STRAORDINARI O CONTRATTI DI SOLIDARIETA’? – N.Cacace – lavoro e occupazione –
Ci sarà un rinsavimento nel nuovo anno di sindacati e di Confindustria? Del governo? In questi anni di crisi finanziaria e industriale hanno ricercato più produttività incentivando lo straordinario! Hanno autorizzato milioni di ore di Cig e lasciato in disparte i contratti di solidarietà che sono uno strumento per ripartire il lavoro quando lo stesso scarseggia. All’epoca si era particolarmente distinto su questa scelta il quarto governo Berlusconi con il pimpante ministro del Lavoro Maurizio Sacconi risucchiando a ruota il Segretario Generale della Cisl Raffaele Bonanni. Anche i governi che sono succeduti a Berlusconi, quello di Monti e ora di Letta hanno seguito quella strada tracciata dal Sacconipensiero, anche se con meno enfasi.
La Cisl ha seguito “fedelmente” il suo leader e per ora non ci sono segni visibili di risveglio, nonostante la stagione dei Congressi sia terminata a metà 2013, nonostante che segretari storici (Pierre Carniti in testa) e studiosi che hanno collaborato in passato (Nicola Cacace) insistano con analisi, dati e raffronti per sollecitare un ripensamento.
L’anno che è in arrivo potrebbe essere quello della svolta?
Scrive Nicola Cacace “Dal 1900 al 2000 la durata annua del lavoro in tutti i paesi industriali è dimezzata da 3000 a 1600 ore attraverso vari provvedimenti, settimana di 40 ore, maternità di 15 settimane, 5 settimane di ferie, pensionamenti anticipati agevolati anche con politiche inique, etc… Dal 2000 ad oggi il processo di redistribuzione è continuato solo in alcuni paesi, quelli del Nord Europa, a partire dall´Austria e dalla Germania, da Olanda sino ai paesi scandinavi e questi sono infatti oggi gli unici paesi europei che, grazie ad orari annui di lavoro di 1400 – 1500 ore hanno bassa disoccupazione ed alti tassi di occupazione, superiore al 70% (Italia 55%).
L´Italia che ha seguito politiche diverse, favorendo gli straordinari ed allungando l´età pensionabile ha i record della durata del lavoro (1800 ore secondo l´Ocse) e della disoccupazione (50% per i giovani), distruggendo presente e futuro dei giovani. Spero proprio che Matteo Renzi ed il nuovo responsabile economico del Pd, Federico Taddei, nel parlare di lavoro col Premier Letta, non trascurino di prestare attenzione anche alle politiche di redistribuzione del lavoro”.
In allegato il testo completo di “ Crescita zero e occupazione:un’equazione difficile” pubblicato il 16 dicembre su L’Unità
Allegato:
crescita_zero_e_occupazione_16-12-13.doc
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