IMU PRIMA CASA – emendamento Pd – tutto come prima?
Tutto come prima? Commenti dotti sono stati scritti, ottimistiche dichiarazioni sono state rilasciate dopo il voto di fiducia al governo Letta-Alfano, per affermare che é iniziato un nuovo corso, privo dei ricattatori slogan di Silvio Belusconi, dei proclami in Parlamento di Renato Brunetta e sui media di Daniela Santanchè. Si è detto di una "nuova maggioranza" in grado di fare cose più sensate e rapide. L'incontro del governo ( lunedì 7 ottobre) con i tre segretari generali di Cgil-Cisl-Uil non è stato conseguente alle aspettative, buone intenzioni ma scarse risorse per dare adeguate risposte alle priorità poste dai Sindacati, a partire dagli ammortizzatori sociali.
Nel 2013 le ore richieste di Cig supereranno ancora il miliardo! Il leggero calo, dai dati Inps, non induce certo all’ottimismo in quanto, di questi tempi, significa un passaggio alla disoccupazione, e i dati sulle domande di mobilità e disoccupazione sono lì a dimostrarlo. Inoltre il crescente ricorso alla Cassaintegrazione speciale segna il carattere strutturare della crisi e della recessione. Il finanziamento degli ammortizzatori sociali è un’urgenza ed una priorità non dei soli sindacati ma del paese.
Per reperire, in modo equo, alcune risorse al bilancio dello stato, il Pd ha presentato un emendamento ( vedi articolo sottostante) al decreto IMU in votazione in Parlamento. Ed è ripartito il dibattito (e le accuse recepriche) tra i partiti della maggioranza, e gli interventi dei partiti all'opposizione, negli stessi termini del prima del "voto di fiducia".
Vita tormentosa per questo emendamento. In un primo tempo è stato ritirato, poi ripresentato sganciandolo dal riferimento di far ritornare l'Iva al 21%, infine definitivamente ritirato. Con la promessa di tenerne conto nella Legge di Stabilità? Nella definizione del saldo Imu? Chissà? Se qualcosa è cambiato o cambierà per davvero lo vedremo nei prossimi giorni, anche su questa vicenda IMU che chiama in causa la tassazione sul patrimonio e da quale entità tassarlo. Un terreno dove la destra ha sempre camminata spedita e la sinistra sbandando ed afondando.
ARTICOLO
Pima casa: l'acconto Imu che l'emendamento Pd vuole introdurre costerebbe 1,2 nild e riguaredrebbe 4,7 milioni di case su 19,7 milioni.
articolo di Cristiano Dell'Oste 07 ottobre 2013 Il Sole
Vale 1,25 miliardi di euro l'emendamento di matrice Pd al Dl 102/2013 che punta a far pagare l'acconto dell'Imu ai proprietari di abitazioni principali con una rendita catastale superiore a 750 euro. Se poi si considera anche il pagamento del saldo del 16 dicembre – che non è ancora stato abolito – l'importo da versare sale a quasi 2,5 miliardi di euro. A pagare, però, non saranno tutti i contribuenti, ma solo coloro che possiedono le prime case dal valore catastale più elevato: in pratica, 4,7 milioni di prime case su 19,7 milioni.
Il meccanismo. A questi numeri si può arrivare partendo dalle ipotesi presentate lo scorso 7 agosto dal ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, per la revisione della tassazione immobiliare. Una delle nove soluzioni prospettate dai tecnici di Via XX Settembre – la 3.1 – prevedeva proprio di esentare le abitazioni principali con un valore catastale sotto una certa soglia. Il meccanismo non era identico, perché l'Economia prevedeva di agire sull'ammontare della detrazione, mentre l'emendamento del Pd parla direttamente di esenzione, ma la sostanza dei numeri non cambia molto. Suona come un'imprecisione che potrebbe creare qualche problema applicativo, invece, il riferimento alla «prima rata», dal momento che l'Imu non ha «rate», ma un acconto e un saldo.
Le cifre. La scelta di legare l'eliminazione dell'Imu alla rendita catastale deriva dal fatto che non si può fare affidamento solo sulla categoria catastale per discriminare il valore delle abitazioni. Gli immobili di pregio accatastati nelle classi di lusso, infatti, sono solo 73mila in tutta Italia, mentre più del 70% delle case ricade nelle due categorie intermedie, le A/3 (abitazioni economiche) e A/2 (abitazioni civili).
Se l'emendamento del Pd dovesse diventare legge, in pratica, lo Stato spenderebbe 1,5 miliardi per esentare i tre quarti delle prime case, facendo pagare 2,5 miliardi ai proprietari del 25% di abitazioni più ricche. A conti fatti, a pagare sarebbero molti alloggi accatastati in A/2, mentre gli A/3 riuscirebbero quasi sempre a scampare il prelievo, tranne che nel caso di appartamenti molto grandi.
caro amici
condivido l’impostazione del Pd che cerca di legare l’imposta sulla casa sia alla progressività del reddito della persona che al valore dell’immobile, ma la proposta di far pagare l’Imu sulle case di valore con Rc >750e è totalmente sbagliata in quanto è fuori logica assegnare al valore 750 la funzione di spartiacque tra lusso/normale.
dico questo portando l’esempio della mia famiglia confermato dalla situazione di amici e colleghi di lavoro. Siamo io e moglie lavoratori dipendenti con Cud da 28000 € circa e siamo Proprietari in Torino, zona semi periferica di un appartamento di 90 Mq commerciali in casa degli anni 50 la cui RD è di 916,71 !!!! Di tutto si può dire della nostra abitazione e del relativo condominio, ma non che sia di lusso !!!!!
può anche darsi che Torino abbia le rendite catastali più aggiornate di altre situazioni nazionali, più vicine ai reali valori di mercato, ma definire questi immobili “di lusso” oltre ad essere un grossolano errore di valutazione, si configura come una autentica presa in giro del contribuente che porterà il pd a perdere consensi tra la gente. Sarebbe ora che i parlamentari del PD valutassero con più attenzione, con più documentazione la realtà del patrimonio immobiliare italiano e la sua diversificazione, prima di fare proposte avventate e controproducenti come questa, seppur credo in buona fede. Renzo Piatti