Sciopero Generale in Sardegna di Cgil, Cisl e Uil; venerdì 11 novembre oltre 60mila in piazza a Cagliari, contro le politiche di iniquità e per un vero piano per il lavoro, la difesa dei settori produttivi, la difesa delle pensioni. Un Piano di Rinascita della Sardegna che, come hanno spiegato le tre sigle sindacali, deve contenere un vero programma straordinario per il lavoro, soprattutto dei giovani e delle donne, che incentivi adeguatamente la creazione di nuova occupazione e la stabilizzazione dei posti di lavoro. “Le ragioni di questa importante giornata di mobilitazione unitaria risiedono nella drammaticità che i sardi stanno vivendo”. Ha dichiarato Enzo Costa, Segretario Generale della CGIL Sarda, nel corso della manifestazione, ricordando che, negli ultimi tre anni, si sono persi circa 40mila posti di lavoro a tempo indeterminato e l’80% di quelli creati, che sono pochissimi, è lavoro precario.
In particolare nell’isola, come ha sottolineato il Segretario Generale della CGIL Sarda, circa 350mila abitanti, su un totale di 1.600.000, vivono con redditi sotto la soglia della povertà. “La Sardegna – ha spiegato Costa – vive le due estremità del disagio sociale: quello giovanile e quello degli anziani”.
Il dato della disoccupazione giovanile, come ha ricordato Costa, ha raggiunto il 34%, mentre la pensione media erogata in Sardegna è di circa 760 euro al mese.
Nel corteo, quindi, cittadini, giovani, precari, pensionati e i lavoratori e le lavoratrici di tutte le vertenze ancora aperte in Sardegna, sia nel settore industriale che in quello della pubblica amministrazione: dall’Alcoa di Portovesme, alla Vinyls di Porto Torres, ai marittimi della Enermar, sino ai lavoratori dei Centri dei servizi per il lavoro che rischiano la disoccupazione. Con loro in piazza anche gli artigiani, gli studenti delle scuole superiori, quelli universitari che hanno aderito allo Sciopero.
Di fronte al fallimento delle politiche del governo nazionale e regionale, Costa ha proseguito “salutiamo con soddisfazione il passo indietro di chi ha prodotto questo disastro e auspichiamo che le politiche che verranno messe in atto non siano ancora politiche di sacrifici rivolte a chi ha sempre pagato, ma rivolte a chi non ha mai pagato. E’ ora di toccare i grandi patrimoni immobiliari e finanziari”. Infine, rivolgendosi alla giunta regionale, Costa ha concluso “anche a lei chiediamo un passo indietro, ha dimostrato tutta la sua incapacità a gestire la situazione che sta portando la Sardegna al tracollo”.
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