NELLA QUOTIDIANITA’ – Francesca Spano – cultura & scuola 6/1/2011
“L’amore, la politica e la fede hanno una caratteristica comune, un’assonanza insospettabile: chi guarda a queste esperienze dall’esterno, chi non ne ha attraversato direttamente il travolgimento, le considera un’emozione che o c’è o non te la puoi inventare. Sono viste come grandi passioni date a qualcuno e negate ad altri: o ami o non ami; o credi o non credi; o sei appassionato alla lotta o ti interessa altro. Come la pioggia, che ti bagna oppure non ti bagna e non dipende da te. Ma – fu il mio pastore a spiegarmelo – la fede non è un afflato, un ‘sentire’ più o meno forte, più o meno passeggero: la fede implica disciplina, applicazione, dedizione, speranza, fatica. La fede la si gioca nei momenti di incredulità, non di estasi religiosa. E così è dell’amore, che si gioca quando l’altro ti delude o ti stanca, o semplicemente ti infastidisce e non nell’estasi del desiderio o della complicità istintiva. E così è anche della politica, la cui partita si gioca davvero nella quotidianità e non nell’esaltazione di un grande corteo o di una vittoria elettorale”.
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