La Banca Europea, con l’ormai famosa lettera dell’agosto corrente anno, non ha fatto altro che riprendere, in materia di regole del lavoro, i termini di un diffuso dibattito da tempo in atto nel paese a proposito del dualismo che caratterizza la nostra struttura dell’occupazione e che si manifesta nella distinzione fra “insider” e “outsider”. Ciò che l’Europa ci chiede è di porre rimedio a tale situazione iniqua non attraverso i licenziamenti facili (come si dice) ma costruendo un sistema di garanzie sociali (assicurazione dalla disoccupazione e politiche attive del lavoro) atto a sostenere una riallocazione delle risorse a vantaggio delle aziende e dei settori più espansivi.
Per tornare a crescere occorre riattivare la crescita della produttività globale dei fattori produttivi e a tal fine non solo le regole del lavoro ma l’intero sistema della regolazione pubblica deve essere riconsiderato nelle parti che costituiscono ostacolo alla competitività.
Tornando al tema delle tutele del lavoro, i quesiti proposti possono essere così riassunti:
1 – Quale è il grado di protezione sociale assicurato ai lavoratori dall’ordinamento in vigore (Capitolo V del Diritto del Lavoro del 1942 e Statuto dei Lavoratori del 1970) tenuto conto delle caratteristiche strutturali dell’attuale mercato del lavoro?
2- E’ possibile ridurre le barriere che separano i cosiddetti lavoratori protetti dagli altri senza toccare il tema della più facile risoluzione del rapporto di lavoro che costituisce la convenienza più forte delle imprese per assumere lavoratori “atipici”?
3- Un nuovo sistema di rimodulazione delle tutele che ricomponga l’attuale frammentazione può essere occasione per rimettere in campo una iniziativa forte delle parti sociali al fine di recuperare alla flessibilità della contrattazione soluzioni che tengano conto della diversità dei contesti economici produttivi?
Le forze politiche, tanto bistrattate, a fronte della crisi in atto, stanno sperimentando forme inedite di collaborazione per assicurare un governo autorevole al Paese. Le parti sociali non possono fare altrettanto trovando una piattaforma condivisa di tutele del lavoro da rimettere alla responsabilità applicativa delle stesse parti sociali a livello locale?
- Questa è l’introduzione del Presidente dell’Isril Prof. Giuseppe Bianchi alla Nota n.37 “Rimodulazione delle tutele del lavoro e articolo 18”, qui allegata.
- Leggi anche " Solo un giovane su 10 entra in azienda con tutte le garanzie"_ Mastrobuoni
Allegato:
Nota ISRIL N. 37-2011 – La rimodulazione delle tutele del lavoro e l’art. 18.doc
Solo uno su dieci con garanzie.doc
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