LA CODA DELLO SCORPIONE – salta l’unità – Furlan con Governo, Camusso con Alice –
E‘ nella coda il maggior rischio: vale per lo scorpione come per il verbale proposto da Gentiloni alla stretta finale con Cgil-Cisl-Uil, che avevano avuto ben 12 mesi di tempo per concretizzare gli impegni della “previdenza fase 2”, evitando i tempi stretti della Legge di Bilancio 2018 e l’influenza della campagna elettorale già iniziata. Il verbale del 28 novembre 2016 consentì ai sindacati di rimanere uniti, pur essendo minimi i risultati allora conseguiti, in particolare per i giovani e le donne. Quel film è stato riproposto, rinviando quei temi ad un’ipoteca “fase 3” (vedi nota 1).
Eppure la “propaganda” informativa di Cgil-Cisl-Uil ha sempre tenuto ben vive quelle due tematiche, accanto al blocco dello scatto dell’età pensionabile. Ancora nei tanti presidi che hanno animato la mobilitazione del 14 ottobre scorso. Così l’unità è saltata, risucchiata dalla spirale elettorale: Furlan con il governo, Camusso con Alice come ha ironizzato la leader della Cisl (vedi intervista allegata), che ha aggiunto "Il compito di un sindacalista è di portare "a casa" risultati per chi si rappresenta". Certamente, si vuole rappresentare solo gli iscritti, o anche collegarsi al grande arcipelago del lavoro e del non lavoro dei giovani? Chi è chiamato a decidere per problemi generali come quelli affrontati, e molti non risolti, contenuti nella piattaforma "previdenza.fase 2" articolata in ben 11 punti? (vedi allegato, proposte e volantone)
Un’unità che aveva in comune un cartello di richieste ma non le stesse priorità e non una strategia compiutamente elaborata tale da influire e fare maturare altre compatibilità nella stessa Legge di Bilancio. Così l'unità sindacale tenuta “per i capelli” un anno fa non ha più retto oggi, e la divisione aleggiava da circa un mese nei comunicati delle tre confederazioni caratterizzati da accenti ben diversi. La richiesta di una pernsione di garanzia per i giovani, soggetti da anni a forme di lavoro precario e/o senza coperture previdenziali e dintorni, è stato un punto qualificante dell'intera piattaforma per dare senso concreto allo slogan " unire le generazioni". Ma di fronte ai perentori niet del governo (vincoli di bilancio) quella piattaforma è stata cambiata in corsa, con la Cisl a fare l'apripista per approdare alla "piattaforma B" di limitare il blocco del futuro scatto di + 5 mesi per l'età pensione alle categorie dei lavori usuranti, ampliandone il numero. Ma non era certo questa l'impostazione della piattaforma unitaria iniziale. Anche il lavoro di cura delle donne è finito nel paniere delle buone intenzioni e nulla più.
L'unità è cosi saltata e si comprende ora perché nessuna delle tre Confederazioni abbia diffuso e ospitato sui propri siti la lettera aperta che Pierre Carniti inviò a ottobre (vedi link più avanti), ponendo l’apertura di una vera fase di unità sindacale come premessa per un futuro diverso del sindacato, in grado di dare risposte sull’occupazione al mondo del lavoro e del non lavoro. Solamente pochissime categorie (ad esempio Fim-Cisl e Fiom-Cgil) e siti web hanno pubblicato quell'appello, ancora più attuale oggi.
Annamaria Furlan, convinta o per mera polemica, ha detto "..che abbiamo ottenuto più di quanto avevamo chiesto un anno fa". Può essere vero su un singolo punto (lavori usuranti) ma deve essere dimostrato nei fatti, norme e numeri di lavoratori che ne potranno usufruire. Intanto replicando al documento della Cgil , più avanti citato.
Susanna Camusso per contrabbattere l'enfasi del premier Gentiloni e del ministro Poletti sulla qualità e consistenza delle proposte avanzate (7 punti + 2) ha presentato un documento a nome della Cgil che – con altri numeri – sminuisce di molto le proposte governative (vedi allegato).
Il Sole 24ore, di norma, pone attenzione nel citare fatti e documenti; nell'articolo di Davide Colombo e Marco Rogari (allegato) precisa l'onere delle proposte con questa specificazione " L’insieme delle misure previste nel pacchetto finale sulla previdenza che verrà presentato martedì innescherà una maggiore spesa per 300 milioni a regime, ovvero dopo i primi dieci anni di attuazione (ma su coperture, costi e platee di beneficiari potenziali è bene aspettare la conferma della relazione tecnica)".
In quell'articolo si specifica anche la proposta del governo sul calcolo età su media biennio . "In pratica, per il governo, a partire dal 2021 l’aspettativa di vita verrebbe calcolata considerando la media del biennio 2018-2019 confrontata con la media del biennio precedente; l’eventuale aumento sarebbe portato sul biennio 2021-2022. Nel caso invece di 'risultato' negativo, questo sarebbe 'scalato' nella verifica per il biennio successivo (2023-2024). Dunque, anche in caso di riduzione dell’aspettativa di vita non ci sarebbe mai un calo dell'età pensionabile ma solo uno stop. L’adeguamento dell'età di pensionamento alla speranza di vita continuerebbe a scattare ogni due anni".
Nota 1 .L’articolo di Davide Colombo e Marco Rogari, su Il Sole 24ore di domenica 19 novembre, si conclude così. “Nel testo che è stato presentato ai sindacati, infine, il Governo concorda «sulla necessità di continuare il confronto anche nella prossima legislatura, al fine di affrontare le altre problematiche individuate» nel documento del 28 settembre 2016 con i sindacati. In particolare l’impegno è per un percorso «nel rispetto dei vincoli di bilancio e della sostenibilità di medio-lungo termine della spesa pensionistica e del debito» a partire dalle misure «atte a garantire la sostenibilità sociale dei trattamenti pensionistici dei giovani nel regime contributivo e a riconoscere il valore sociale del lavoro di cura e di maternità svolto dalle donne».
E poi sono previste commissioni di approfondimento, tra queste (ancora!!!) quella per dividere previdenza da assistenza. Un metodo noto per ripartire da zero e prendere tempo. Un tema trito-ritrito da vent'anni e più, che richiede solo l'atto decisionale della separazione gestionale e introdurre le rispettive autonomie di bilancio.
Link
CARI AMICI E COMPAGNI – lettera aperta di Pierre Carniti – alla Cgil, Cisl, e Uil – 9 ottobre 2017 –
http://www.sindacalmente.org/content/legge-di-bilancio-schede-di-lettura-poco-il-lavoro-giovani-pensioni-donne-e-et%C3%A0-67
Per conoscere di più e approfondire aprire gli 8 allegati
Allegato:
camusso_sbaglia_furlan_la_stampa.doc
pensioni_scheda_in_6_punti_corsera_19-11-17.doc
previdenza_proposte_unitarie_fase_2_20-9-17.doc
volantone-unitario_settembre_2017.pdf
analisi-della-proposta-del-governo-ai-sindacati-sulla-previdenza_cgil.pdf
agevolazioni_per_attivita_usuranti_attuali_portale_inps.doc
il_governo_tiene_duro_300miln_in_10_anni_colombo_18-11-17.doc
niente_scatto_nel_2019_anche_per_le_pensioni_anticipate_colombo-rogari_19-11-17.doc
Quanto avete scritto è utile per capirci un pò di più. Avete però dimenticato di dire che la Cisl ha perso la grande occassione dei Congressi per riflettere a fondo su cosa era stato l’accordo del 28 novembre 2016. Invece è stato osannato per incensare i vertici, una cosa mai utile. Probabilmente questi nostri segretari, non poi così abili e bravi a negoziare con le controparti, sono così al sicuro per lo stidendio e la pensione, da perdere sintonia con chi è immerso quotidianemente, in modo stabile o precario, nella condizione lavorativa, con una società con una componente anziana in crescita. La tranquillità e la sicurezza di questi dirigenti sindacali lì colloca in una “zona neutra” – distante dai luoghi del lavoro – dove possono (tra di loro e senza contestazioni o semplicemente critiche) approvare qualsiasi tipo di accordo (positivo o meno che sia) e poi trovare le giustificazione per “spiegarlo” agli organismi e attivi vari, ovviamente a cose fatte e immodificabili. Si può ben dire che “se la suonano e se la cantano”.
Cambiaresipuò, per ora uso questo pseudonimo, in seguito vedrò di trovare un pò più di coraggio….