemente scandaloso, inacettabile sindacalmente e moralmente, che il leader sindacale nazionale (Bonanni) che più di altri ha avvallato la linea governativa dell'austerità (che ha comportato anche il ridimensionamento del potere d'acquisto delle pensioni medio-basse) si preoccupi ed agisca (con quale metodo poi?) per garantirsi una pensione più elevata di quanto sarebbe stata con l'applicazione dei regolamenti.
Ci saranno?……. Buona fortuna Cisl.
Allegato:
bonnani_lascia_la_stampa_.pdf
bonanni_lascia_la_guida_della_cisl_repubblica_23_settembre.doc
dimissioni_niente_affatto_annunciate_clericetti.doc
bonnani_addio_il_fatto_quotidiano.pdf
i_furbetti_del_sindacato_cannavo_fq.pdf
Bella riflessione di Adriano Serafino, che deve farci porre a noi stessi come delagati ma anche e soprattutto alla dirigenza, serie domande su chi siamo, cosa vogliamo, come e dove vogliamo andare!
E dimostra che i giochi di potere o i tatticismi di “poltrona” nascono quando chi dirige un’organizzazione, in questo caso un sindacato, si allontana dai luoghi di lavoro, dai lavoratori e cerca solo i tavoli istituzionali e non la “lotta” e il coinvolgimento dei lavoratori sul campo. Emanuele Visciglia
La vicenda delle dimissioni di Bonanni merita di essere,per quanto possibile, seguita e indagata perchè Bonanni è il principale responsabile della mutazione genetica che la cisl ha subito dall’interno da tempo e che di conseguenza ha influenzato l’intero sindacalismo confederale italiano. Senza la spoliazione della capacità politica avvenuta dall’interno sotto la “dittatura” Bonanni della cisl, perche altrimenti un profilo politico tanto basso non ne poteva mantenere il ferreo controllo dopo la cacciata di Pezzotta, il corso del sindacalismo confederale italiano degli ultimi anni sarebbe stato diverso.
Far emergere quello che e realmente avvenuto all’interno della cisl sara un valido contributo a tutto il sindacalismo confederale e alla sua crisi.
Nel merito a me hanno riferito che Bonanni e gia in pensione da un po di tempo e che l’importo della sua pensione e già, per così dire adeguata(a tal proposito ci fu un comunitato di un sindacato autonomo dell’INPS).
Evidentemente la contraddizione di un “pensionato” che continua a lavorare a pempo pieno da Segretario Generale della cisl e quindi si presume ad avere un qualche “compenso” sara andata a produrre qualche conseguenza.
Dopo aver letto il vostro articolo mi è tornata alla mente che all’inizio della carriera sindacale di Bonanni c’è una vicenda analoga: allora era funzionario della CGIL categoria edili zona Sangro stavano facendo qualche verifica sull’uso delle risorse economiche della zona, qualcosa non ando per il verso giusto e lui sbatte la porta all’improvviso, emigro e fu ritrovato in Sicilia a iniziare la scalata all cisl.
Se sono vere le notizie di stampa c’è qualche analogia tra quell’oscuro episodio avvenuto all’inizio della carriera sindacale di Bonanni e le vicende odierne.
Mancini Aquilino
Chiusi! Naso, occhi, orecchie! Sono iscritto alla CISL da moltissimi anni ed ho conosciuto tutti i Segretari Generali, tranne Pastore. Anche per questa ragione non posso dire che mi dispiace che Bonanni lasci il suo incarico in quanto il Regolamento di attuazione dello Statuto della CISL all’art. 13 afferma che se sei in pensione oppure se hai superato i 65 anni devi lasciare l’incarico di componente di segreteria a qualsiasi livello. Non so e non mi interessa sapere se ci sono dossier che accusano Bonanni di essersi elevato la sua retribuzione per garantirsi “una pensione se non d’oro almeno d’argento”, ciò che mi interessa è che in spregio alle regole dello Statuto a lui è stato consentito di rimanere per ben tre anni in un ruolo che non poteva più ricoprire dal momento in cui ha percepito la pensione. Questo è, purtroppo, un indicatore, e non il solo, del livello di degrado etico in cui è caduta la CISL, e la responsabilità non è solo di Bonanni ma del gruppo dirigente della CISL ai diversi livelli, che ben sapendo ha chiuso naso, occhi ed orecchie avvallando questa palese violazione delle regole fondamentali dello Statuto. La credibilità e l’autorevolezza di una organizzazione come la CISL si misura anche da se e come rispetta le regole, sopratutto quelle che si dà, essendo più opportuno che le regole non ci siano piuttosto che palesemente violarle. Quello di Bonanni è, dunque, solo un atto dovuto, pur motivato come segnale di un rinnovamento della dirigenza della CISL che, nonostante Anna Maria Furlan, non si vede. Resta il fatto, e questo è l’aspetto positivo di quella “splendida anomalia che è la CISL”, che essa è molto di più di quanto non sia stata rappresentata dai suoi pur carismatici e prestigiosi massimi dirigenti; Giulio Pastore, Bruno Storti, Luigi Macario, Pierre Carniti, Franco Marini, Sergio D’Antoni, Savino Pezzotta, e lo è per merito dei milioni di iscritti che in essa si riconoscono e dei molti che hanno scelto di impegnare in essa le proprie capacità ed energie, ma anche la propria vita, i così detti “santi minori”. Rodolfo Vialba
Non mi sorprendono più di tanto queste dimissioni che, dal punto di vista del metodo, sono quasi identiche dai tempi di Marini in avanti. C’era uno Statuto Confederale che ha sempre parlato di due mandati nello stesso incarico, ma, come noto, la norma è stata elasticizzata a tal punto che i mandati sono diventati quasi 3 a seconda dei giochini di potere in alto loco. Se dovessimo fare un bilancio di tipo “aziendale” di questi ultimi 10 anni, possiamo tranquillamente verificare che:
1) è sceso il potere di acquisto di salari e pensioni;
2) sono aumentati i licenziamenti per crisi economiche e finanziarie (celate per almeno due -tre anni dal pregiudicato di Arcore);
3) sono stati congelati stipendi pubblici e pensioni oltre i 1.500 euro lordi;
4) sono state approvate leggi incentivanti il precariato e non è finita ancora;
5) è stato stuprato l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori (la Fornero, bontà sua e grande artefice dello stupro, dice che non c’è bisogno di cancellarlo del tutto…)e non è ancora finita.
Ecco, in ogni “azienda” che si rispetti, come minimo l’A.D. viene mandato via a calci nel sedere, ma siccome siamo in little Italy, il demerito diventa prestigioso merito per far carriera in politica. Se aggiungiamo che, nel frattempo, abbbiamo un “gabinetto Renzi” che è in profonda sintonia col pregiudicato di Arcore e concorda con lui persino modifiche Costituzionali, leggi sul “lavoro”, ed altro ancora, allora, come dire, siamo proprio a cavallo.
Mi turba anche il meccanismo della “successione”, perchè ho la vaga impressione che (a prescindere dal sesso del candidato in pectore) si ripercorrano metodi caserecci che, di per se, qualificano ancora in peggio l’attuale grupo dirigente. Comunque auguri al prossimo S.G.!
Giovanni Di Nino
Se devo dire il vero, oggi, come pensionato ed iscritto alla FNP, non mi emozionano più di tanto le dimissioni di Bonanni! Questo mio “status” si perpetua dal dopo-Marini, con l’arrivo di giovani rampanti, politicanti da strapazzo, che hanno utilizzato il sindacato, col silenzio assenso del gruppo dirigente sovente costruito a propria immagine e somiglianza, per il lancio nella politica. Ciò che mi ha turbato, però, furono quell miriadi di iniziative – durante il regime berlusconiano – portate avanti dall’allora ministro del lavoro (si fa per dire) Sacconi e dall’allora componentre della segreteria confederale Bonanni: non capivo, a volte, se quelle iniziative erano promosse dalla cisl o da Sacconi per il “taglio” accomodante e consenziente che questo sindacato dava al dibattito. Quando lo Statuto Confederale viene stuprato per fini non molto chiari, parlo degli incarichi dirigenziali per non più di 2 (due) mandati, allora c’è qualcosa che non quadra: la prima è la consapevolezza di un gruppo dirigente incapace di costruire nuovi quadri; la seconda è l’attaccamento alle poltrone (prima membro di segreteria, poi segretario generale, poi accorpamento aon altre federazioni e di nuovo membro di segreterie e poi segretario regionale: insomma, “senatori a vita”, sovente anche dopo il raggiungimento dell’età pensionabile. Non è un caso che negli ultimi 10 anni, fatta qualche rara eccezione, si è manifestata quella “malattia” desrcitta da un libro scritto da un noto sindacalista-pensatore, “declinare crescendo”. Quanta amarezza nel vedere spappolato il principio di solidarietà tra lavoratori, e tra disoccupati e lavoratori; la nascita di almeno due generazioni di giovani precari, senza futuro e senza speranza di una pensione decente (queste generazioni che idee si son fatte di QUESTO sindacato?); e poi la crisi economico-finanziaria nata negli USA, ma qui in Italia negata per anni da un pregiudicato e pruriinquisito capo di governo che ancora oggi, grazie all’imbecillità di chi ci sta governando, può ancora dettare ed imporre le sue stravaganti idee di riforma della Costituzione (da lui definita “bolscevica”) e sulla tutela del lavoro dipendente. Non rimpiango Bonanni perchè non l’ho mai sentito 1 (una ) volta sbraitare duramente contro questa macelleria sociale, neppure un VAFFANCULO contro chi dice che l’art.18 è la causa prima della crisi economica! Non conosco il successore (mai sentito nominare), ma spero che questo SIndacato cambi veramente verso (non nel senso infame che gli dà il quacquaracquà fiorentino)e recuperi fiducia e dia speranza ai lavoratori ed ai disoccupati.
Giovanni Di Nino
E’ un brutto periodo per il sindacato italiano tutto, e Bonanni come Segretario Generale Cisl è uno dei maggiori responsabili, se non il primo responsabile del declino del Sindacato in Italia, in questi ultimi anni,ha perso progressivamete credibilità fra i lavoratori e nei confronti delle controparti sociali e istituzionali,”in primis” datori di lavoro e Governo.
C’è solo da augurarsi, che i futuri dirigenti del Sindacato, non solo Cisl, sappiano ricostruire una nuova identità e reputazione,riacquistando un ruolo autonomo, in grado di rappresentare degnamente i lavoratori italiani, a cominciare dall’ennesimo attacco alle loro tutele e diritti,come lo Statuto dei Lavoratori, di cui siamo testimoni in questi giorni.
Giulio Cometto Rsu Fim-Cisl
Ho letto disquisizioni e commenti sul fatto, ma al di là del gossip o di misteriose manipolazioni l’ unica vera spiegazione e’ che in verità si tratta di una decadenza, annunciata con le dimissioni. Art. 13 del Regolamento confederale indica la decadenza da segretario a tutti i livelli senza possibilità di deroga al compimento dei 65 anni. Bonanni era già decaduto da 5 mesi , forse c’ e’ stata disattenzione sua e dell’ organizzazione a far circolare l’ orientamento di Bonanni a lasciare nella primavera del 2015. Per fortuna le norme vengono a galla, e sarebbe meglio senza sotterfugi. Il limite di eta’ e’ una vecchia norma che prima stava nello Statuto confederale, piu’ recentemente venne trasferita nei Regolamento.
Al di la’ di questo chiarimento, bisogna vedere se c’e una svolta morale e culturale, rispetto alla morta gora attuale!
Giovanni Avonto
P.S. Molti partecipanti all’ultimo congresso confederale ricordano che fu votata una deroga ad personam per il limite d’ età. Ma non ci si rende conto della superficialità giuridico-morale di una tale votazione. La deroga a determinate rigide condizioni vale solo per la federazione dei pensionati.