Il grido dei 30mila!
“Siamo ebrei e palestinesi, russi e ucraini. L’umanità non ha confini”. Con questo slogan scandito da centinaia di persone, è partita la manifestazione nazionale a Roma per la pace e il diritto di manifestare, organizzata da Assisi Pace Giusta. Così da notizia (askanews) sul web Il Sole 24 ore- Sabato 9 marzo con Assisi Pace Giusta hanno manifestato molte associazioni, sindacati e reti. Il grido dei 30 mila: cessare il fuoco, negoziati, fermare il massacro, liberare gli ostaggi. A Gaza avanzano la fame e la carestia. In Cisgiordania avanzano i coloni. In Ucraina avanzano i russi. Papa Francesco chiede che si abbia il coraggio di proporre “la bandiera bianca per iniziare i negoziati”. Vedere i reportage di Francesca Mannocchi e altri allegati. Di seguito pubblichiamo l’articolo di Luca Liverani – su L’Avvenire – sulla manifestazione di Roma.
<< Da tutta Italia a Roma per chiedere la pace a Gaza: immediato cessate il fuoco, ingresso degli aiuti umanitari, riconoscimento dello stato palestinese.Un corteo lungo, pacifico, colorato sfila giù per via Cavour fino a via dei Fori Imperiali. E sullo sfondo del Colosseo sventola un tripudio di bandiere arcobaleno, della Cgil, palestinesi e delle tante sigle di associazioni, movimenti e realtà territoriali. Alzando la voce per dire «basta subito» al massacro di civili nella Striscia di Gaza seguito al pogrom di Hamas in Israele.
Dopo una mattinata di pioggia, il cielo concede una tregua alla manifestazione nazionale. «Almeno 30 mila persone», dicono gli organizzatori, arrivate nel centro della Capitale da tutta Italia «per chiedere il cessate il fuoco a Gaza e per riaffermare il pieno diritto di manifestare liberamente e pacificamente come ricorda la Costituzione». La manifestazione è promossa dal comitato Assisi Pace Giusta, cui hanno aderito decine di sigle di associazioni pacifiste, a cominciare da Rete italiana pace e disarmo, fino alla Cgil.
«Oggi qui ci sono persone di culture e percorsi diversi che manifestano insieme – dice don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera – e tutti chiedono di essere ascoltati da chi invece continua a lasciar parlare le armi».
«Manifestare è più che mai necessario su un tema importante come la pace e i diritti umani – dice la presidente di Emergency Rossella Miccio – e la Costituzione ci garantisce questo diritto. Ora bisogna obbligare Israele ad aprire i confini per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari e per un cessate il fuoco indispensabile per aiutare i civili intrappolati. Ma è un obbligo anche dei paesi amici di Israele, che lo sostengono e lo armano». Poi una riflessione amara: «Il nostro fondatore Gino Strada sarebbe arrabbiatissimo: assistiamo a quello che non avremmo mai pensato, almeno dei pilastri che consideravamo certi, cioè il rispetto per la neutralità, per la sacralità dei luoghi di cura che sono violati costantemente, intenzionalmente, e non solo in questa guerra».
«Manifestiamo oggi – spiega il presidente dell’Arci Walter Massa – anche perché è quello che ci hanno chiesto di fare le ong palestinesi e le organizzazioni internazionali che abbiamo incontrato nei giorni scorsi al valico di Rafah in Egitto. Altrimenti sarà una catastrofe umanitaria. Il cessate il fuoco è l’unica questione da porre al centro per un intervento umanitario degno di questo nome. I dati dell’Organizzazione mondiale della sanità sono inquietanti: se non cesseranno le ostilità e il blocco al confine, le persone che moriranno nei prossimi sei mesi arriveranno a 85 mila».
«Ci sono 1.500 camion pieni di aiuti umanitari bloccati a Rafah – dice il segretario della Cgil Maurizio Landini – e quindi cessare il fuoco e far entrare gli aiuti è la condizione necessaria. Per questo siamo oggi in piazza a manifestare e pensiamo di non fermarci per questo obiettivo che deve essere realizzato. Siamo qui a difendere il diritto di tutte e due i popoli ad esistere, ma bisogna fermare il massacro in atto, applicare le direttive dell’Onu a partire da “due popoli, due stati”. E tutti i governi lavorino per attivare una conferenza vera di pace. Perché quello che sta facendo Netanyahu è contro il proprio popolo israeliano».
«Stop al genocidio, voi i manganelli, noi la pace» è lo slogan di universitari (Uds) e studenti medi che sfilano esibendo la Costituzione Italiana. «Siamo ebrei e palestinesi, siamo Russi e Ucraini, l’umanità non ha confini», campeggia su un grande manifesto bianco della corrente umanista socialista».
Nel corteo c’è anche la deputata del Pd Laura Boldrini, appena tornata da Rafah in Egitto, dove è stata assieme a rappresentanti dei ong e altri parlamentari. «A Gaza non c’è piu’ tempo – dice Boldrini – e la gente sta morendo di fame. Le autorità israeliane non consentono il passaggio dei convogli con gli aiuti. Si rischia di morire non solo per le bombe, ma anche di fame. Il governo dia seguito alla mozione approvata in Parlamento sul cessate il fuoco». Da Rafah sono tornati anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde, e Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana: «A Gaza ci sono veri crimini contro l’umanità», afferma Angelo Bonelli dei Verdi: «Stiamo raccogliendo documentazioni, foto e video da inviare al tribunale penale internazionale affinché sia da supporto a un’inchiesta che ormai è inevitabile: bambini che muoiono di fame, deliberata distruzione di abitazioni civili e presidi sanitari, aiuti umanitari, incubatrici, medicinali sono bloccati da Israele. Tutto ciò è inaccettabile».
La manifestazione si è conclusa ai Fori imperiali, dove era stato montato il palco per gli interventi e le testimonianze. Come quella della Fiorella Mannoia: «Oggi chi parla di pace viene ridicolizzato, deriso, o peggio messo in liste di proscrizione – ha detto la cantante – e se tanti anni fa mi avessero detto che avrebbero costruito muri per impedire ai poveri, che noi abbiamo reso tali, di venire da noi, io non ci avrei creduto. Io non mi rassegno». L’evento è terminato sulle note della canzone “Casa mia” di Ghali: sul palco tutti i componenti della coalizione Assisi Pace Giusta a salutare e ringraziare i partecipanti.>> Per vedere altre immagini dellla manifestazione, un clic qui https://www.avvenire.it/attualita/pagine/la-manifestazione-il-grido-dei-30-mila-fermare-il-massacro-liberare-tutti-gli-ostaggi
In chiusura della manifestazione è stato proiettato il video di Alessandro Bergonzoni, un profluvio di parole che restano stampate nella memoria: «Va bene, discutiamo dell’etimologia di genocidio, ma prima c’è stato un genocidio, il massacro del nostro cervello che non passa dal male al bene: anche la morte chiede tregua, non ce la fa più». Sul significato di genocidio e sull’uso di questa parola per Gaza, Luigi Manconi pubblica un articolo su La Repubblica in cui spiega perché non utilizza la parola genocidio per il massacro e la strage di innocenti che avviene a Gaza, in allegato l’articolo.
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