Le “Sfide dello Sviluppo in Africa” era il titolo dell’interessante Convegno di studio sull’Africa di oggi, organizzato dal Centro Piemontese di Studi Africani il 18 novembre scorso. Di rilievo la presenza di docenti universitari e di studiosi africanisti, tra cui i professori Calchi Novati, Alberto Antoniotto, attuale Presidente del CSA, Egidio Dansero e Andrea Giordano, che hanno trattato dell’odierno saccheggio della risorse dell’Africa.
Efficacemente definite gli “Ori” dell’Africa – l’oro nero il petrolio, l’oro bianco le risorse minerarie, l’oro blu l’acqua, l’oro verde la terra – le risorse del Continente sono nuovamente ritornate ambita preda (in verità mai interrotta) di nuove colonizzazioni e interessi di altri nuovi e non meno voraci colonizzatori.
Il fenomeno globale dell’acquisto o affitto di terre da parte di molti paesi arabi ed occidentali, che mettono in pericolo la biodiversità – tema trattato dalla dottoressa Michelle Yperman, collaboratrice di “Slow Food”- , e soprattutto la invadente penetrazione cinese, descritta dal dott. Antonio Morone, punta a sostituire i paesi occidentali, in accordo con i governi locali, attraverso un nuovo colonialismo di prevalente marca asiatica.
Si tratta di un fenomeno che concretamente si rivolge all’accaparramento di bio combustibili, acquisto o affitto di terre per la produzione di beni alimentari, estrazione di minerali pregiati e l’acquisizione delle importanti e non sempre facili disponibilità di riserve acquifere. Il fenomeno, ancora poco conosciuto, coinvolge nuovi e vecchi stati e sempre le imprese multinazionali.
Il Convegno della CSA ha tentato di approfondire anche in ricordo del primo presidente del Centro Studi Africani, dr. Mohamed Aden Sheikh, medico e chirurgo somalo, che aveva ricoperto in Somalia la carica di ministro dal 1970 al 1973, nonché quello di Ministro della Cultura e Istruzione superiore, quando queste facoltà vennero introdotte in Somalia.
Aden aveva subito sei anni di carcere, in totale isolamento, per divergenze politiche con l’allora presidente – dittatore Siad Barre. Dopo il trasferimento in Italia, era stato Consigliere Comunale di Torino dal 1997 al 2001, collaboratore dell’Asl 4 per l’istituzione dell’ISI (Immigrazione-salute-informazione), e per anni Presidente del Centro Piemontese di Studi Africani. Fino alla Sua scomparsa, è stato anche direttore sanitario dell’ospedale di Albugnano, cittadina poco lontana a Casalborgone, ma già in provincia di Asti.
Con Mohamed se ne è andato un amico fraterno, conosciuto ed apprezzato per il suo generoso altruismo e disponibilità. Si è anche interrotto – vogliamo sperare solo momentaneamente – un solidale progetto riguardante la realizzazione di un piccolo ospedale ambulatorio di emergenza sanitaria per bambini in Somalia. Questo è l’impegno per chi ha avuto il privilegio di conoscere Mohamed: è realizzare il progetto, per testimoniare così la volontà di contribuire allo sviluppo di un’Africa diversa, non più preda, non più Continente da saccheggiare.
La commovente commemorazione di Aden da parte di Luciana Castellina, che lo aveva conosciuto ancora studente, e che ne ha meglio di altri ricordato la figura e la generosità, indica la strada che il Convegno di novembre ha avuto il merito di porre in risalto: fare di questo secolo il secolo dell’Africa!
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