LA GIUNGLA DEI PRIVILEGI PENSIONISTICI – E.Marro – stato sociale – 29/11/11
La giungla (iniqua) dei contributi per le pensioni. Architetti, avvocati e psicologi pagano circa un terzo del 33% versato dai dipendenti. E i parlamentari possono fermarsi a quota 8,6 per cento Il dossier «privilegi pensionistici» è sui tavoli del governo. Saranno il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, a decidere se e come procedere. Certo è che se il premier volesse dar seguito alla promessa di provvedimenti nel segno dell’«equità», ci sarebbe molto da fare. Perché è vero che l’armonizzazione delle regole ha fatto un decisivo passo avanti con la riforma Dini del 1995, ma neppure quel grande riordino riuscì, per esempio, a colpire i privilegi della casta dei politici oppure a ricondurre a un maggiore equilibrio alcune casse professionali. Sta di fatto che ancora oggi sopravvive una giungla delle aliquote contributive, con i lavoratori dipendenti che pagano il 33% (due terzi a carico dell’azienda) e i deputati e senatori l’8,6%, passando per artigiani e commercianti con il 20-21% e alcune categorie di professionisti con il 10-13% (psicologi, architetti, avvocati). E restano in vigore età di pensionamento più basse della norma (65 anni per la vecchiaia e 60-61 anni per l’anzianità) a favore di alcune categorie, dalle Forze armate ai piloti, dai parlamentari ai conducenti di autobus, metropolitane e treni.
Allegato:
La giungla (iniqua) delle pensioni.pdf
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