ZUPPI DI LOTTA E DI GOVERNO

Su Il Foglio del 22 luglio 2024 è stata pubblicata, su tre pagine e mezza con il titolo “Zuppi di lotta e di governo“, l’intervista di Matteo Matziuzzi al Presidente della Cei, cardinale Matteo Maria Zuppi. Nelle risposte date si possono ritrovare molti dei perchè oggi le parole dei partiti e dei sindacati non riscaldino più i cuori come nel tempo, nel nostro paese: le parole potranno nuovamente riscaldare i cuori e accendere le menti se al pensiero seguirà la coerente azione. Pubblichiamo il testo integrale (cinque cartelle) consigliandone la lettura.

Simpatico e alla mano, non va ridotto a santino. Zuppi la politica la mastica, la vive nel concreto, gli piace. Come, prima di lui, piaceva a Camillo Ruini. A cambiare sono le prospettive.

Matteo Maria Zuppi, vescovo di Bologna e Presidente Cei

La presidenza Cei targata Zuppi ha segnato il revival del cattolicesimo democratico, per anni confinato ai tavoli dell’élite culturale italiana. Ora è la bussola. Don Milani e La Pira, padre Turoldo e Dossetti. Lo si è visto anche a Trieste con le Settimane sociali, il cui titolo faceva capire tutto. “Al cuore della democrazia”

La realpolitik di Don Matteo – Inviato speciale del Papa per tentare di porre fine alla guerra russo-ucraina. Prima a Kyiv e poi a Mosca. Quindi a Washington e Pechino. Il “modello Mozambico”

La Lettera alla Costituzione del 2021: “Ascoltando testo già meglio perché mi trasmetti tanta fiducia e tanta serietà per la nostra casa comune”. Pochi mesi fa, la Lettera all’Europa, in vista delle elezioni comunitarie. Le critiche: si parla più di princìpi “repubblicani” che di valori “cristiani”

Il botta e risposta con Giorgia Meloni, la luna di miele con Palazzo Chigi che è finita da tempo. Il problema dei fondi per l’otto per mille e le critiche all’accordo con l’Albania. I sussurri maligni in Transatlantico: “E’ lui il vero capo del Pd, quello per così dire tradizionale, prodiano e franceschiniano”

Anni fa, per ventiquattr’ore divise la città: s’era sparsa la voce che per la festa di San Petronio avesse chiesto di preparare tortellini senza maiale. “Il tortellino dell’accoglienza”. Apriti cielo, successe il finimondo. La diocesi rispose: “Il cardinale non s’è occupato di tortellini

L’amicizia con l’agnostico Francesco Guccini, che disse: “Di Zuppi apprezzo la religiosità senza sovrastrutture. E’ una persona che nonostante la sua carica se ne va in giro in bicicletta per Bologna, parla con tutti, affabile, alla mano”. Nel 2017 andarono insieme ad Auschwitz

Così inizia Matteo Matziuzzi << Destra e sinistra, piazza e sagrestia. La vocazione nata a Sant’Egidio, le missioni di pace per conto del Papa. Chi è il presidente della Cei, l’uomo che ha riportato la Chiesa al centro del dibattito politico e che qualcuno vedrebbe bene vestito di bianco. Il più grande mistero che riguarda il cardinale Matteo Maria Zuppi, don Matteo per amici di una vita e fedeli che amano il loro arcivescovo, è come faccia a incastrare nella sua agenda, che ampia e profonda dev’essere quanto la mitologica borsa di Mary Poppins, tutti gli impegni che ha. Governare la diocesi di Bologna (non propriamente, e con tutto il rispetto del caso, un insieme di villaggi di Trinidad & Tobago), fare il presidente della Conferenza episcopale italiana, partecipare agli eventi cui è invitato da nord a sud, fra cerimonie per quel santo patrono o per quella ricorrenza plurisecolare cara al devoto popolo locale.

E poi le missioni internazionali disposte dal Papa, il tour per la pace a Kyiv e Mosca, a Pechino e Washington. Giornate di quarantotto o fors’anche di settantadue ore. Passa da una presentazione libraria organizzata da centri del cattolicesimo della sinistra attivista ai vespri nel rito tradizionalista al Pantheon di Roma in un tripudio di latinorum e incenso, salta dalla presenza e celebrazioni della più forte devozione popolare alla chiusura del festival di Repubblica.

Un anno fa, la visita alla festa di Rifondazione comunista a Borgo Panigale, con il segretario nazionale del partito – forse preda dell’emozione – sicuro che su pace guerra, Russia e Ucraina, le sue idee fossero assolutamente le stesse del cardinale. Destra e sinistra, piazza e sagrestia. Dall’alba a ben oltre il tramonto. Perfetta rappresentazione del “prete di strada e d’altare, capace di sintetizzare la dimensione popolare orizzontale e la verticalità della liturgia”, come disse di lui il teologo Vito Mancuso. Una vita che metterebbe alla prova la scorza del più convinto e dinamico globetrotter. Scherzosamente, qualcuno aprì pure una pagina su Facebook: “Zuppi che fa cose”….>> Per proseguire aprire l’allegato