Che fa il sindacato statunitense?

Un sindacalista anima la propria autonomia di pensiero e quella del sindacato in cui opera se mantiene la curiosità di sapere, di indagare, di conoscere. Se non perde la caratteristica dell’autodidatta: voglia di leggere e di scrivere che sono ingredienti del principio di speranza. Indagare il presente per intravedere il futuro. Savino Pezzotta rientra nel numero – che si sta restringendo – di sindacalisti attivi o non che mantengono questa caratteristica. Cerca notizie anche su quanto succede oltreoceano nell’ALF- CIO e pubblica, sul suo sito “In ricerca”, l’incoraggiante e interessante articolo, qui riprodotto, su come il sindacato statunitense contrasta la politica reazionaria e autoritaria del presidente Donald Trump. E’ un modo di essere in sintonia con l’altra sponda dell’oceano alquanto diverso da molti politici, e anche di sindacalisti. Di seguito il testo.

<< Sono convinto che il sindacalismo italiano dovrebbe guardare con maggiore attenzione come il Sindacalismo statunitense reagisce e contrasta le politiche regressive e autoritarie del Presidente Trump e della sua amministrazione. Personalmente la interpreto come una vera battaglia in difesa della democrazia e della costituzione. Una lotta che ci riguarda perché la democrazia è la patria comune delle persone al lavoro.

Il sindacato americano, in particolare l’AFL-CIO, contrasta la linea reazionaria di Donald Trump su più fronti – politico, economico e culturale – cercando di riaffermare un modello di società fondato sul lavoro dignitoso e sui diritti civili.

  1. Difesa della democrazia e dello Stato di diritto. Dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, l’AFL-CIO ha preso una posizione netta: nessuna neutralità di fronte all’autoritarismo. Ha definito l’attacco “una minaccia al cuore della democrazia americana” e ha sostenuto le iniziative per difendere il diritto di voto e contrastare le leggi statali che limitano la partecipazione elettorale, spesso dirette contro le comunità afroamericane e latinoamericane — base storica del movimento sindacale.

  1. Economia giusta contro il populismo corporativo. Trump ha fatto leva su un nazionalismo economico che ha sedotto molti lavoratori industriali. Il sindacato risponde spostando il dibattito su un “patriottismo del lavoro”, non delle imprese: produzione sostenibile, diritti sindacali nelle filiere globali e salario dignitoso. L’AFL-CIO contesta le politiche fiscali trumpiane, che hanno favorito i miliardari e indebolito i servizi pubblici.

  1. Rifiuto della retorica razzista e anti-immigrati. Le federazioni sindacali americane si sono impegnate a costruire unità tra lavoratori di origini diverse, opponendosi alla narrativa xenofoba di Trump. Campagne come “Ci rialziamo insieme” promuovono solidarietà tra americani, immigrati e lavoratori precari, mettendo al centro l’inclusione e l’uguaglianza.

  1. Sindacalizzazione come risposta al populismo autoritario. Il sindacato vede nella costruzione di nuove forme di rappresentanza collettiva la vera alternativa alla destra reazionaria. L’idea è che solo restituendo voce e potere ai lavoratori si possa spezzare la presa culturale di Trump sul “popolo bianco impoverito”.

In sintesi, l’AFL-CIO non combatte solo un leader, ma un modello di società: quello dell’individualismo competitivo e della paura. Al suo posto propone una democrazia del lavoro, inclusiva, solidale e radicata nelle comunità.

https://savinopezzotta.wordpress.com/2025/11/04/come-il-sindacato-statunitense-contrasta-la-politica-reazionaria-e-autoritaria-del-presidente-trump/?

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