Un grido di pace, giustizia e libertà
Dopo la grande della manifestazione (80mila) di Berlino a sostegno della coraggiosa ribellione delle donne (la rivoluzione del velo) e di uomini in Iran, diventa credibile l’obiettivo dei pacifisti di riempire piazza San Giovanni il 5 novembre per premere per un’immediata tregua e l’avvio di un negoziato per andare oltre alla guerra in Ucraina.
Documento. Il mondo cattolico è pronto alla sfida: «Insieme a Francesco, per la pace» – La riflessione dei presidenti dei movimenti cattolici ed ecumenici in vista della grande manifestazione nazionale a Roma il 5 novembre per il cessate il fuoco immediato in Ucraina e il negoziato. https://www.avvenire.it/attualita/pagine/documento-per-la-pace-piattaforma-mondo-cattolico
https://www.laportadivetro.com/post/da-firenze-a-berlino-libert%C3%A0-per-l-iran
Per info qui https://retepacedisarmo.org/
Le associazioni e i movimenti della società civile che hanno aderito alla piattaforma di Europe for peace, sono più di 500. Ci sono i tre sindacati confederali, oltre alle sigle più importanti dell’associazionismo nazionale, laico e cattolico: Rete del disarmo, Anpi, Arci, Acli, Agesci, Emergency, Libera, Marcia per la pace Perugia-assisi, Sant’egidio, Save the Children e diverse sigle degli studenteschi medi e universitari.
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/manifestazione-pace-5-novembre-la-piattaforma
Per dare corpo al messaggio serve una mobilitazione di massa, in un contesto non semplice, con i principali media nazionali che verso chi invoca la tregua immediata, il cessate il fuoco per iniziare un negoziato, manifestano scetticismo e non pochi accusano i pacifisti di essere “ingenui” se non addirittura “filoputinisti”.
A tutt’oggi l’insistente richiamo alla pace di Papa Francesco è considerato da molti un atto messianico, dovuto da chi fa il Papa, ma risuona – si dice o si pensa – fuori dal tempo della realtà.
Alle istituzioni europee e internazionali manca l’acume e il coraggio politico di indicare soluzioni alternative alla ricerca della sconfitta, o lungo logoramento sul campo, del “cattivo”: per l’Occidente è certamente Putin, per la Russia “il nazionalnazismo ucraino”.
La comunità di Sant’Egidio ha promosso recentemente una qualificata e forte iniziativa “Il grido di pace” con interventi dei presidenti Sergio Mattarella, Emmanuel Macron e il cardinal Zuppi. Anch’essi sono rimasti sui media e nei talkshow poco tempo perché le loro riflessioni e indicazioni sono ben diverse, non sono sintonizzate con l’indirizzo ancora prevalente nella strategia della Nato di proseguire con il “fare parlare le armi” anziché il negoziato.
https://www.santegidio.org/pageID/30468/langID/it/itemID/48029/Ora-risorga-la-diplomazia-dopo-un-cessate-il-fuoco-Vitale-l-asse-con-Parigi.html Intervento di Ricciardi
https://www.quirinale.it/elementi/72718 https://youtu.be/bpoVQFbr71A Testo e video intervento di Sergio Mattarella
https://www.avvenire.it/attualita/pagine/il-grido-della-pace-zuppi-macron-mattarella
Diciamo No alle armi nucleari e SÍ a forti gesti di pace e di dialogo. Il Testo sottoscritto dai Presidenti delle Realtá Cattoliche e dai Movimenti Ecumenici. “Il cristiano è un uomo di pace, non un uomo in pace. Fare la pace è la sua vocazione” (don Primo Mazzolari). https://www.focolaritalia.it/2022/10/27/no-alle-armi-nucleari-e-si-a-forti-gesti-di-pace-e-di-dialogo/
Il “grido di pace” risuona più forte quando si indica come primo nemico da sconfiggere – nel mondo globalizzato ed interdipendente nell’era della transizione digitale e climatica – la guerra, con le sue immani stragi e tentazioni sull’uso di armi micidiali di sterminio di massa, con target su civili e strutture essenziali per la vita (luce, energia, acqua), indicando un percorso e le tematiche per un negoziato di pace, per rimuovere le cause del conflitto ricercando quel compromesso che dovrà essere convalidato e ratificato (obtortocollo, come ogni difficile compromesso) sia dagli aggrediti sia dagli aggressori. Per fare cessare un conflitto che si è trasformato in una sfida Occidente-Usa-Nato-Russia sul destino dell’Ucraina, con l’Europa che rischia di fare la fine di un vaso dicoccio tra vasi di ferro.
Il “grido di pace” deve essere forte per scuotere i tanti alleati (più o meno convinti) che confidano nel conflitto armato per risolvere i nodi Ucraina-Russia, per dare una risposta al dramma della guerra come è descritto da Francesca Mannonni – una delle più brave e coraggiose corrispondenti di guerra – nell’introduzione dell’ultimo suo libro “Oltre il confine” – rivolto ai ragazzi/e delle scuole – che cosi inizia < La scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievic, Premio Nobel per la letteratura, in uno dei suoi libri dal titolo La guerra non ha un volto di donna raccoglie la testimonianza di una giovane che aveva partecipato alla Seconda guerra mondiale: «Posso raccontare come ho combattuto e sparato, ma raccontare quanto e come ho pianto non posso. Questo resterà non detto. So solo una cosa: in guerra l’uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro». In queste righe è riassunta la ragione che mi ha spinto a scrivere un libro a voi, ragazze e ragazzi: raccontare come si piange in guerra non si può, quello che si sa è che “in guerra l’uomo si trasforma in un essere spaventoso e oscuro”. E’ su quell’essere spaventoso e oscuro che siamo chiamati a interrogarci. È quell’essere a riempirci di domande. Perché, dunque, scrivere di guerra? E perché scrivere di guerra a voi? Perché la guerra è dubbio, perché la guerra è un esercizio incessante di dilemmi, perché la guerra dovrebbe insegnarci ad ascoltare le ragioni dell’altro….(v.allegato)
Grande coraggio hanno dimostrato nei giorni scorsi undici intellettuali, di diversa estrazione culturale, che hanno sottoscritto un appello per il cessate il fuoco e l’avvio del negoziato indicando sei punti che potete leggere con questo link https://www.avvenire.it/attualita/pagine/un-negoziato-credibile-per-fermare-la-guerra – Massimo Cacciari, uno dei firmati, in «Basta sparare. Adesso tocca all’Europa mettere tutti intorno a un tavolo» nell’intervista a Umberto De Giovannangeli, su Il Riformista, non alza bandiera bianca di fronte al pensiero unico militarizzato. E risponde punto su punto ai suoi critici per aver sottoscritto quell’appello per la pace, anche con intellettuali di destra. Questi i firmatari: Antonio Baldassarre, Pietrangelo Buttafuoco, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Agostino Carrino, Francesca Izzo, Mauro Magatti, Eugenio Mazzarella, Giuseppe Vacca, Marcello Veneziani, Stefano Zamagni.
Questo appello è stato contestato e rifiutato dalla redazione Resilienzademocratica che in un lungo articolo espone le ragioni per le quali considera il testo degli 11 intellettuali un manifesto pseudo-pacifista. Vedi allegato.
Un altro appello “Tutti in piazza-Putin go home” (v.allegato) pubblicato su www.micromega.net sottoscritto da Gad Lerner, Erri De Luca, Floris d’Arcais, e altri evidenzia una valutazione diversa da quanto contenuto nell’appello sottoscritto da Massimo Cacciari e altri 10.
Anna Matilde Tombini
Mi permetto di dire la mia, riguardo alla situazione Ukraina. Se parlare di Pace significa non inviare armi a chi è stato aggredito,
ritengo sia assolutamente sbagliato e falso. Lasciare senza difesa un popolo aggredito e invaso, significa lavarsene le mani.
Dato che all’invasore PUTIN sembra non importare nulla della Pace, dobbiamo ricordare che per farla veramente, si dovrebbe essere in due a crederci partendo da situazioni simili, la Russia, invasore, con la sua potenza, e l’Ukraina sostenuta dall’occidente.
Oltre tutto se l’Ukraina venisse assoggettata alla Russia, potremo dire addio alla pace in Europa. Ricordo che ai confini dell’Ukraina, ci sono, la piccola Transnistria, ( filisovietica) la Moldavia con la Romania, la Polonia ecc. ecc. e ancora più il Mar Nero con le conseguenze che possiamo immaginare.
Credo che la conferenza dei Vescovi europei che citate, abbia la posizione più ragionevole in tutti i sensi.
Grazie e che Dio ce la mandi buona.
Pace a tutti