Accordo Ue-Mercosur
Accordo UE-Mercosur (o “Accordo del Mercosur”) è il trattato commerciale tra l’Unione Europea e il Mercato Comune sudamericano: Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia. Un’intesa storica volta ad eliminare i dazi, rafforzare gli scambi e promuovere la sostenibilità, con negoziati conclusi nel 2019 e ulteriori impegni sulla sostenibilità sottoscritti a Montevideo il 6 novembre 2024, creando un mercato da 750 milioni di persone. E’ in attesa di ratifica. Sono state sollevate forti riserve da molti paesi europei, tra i quali l’Italia. Gli agricoltori europei contestano e denunciano la mancanza di reciprocità nelle norme e nei controlli. Già in marcia i trattori per la manifestazione a Bruxelles del 18 dicembre.
- La riforma mette a rischio l’agricoltura europea e in specifico quella italiana? La protesta del 18 dicembre a Bruxelles
- Von der Leyen a sottoscitto un accordo a Montevideo che mette in una condizione di assoluta difficoltà l’agricoltura europea a poter continuare a produrre cibo di qualità?
- L’europa diventa una terra di conquista da parte dei Paesi extra-ue?
Francesca Basso in «La nuova Europa agricola? A rischio 9 miliardi di euro. Sì al Mercosur, ma reciprocità», articolo pubblicato su Il Corriere della Sera del 14 dicembre 2025, intervista il presidente della Coldiretti Ettore Prandini per avere risposte agli interrogativi sopraccitati. Di seguito il testo.

« Bruxelles – È arrabbiato Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, perché «la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, il Ppe e il suo presidente Manfred Weber in campagna elettorale ci avevano promesso che avrebbero difeso l’agricoltura europea ma non è così, basta guardare al Mercosur, al prossimo bilancio Ue e ai dazi». Martedì il Parlamento europeo voterà le clausole di salvaguardia per le importazioni agricole dai Paesi del Mercosur. La Commissione punta a un accordo degli Stati membri entro il 20 dicembre. Giovedì i leader Ue si riuniscono a Bruxelles per il summit in cui discuteranno oltre che di Ucraina anche del bilancio comune 2028-2034. Le associazioni agricole hanno organizzato per quel giorno una manifestazione, sono attesi in 10 mila da tutta Europa.
Perché protestate giovedì 18 dicembre?
«La Commissione ha proposto di tagliare 90 miliardi di euro all’agricoltura europea nel prossimo bilancio Ue, destinandoli alle armi e accorpando la Pac alla coesione. L’Italia perderà 9 miliardi rispetto al bilancio in corso che ce ne assegna 36,9. Inoltre la proposta non tiene in considerazione dell’aspetto inflattivo che vale altri 160 miliardi al termine della programmazione. Von der Leyen e i suoi tecnocrati ci mettono in una condizione di difficoltà nel sostegno economico alle imprese per poter produrre cibo di qualità per la salute dei cittadini europei e anche nell’aumentare la capacità legata all’export».
È una questione di numeri?
«Manca la visione geopolitica. Cina, India, Brasile, Stati Uniti investono sempre di più sull’agricoltura in termini di innovazione, tecnologia, gestione dei dati. L’UE invece taglia e mette regole. Ma l’agroalimentare europeo è la prima voce per l’export con 235 miliardi nel 2024. Poi c’è la questione delle tutele e della reciprocità».
Cosa chiedete?
«Nel resto del mondo gli altri Paesi sono veloci e attenti alla tutela delle produzioni interne. L’europa invece sembra quasi una terra di conquista da parte dei Paesi extra-ue e non è in grado in questo momento di difendere i nostri settori produttivi: l’agricoltura e l’agroalimentare, ma vale anche per l’automotive. Serve meno burocrazia».
Martedì il Parlamento Ue vota le clausole di salvaguardia nell’ambito del Mercosur. Vi bastano?
«Chiediamo un senso di responsabilità e una presa di coscienza al Parlamento rispetto agli aspetti necessari per mantenere le capacità produttive all’interno dell’ue e per dare una risposta economica e sociale all’intera popolazione. Vogliamo clausole di reciprocità automatiche, controlli sanitari più forti e garanzie agricole come i francesi. In più insistiamo sull’importanza del coordinamento delle agenzie delle dogane a livello Ue con un’authority. Speriamo che la candidatura di Roma per ospitare la sede della nuova Autorità sia vincente: l’Italia ha i sistemi di controllo sulle filiere agroalimentari più avanzati a livello globale».
C’è un problema?
«Nell’Ue viene controllato solo il 3% di quello che importiamo e non c’è un continente al mondo che controlli così poco. In alcuni Paesi anche meno, penso all’Olanda».
Il Mercosur riconosce però numerosi prodotti italiani contro l’italian Sounding.
«I Paesi che operano nel Mercosur non hanno nessun tipo di controllo, basti pensare al Brasile o all’Argentina dove la presenza di Italian Sounding è esponenziale e dove in tanti casi non andranno a rispettare quello che oggi viene inserito nell’accordo».
Perché vi preoccupa il Mercosur?
«Non siamo contrari agli accordi. Abbiamo salutato con favore quello con il Giappone. Ma il Mercosur sarà il primo di una lunga serie di accordi di libero scambio che l’Ue dovrà siglare: l’importanza di includere clausole a tutela dei nostri imprenditori è fondamentale per avere poi la possibilità di poterle inserire anche in futuro.»
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Il comunicato stampa di Confagricoltura -Il 18 dicembre a Bruxelles alla grande manifestazione per difendere l’agricoltura europea
Se l’agricoltura europea oggi non è accompagnata da politiche adeguate ai tempi e alle necessità, tra una decina di anni non sarà più in grado più di reggere il mercato. Per questo il 18 dicembre gli agricoltori di tutti i 27 Stati membri si sono dati appuntamento a Bruxelles per una forte protesta contro le politiche della Commissione UE. Confagricoltura spiega le motivazioni del corteo che si annuncia la più grande manifestazione delle organizzazioni agricole nella capitale belga dopo oltre un decennio. Diverse centinaia di rappresentanti di Confagricoltura saranno presenti a Bruxelles, dove la delegazione italiana si annuncia la più numerosa, dopo quella franco-belga. Sono attesi più di diecimila sfilanti appartenenti a oltre 40 organizzazioni dei 27 Stati UE. Le richieste si riassumono sostanzialmente in una politica agricola unitaria, con un budget idoneo e non ridotto del 20% come previsto, con meno burocrazia e una visione di crescita. Se la UE disinveste sull’agricoltura – evidenzia Confagricoltura – il rischio è di implodere di fronte alle altre potenze mondiali: sono insufficienti le risorse per la prossima Pac, inefficaci le tutele del mercato UE rispetto alla concorrenza dei prodotti che arrivano dai Paesi extra europei, e le misure annunciate per il settore primario non mettono al centro i temi della produttività, della competitività e dell’innovazione. “Non chiediamo sussidi, – ha ribadito oggi il presidente Giansanti a Bruxelles alle Giornate Agri-Food della UE – ma incentivi in grado di garantire la produzione, la qualità e la sicurezza alimentare, oltre al futuro dei giovani agricoltori”.

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