ORA PER ORA la faticosa rimonta del Sì grazie al seggio impiegati. Alle 6.15 della mattina di sabato 15 si conclude lo spoglio del referendum. Vince il SI con il 54,05% con 2735 contro il 45.95 del No con 2325 voti. Solamente 59 le schede bianche o nulle. Un risultato decisamente al di sotto di quello di Pomigliano, dove quest’estate i sì avevano ottenuto il 63% e i no si erano fermati al 36%. Decisivo, per la vittoria del sì a Mirafiori, l’apporto degli impiegati, che hanno votato in massa a favore dell’accordo con 421 SI’ ( e soli 20 No). Il NO è prevalso nelle aree operaie del montaggio e della lastatura, dove maggiormente si teme il peggioramento della condizione lavorativa per la riduzione delle pause, la nuova turnistica e gli straordinari a go-go.
A sostegno del sì invece, oltre agli impiegati, il voto della verniciatura è di coloro che svolgono in modo continuativo il turno di notte, quello che viene considerato un privilegio concesso dall’azienda per l’aumento in busta paga determinato dalle indennità per l’orario di lavoro particolarmente disagiato.
Sono andati alle urne in 5.119 votanti, il 94,2% degli aventi dirittosu 5431 presenti al lavoro.
A Pomigliano, nel referendum di giugno, i votanti erano il 95,1% (i Sì il 62,21 ed i No il 36,04).
Nelle ultime elezioni delle RSU alle Carrozzerie Mirafiori del 2009 i votanti erano stati l’88,9.
La Fim con il 24,4% è risultato il primo sindacato, poi la Fiom con 22,2%, il Fismic con 19%, la Uilm 13,15, Ugl 13,1, Sdl Cobas 7%. Sulla carta il fronte del NO disponeva di circa il 30% ma ha raccolto un consenso ben superiore, di oltre il 50% della sua rappresentanza elettorale, superando la quota del 45% dei votanti.
Il risultato del Referendum ha detto quindi cose ben diverse da quanto era stato ipotizzato, cioè un un forte successo del SI’. I grandi seggi del montaggio hanno votato NO.
La Fiom non ha dato indicazioni di voto poiché ritiene il referendum illegittimo. Una posizione singolare e contestata anche all’interno della categoria e della Cgil. A Mirafiori sono stati costituiti due comitati del NO, il primo promosso da Cobas e Usb, il secondo da un centinaio di delegati Fiom che ha fatto campagna elettorale per formalizzare il dissenso all’accordo votando NO.
Il voto nei dieci seggi
Il primo seggio scrutinato alle Carrozzerie di Mirafiori è stato il 9, quello del Montaggio nel settore paraurti e officine 80 e 85. Lì, tradizionale roccaforte Fiom, il No ha vinto 362 a 300 .
Il secondo seggio – molto numeroso con 836 votanti – era ancora del Montaggio; alla fine è finito 406 No, il 52,93% a 361, il 47,06.
Anche il terzosempre del Montaggio, il seggio 7, è andato al No: 374 a 350 Sì.
NO anche al seggio n.6, ancora del Montaggio. I NO sono 273 a fronte di 215 sì.
Metà voti scrutinati: il sì fermo al 46,8% Dopo lo scrutinio dei 4 seggi principali e di oltre la metà dei voti, al referendum sull’accordo dello stabilimento Fiat di Mirafiori i no sono il 53,2% (1.576) e i sì sono il 46,8% (1.386).
Nel seggio 2 ( sesto seggio scrutinato su nove ) , quello in cui hanno votato gli operai del turno di notte, il sì ha avuto 262 voti (70,2%) contro i 111 del no (29,8%).
Il SI’ raggiunge il 54,8% con 2.069 voti, contro il 45,2% dei NO con 1.707 voti
Seggio n.3 Verniciatura – ( otto su dieci). I sì sono 140 (60,1%), i no 93 (39,9%). Cinque le schede bianche o nulle. I voti favorevoli all’accordo raggiungono il 55% (2.322) mentre i contrari sono il 45% a quota 1.902. Mancano ancora i seggi 1 e 2 della lastratura e circa 800 voti. Ore 5.20
Seggio n.2 Lastratura. Vince il NO con 218 voti (51,9%) contro i 202 SI’ (48,1%). Il SI’ è avanti con il 54,3% (2.525) contro il 45.7% ( 2.120). ore 5.50
Seggio n.1 – si conclude alle 6.15 . con il 54% per il SI’
In allegato – curiosità pre apertura seggi
Allegato:
Ristampate le schede del quesito.doc
Questo referendum, può rappresentare, una tappa importante, verso una nuova inversione di tentenza, l’uscita dal destino residuale della classe operia e lavoratrice dipendente, che qualcuno ha assegnato e che molti hanno accettato. Dopo la lunga stagione di compromesso iniziata negli anni ’70 ed alimentata dalla retorica della responsabilità e dello sviluppo, adesso emerge un soggetto sindacale, autonomo e distinto, la Fiom, ed una massa consistente di lavoratori che vuole uscire dalla logica del ricatto. Bisogna saper raccogliere la sfida, riorganizzarsi e rilanciare una nuova risposta.
Penso che dopo un risultato di questa dimensione il fronte del Sì all’accordo,l’azienda e il sindacato, abbiano ben poco da festeggiare, anzi sarebbe molto meglio che cominciassero a riflettere seriamente sul perchè cosi tanti lavoratori, anche se sotto ricatto, hanno avuto la forza ed il coraggio di votare NO. COMETTO GIULIO