A PROPOSITO DI GRAZIA E INDULTO – A.MIchelizza –
A proposito di amnistia e indulto ( vedi tabella allegata dei precedenti provvedimenti). Sì, l’indulto e l’amnistia sono la dichiarazione di un fallimento. Come tutti i condoni! Nel caso della giustizia è un fallimento previsto e annunciato da molto tempo e da molti soggetti; anzi da tutti i soggetti che si occupano di carcere (sindacati di direttori di carcere, sindacati di agenti di polizia penitenziaria, associazioni di diritti civili, volontariato, garanti dei diritti delle persone detenute, ecc.).
Un fallimento annunciato che non dovrebbe stupire nessuno, se non coloro che non si sono mai occupati del nostro sistema penitenziario.
Il fallimento è in riferimento alla Costituzione: “Le pene ….. devono tendere alla rieducazione del condannato” ed a tutte le leggi sull’ordinamento penitenziario. E’ un fallimento che riguarda anche la nostra sicurezza: un carcere che non recupera le persone alla legalità, è un carcere pericoloso!
Seconda osservazione: la Corte Europea per i Diritti Umani (ripeto “Diritti Umani”) ha condannato l’Italia per “violazione dei diritti umani, tortura e trattamento disumano e degradante” per le condizioni in cui sono detenute alcune persone che sono ricorse alla Corte.
Possiamo far finta di niente? Le sentenze si applicano sempre? o solo quando fa comodo? I diritti umani li difendiamo solo a casa altrui?
Sempre la nostra cara Costituzione (art. 27) prescrive che “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità ….”
Meno male che ci ha pensato Napolitano (grazie Presidente) a ricordare che il nostro Paese non rispetta i diritti umani delle persone detenute (con grave pregiudizio per la salute psicofisica anche di chi in carcere ci lavora). E che bisognava far qualcosa, e in fretta!
E’ ripresa la litania che si sente da anni: “costruiamo nuove carceri”; senza dire quanti anni servono a costruire nuovi istituti, senza dire che c’è già qualche carcere vuoto e non aperto; perché non basta avere le carceri, bisogna avere anche il personale! Personale che è già oggi sotto organico e non si riesce a trovare i soldi per assumere.
E allora? Credo occorra porsi alcune domande fondamentali: Il carcere è l’unica risposta che sappiamo trovare per comportamenti non rispettosi della legalità? Quali reati e comportamenti sono davvero indice di personalità pericolose e quali altri invece possono trovare compensazione in attività di restituzione sociale?
Delle 65 mila persone oggi in carcere quante potrebbero, più utilmente, scontare la pena all’esterno evitando la costrizione all’ozio che riduce competenze, relazioni positive, speranze? Delle 65 mila persone, circa un terzo sono in attesa di giudizio definitivo, è accettabile una così massiccia carcerazione preventiva?
Insomma abbiamo davvero bisogno di più carceri? o invece c’è troppa gente che va in carcere mentre potrebbe “riparare” e ripartire camminando dritto con altri percorsi?
Queste cose Napolitano le ha dette, prima di arrivare a proporre amnistia e indulto, a queste cose la ministra Cancellieri sta lavorando. Per esempio il cosiddetto decreto “svuota carceri” diventato legge ad agosto, non fa uscire nessuno; ma rende meno facile andare in carcere.
Introduce poi una cosa che è un piccolo sentiero, che spero, possa diventare una strada larga, larga, larga: la possibilità di uscire giornalmente dal carcere per fare attività di volontariato.
Basta vedere le statistiche del Ministero sulla condizione lavorativa, di formazione e nazionalità di chi è in carcere per capire che, per una grandissima parte delle persone detenute, servirebbe altro che la condanna all’ozio, per restituirli alla comunità dei liberi in grado di essere davvero liberi.
Questo l’ha detto oggi Francesco: “Facile punire i deboli…” diavolo d’un Papa!
In attesa di un cambio così profondo della nostra legislazione, probabilmente un indulto e una amnistia sono inevitabili, anche per ridurre la massa di processi in attesa di essere celebrati con gravi ritardi nella conclusione degli stessi e con prolungamento della carcerazione preventiva.
Non è vero che l’indulto del 2006 sia stato inutile perché “tanto poi le carceri si sono riempite nuovamente”.
La recidiva è stata bassa: le carceri si sono riempite di altre persone, proprio a causa di una produzione di leggi (principalmente la “Fini-Giovanardi” e il cosiddetto “pacchetto sicurezza” del 2009) che hanno prodotto nuova carcerazione.
Il Sindaco di Firenze ha detto di non essere favorevole all’amnistia perché si chiede come si potrebbe allora educare i giovani alla legalità. E’ una bischerata.
L’educazione alla legalità, l’amore per la legalità, si insegna perché è lo strumento per rendere la vita migliore per tutti, mica per paura della galera.
armando michelizza
garante dei diritti delle persone private della libertà personale del comune di ivrea
Nota – Questo pensiero Michelizza l’ha sintetizzato intervenendo, Giovedì 24 ottobre, nella trasmissione di “Prima pagina” in onda giornalmente su radio tre.
Allegato – tabella delle amministie ed indulto deliberate nell'Italia repubblica, da L'Espresso
Allegato:
ammistie_e_indulto_in_italia.pdf
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