BRUTTE NOTIZIE DALLA SERBIA: UN NAZIONALISTA ALLA PRESIDENZA globalmondo T. FERIGO
Brutte notizie dalla Serbia. Il Presidente della Repubblica eletto Domenica 6 Maggio ,sarà il nazionalista Tomislav Nikolic che ha sconfitto il Presidente uscente Boris Tadic. Nikolic ha ottenuto 50,21 % contro i 46,7% di Todic. Il resto sono schede nulle o bianche.Le prime parole del vincitore fanno spavento: “E’ la volontà di Dio”. Dette in un paese dove , durante la guerra civile, la vita poteva dipendere da come si faceva, o non si faceva, il segno di croce, la frase suona più che lugubre.
Forse, suggerisce Le Monde, Dio ha preso Domenica l’aspetto di un sole torrido che ha allontanato dai seggi molti elettori che hanno preferito i bordi dei fiumi di Belgrado. Secondo numerosi commentatori il record di astensionismo ( 54% ) ha principalmente danneggiato il Partito democratico i cui elettori hanno, sbagliando, ritenuto che la conferma di Todic fosse scontata dopo l’annuncio della coalizione tra Partito Socialista e Partito democratico.
Chi è Nikolic e quali le possibili spiegazioni del suo successo ? Viso fermo, espressione dura, debolmente nascosta da un sorriso artificiale- nei balkani gli ultra nazionalisti si fanno un dovere di non sorridere mai se non nei banchetti e con la rakia (grappa) a portata di mano – Nikolic è entrato in politica negli anni 90, nelle file dell’opposizione ultra nazionalista a Slobodan Milosevic, prima di appoggiarlo. Di professione faceva il becchino.
Nel 2003 prende il comando del Partito radicale dopo che il leader Vojislav Seselj , noto picchiatore, fu trasferito al tribunale internazionale dell’Aja per l’ex Yugoslavia per crimini di guerra. Nikolic lo difende , accusa l’Europa di complotto e dichiara “ meglio essere una provincia russa che entrare in Europa”. Ma lo schema non funziona più bene in una Serbia stanca e desiderosa d’uscire dall’isolamento. Ecco che , nel 2008, Nikolic abbandona il Partito Radicale per creare il Partito Progressista della Serbia. L’Europa non è più nemica ma “ deve rispettarci”. Da nazionalista il linguaggio diventa populista. Non più i rimandi alla missione storica del popolo serbo ma la denuncia della politica corrotta, delle privatizzazioni , dei salotti borghesi di Belgrado. Promette di mettere fine alla povertà. Ormai endemica in certe regioni del paese ( reddito medio 360 Euro, disoccupazione a 24% ). Di costruire un canale tra per collegare il Danubio al mar Egeo ( lo sbocco al mare è una ossessione nella storia serba ) e le grandi opere non mancano mai nei programmi balkanici, e non solo. Nel 2011 davanti al parlamento il futuro presidente si lancia in un spettacolare e mediatizzato sciopero della fame per chiedere elezioni anticipate. Nikolic si presenta come un amico del popolo agli antipodi di Todic, l’intellettuale di Belgrado e i suoi elettori gli perdoneranno di aver comprato diplomi universitari per studi mai fatti.
Cosa farà questo “outsider”, per lungo tempo difensore della grande Serbia, accusatore del tribunale dell’Aja , che si è rifiutato di recarsi a Srebrenica in Bosnia , adducendo come scusa che c’era già andato il suo predecessore ? Adesso fa proclami europeisti precisando però che non abbandonerà mai il Kossovo che è “provincia serba”. Nel frattempo la crisi morde sempre più e si spera in delocalizzazioni e prestiti europei. Bruxelles tace. La diplomazia confida sempre nei pragmatici anche se dicono cose orrende dal Nord Africa ai Balkani.
Ultima nota. Nikolic è di Krakuievac la città ove la FIAT investe un miliardo negli storici stabilimenti della Zastava. Todic si era fatto un vanto dell’accordo con Marchionne . Non gli è bastato.Non si conoscono opinioni a proposito del manager FIAT.
T.F
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