IL PD AVVERSARIO DI SE STESSO – P.Carniti –

Il Pd, l’ultimo rimasto a potersi definire partito è ridotto ad un corpo politico intrappolato in un ginepraio di congreghe, cricche e camarille. Le primarie così congegnate rischiano di generare leader contrapposti, per contarsi  in vista della spartizione delle nomine. Probabilmente sarò l’ultimo dei Mohicani ma, pur non essendo mai stato iscritto, rimango un impenitente sostenitore del partito politico e della sua importanza nella nostra democrazia costituzionale. Mi interessa quindi la situazione e la condizione del Pd. Perché anche Marco Revelli, malgrado lo consideri agonizzante ed in “crisi irreversibile”, lo riconosce come “…l’ultimo ed unico in Italia a chiamarsi ancora partito”. Ebbene, in queste settimane dentro il Pd si combatte, in parte alla luce del sole ed in parte sottotraccia, una battaglia di “apparente” democrazia. Interna ed esterna. Infatti, come è noto, la procedura per l’elezione del segretario chiede il ricorso ad elezioni primarie. In quanto il Pd è anche l’unico partito italiano che le prevede nel suo statuto.

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  • Il Pd avversario di se stesso di Pierre Carniti

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