Quanto segue è tratto da EPI News un Istituto di Politica economica a lungo diretto da James Faux ( il suo ultimo libro, tanto per dare un’idea ha per titolo “ La guerra di classe mondiale “ ). L?EPI si colloca nell’ambito della sinistra democratica, collabora con i sindacati, in particolare la UAW e la AFLCIO. In Italia potete trovare contributi dekk’EPI su “ Insight” la rivista on line coordinata da T. Lettieri.
Un approccio pericoloso alla riduzione del deficit
La scorsa settimana , i co-presidenti della commissione nazionale sulla responsabilità fiscale e della riforma del deficit budgetario hanno rilasciato congiuntamente una proposta per ridurre il deficit. E’ nostro parere che entrambe le proposte siano risposte sbagliate nella presente situazione e possano seriamente ostacolare la creazione di posti di lacoro. Il bisogno sentito in modo drammatico dall’intero paese.Inoltre possono peggiorare il deficit sanitario.
Il Direttore del laboratorio di ricerca economica dell’ EPI , J Irons ha rilasciato una dichiarazione assai dura contro la presidenza della commissione fiscale accusandola di andare fuori dai binari.
Irons ha fatto notare che circa la metà dell’aggiustamento suggerito dalla commissione deriverebbe da tagli di spese discrezionali, una parte del budget che non è responsabile per l’indebitamento a lungo termine. Nello stesso tempo viene proposto molto poco per aumentare l’entrata fiscale e accenna semplicemente alla prima causa del debito a lungo termine, l’aumento della spesa sanitaria. Si limita a suggerire di affidare agli avvocati la gestione di un piano per il controllo del processo di crescita.Questo significa ridurre le prestazioni sanitarie per molte persone.
L’EPI ha anche fatto osservare che il piano , che impone riduzione del deficit al 60% del PIL per l’anno 2018 “ potrebbe rallentare ulteriormente la ripresa e rischiare una seconda recessione ancor più forte”.
EPI ritiene che la crisi economica attuale non è una buona ragione per adottare piani di austerità fiscale. Piuttosto è tempo di investire. Insieme ad altri due centri studi, Fiscal Blueprint e centiry Fundation, verrà elaborato un piano di rilancio con proposte di politica fiscale e budgetaria.
Altri 20 anni di alta disoccupazione ?
Il dipartimento per il lavoro nel suo documento del 5 Novembre riporta un tasso di disoccupazione dell’ordine del 9,6%. Sebbene il documento riporti la buona notizia che 159.000 posti di lavoro sono stati creati nel settore privato in Ottobre, anche quel livello non è sufficiente a capovolgere la situazione . L’economista H. Shierhoz ha scritto che se il tasso di creazione di posti di lavoro continuasse ad essere quello di Ottobre, ci vorranno 20 anni per ritornare alla situazione pre- crisi. Da qui il fantastico detto di Bonanni “ niente lavoro, niente lavoratori, niente lavoratori, niente diritti”. Elementare Jackson
T.F
Sindacalmente
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