La fabbrica del sole
Aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili; diversificazione delle aree di approvvigionamento; riduzione dei consumi. Sono i tre pilastri del capitolo relativo al Repower Eu (il piano europeo per fronteggiare la crisi energetica) che il governo inserirà entro il 30 aprile nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) come richiesto da Bruxelles. Il progetto annunciato e già avviato da Enel per la fabbrica del sole, a Catania, fa parte del Repower Eu.
Laura Serafini, in “Enel, 600 milioni per fare pannelli a Catania“, su il Sole del 7-2-23, descrive le caratteristiche del potenziamento dell’azienda 3Sun che potenzierà di 15 volte l’attuale produzione di pannelli solari di nuova tecnologia, la sua capacità a regime (2024) sarà pari a quella che producono ora tutte le fabbriche di pannelli in Europa. La nuova tecnologia per i nuovi moduli consente la produzione del 10% in più di energia a parità di superficie.
L’impianto – La gigafactory 3Sun di Enel Green Power si trova nel polo tecnologico della Etna Valley, poco fuori Catania.
Questo il testo dell’articolo < Tra il 2024 e il 2025 la fabbrica di pannelli fotovoltaici 3Sun di Catania metterà sul mercato moduli in grado assorbire più energia e generare il 10% in più di elettricità a parità di superficie occupata. Per le imprese aumenta il valore competitivo del prodotto, per la famiglia che vuole mettere un pannello sul tetto della porzione condominiale significa avere più energia occupando meno tetto.
Questo futuro non è così lontano. Enel ha inaugurato, lunedì 6 febbraio, a Catania i lavori per l’ampliamento della fabbrica esistente alla presenza del ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e dell’ad della società Francesco Starace. L’impianto è destinato a portare la capacità produttiva dagli attuali 200 megawatt fino a 3 mila megawatt entro il 2024, con investimento di 600 milioni, di cui 188 milioni sono stati assegnati dal fondo innovazione della Commissione Ue. Di questi 89,5 milioni sono a valere sul contratto di sviluppo presentato da Invitalia.
«Quando entrerà a regime questa fabbrica da sola sarà la somma di tutte le fabbriche di pannelli presenti ora in Europa – ha detto Starace -. Tra 5 anni ci saranno diverse fabbriche più grandi nella Ue. Il nostro può sembrare un impianto grande, ma riesce a coprire meno dell’8% del fabbisogno annuo della Ue, dove nel 2022 sono stati istallati 40 megawatt di pannelli. Questa iniziativa ricade nel progetto della Commissione per allargare e sostenere la filiera, in particolare sul wafer e il polisilicio. Questa fabbrica rappresenta un paradigma che vorremmo replicare in altre parti in Italia, in Europa e nel mondo. La fabbrica dimostra che l’innovazione tecnologica crea valore».
L’innovazione tecnologica crea valore perché è grazie alla tecnologica sviluppata nell’Innovation Lab di Catania che i pannelli bifacciali con eterogiunzione potranno diventare competitivi con la produzione cinese, che oggi domina i mercati. «Entro il 2025 i nuovi pannelli avranno uno strato in più, composto di perovskite, che consentirà di assorbire maggiore energia solare – spiega Salvatore Bernabei, ceo di Enel Green Power -. Con questa innovazione, che porterà la capacità di usare l’irradiazione dal 20% dei moduli oggi in commercio al 28%, i pannelli, pur costando un pò di più, saranno competitivi con quelli cinesi perché avranno una resa maggiore. Possiamo quindi competere con i cinesi grazie all’innovazione; se avessimo voluto farlo sulla scala di produzione sarebbe stato impossibile».
Il progetto messo in piedi da Enel immagina di smarcare la Ue dalla dipendenza della produzione cinese anche sui wafer di silicio dei quali sono composti i pannelli. «Abbiamo fatto accordi con due produttori norvegesi di wafer perché aumentino la capacità produttiva per servire i nostri impianti» dice Bernabei. Enel, infatti, sta progettando di replicare il progetto negli Usa, su scala più ampia arrivando fino a 6 gigawatt con un investimento di un miliardo di dollari. Ieri Starace ha annunciato che è stato scelto lo Stato nordamericano dove sarà installato il nuovo impianto. «I produttori norvegesi aumenteranno i volumi ed entro due anni potremo approvvigionarci da loro affrancandoci dalla produzione cinese. A loro volta i due impianti copriranno l’offerta del produttore europeo di silicio, che oggi vende la sua produzione alla Cina», ha detto Bernabei.
Starace ha annunciato che è stata concessa la trattativa in esclusiva a un partner per cedere il 50% del capitale della nuova fabbrica di Catania: secondo le indiscrezioni si tratterebbe del gruppo NextEnergy. «Il significato politico forte di questo investimento è la sua funzione di affrancamento del nostro Paese dall’estero, e segnatamente dalla Cina, anche sul fronte della produzione di impianti per l’energia rinnovabile», ha detto ieri Pichetto Fratin. I pannelli prodotti dalla nuova fabbrica non saranno usati solo per gli impianti realizzati da Enel, ma saranno messi in commercio attraverso grossisti e rivenditori per cui potranno essere acquistati anche dal cliente retail. Il pannello bifacciale sarà efficiente per l’utilizzo industriale perché ha lo spazio per utilizzare anche l’irradiazione sotto il pannello. Per gli impianti da installare sui tetti servirà il pannello monofacciale: la presenza della perovskite ne aumenterà comunque l’efficienza.>
Articolo correlato- Nuove fonti e nuove rotte per l’energia dal Sud e dall’Africa – Articolo di Gianni Silvestrini sul sito www.Italialibera.it – L’idea del governo Meloni di fare dell’Italia un hub energetico del Mediterraneo sarà presentatail 9 febbraio al Consiglio europeo. Già trent’anni fa si pensa a queste rotte; la novità è che oltre al metano – fonte “vecchia” di energia, e risorsa transitoria – si può immaginare un’importazione di energia verde con una pianificazione che tenga conto anche delle esigenze di rinnovabili dei Paesi del Nord Africa. Ci sono poi nuove prospettive per l’utilizzo del vento. In Italia la Sicilia sta progettando impianti galleggianti in mare per la produzione di energia eolica: non c’è danno al paesaggio, perché le “isole del vento” possono essere posizionate anche a decine di chilometri dalla costa. E ci sono conseguenze importanti per l’occupazione, con la creazione di molti nuovi posti di lavoro. Vai all’articolo con questo link https://italialibera.online/economia-lavoro/nuove-rotte-dellenergia-il-metano-dellalgeria-soluzione-di-passaggio-al-sud-rivoluzione-dal-mare/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=gli-ultimi-articoli-di-italia-libera-online
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