SALARIO MINIMO IN EUROPA – T.Ferigo – confronto tra cinque paesi –
Salario minimo. Piovono proposte e la confusione aumenta: contratto unico, reddito di cittadinanza, salario minimo, ulteriore revisione dell’art.18. Una prima precisazione: il salario minimo garantito riguarda chi ha un rapporto di lavoro, può essere esteso a tutte le tipologie e settori (dipendente privato, dipendente pubblico, autonomo, contratti atipici, collaborazione) o riguardare solo una parte. Il riferimento all'Europa – come già avvenne per l’articolo 18 e le norme sui licenziamenti – è obbligato. Si dovrebbero confrontare non solo le norme ma tener conto delle specificità nazionali: le culture, le strutture politiche, la storia ed il ruolo dei sindacali. Come ad esempio abbiamo fatto, su questo sito, per il cosiddetto modello tedesco.
Il salario minimo stabilisce, per legge, il livello minimo delle retribuzioni. Vi sono, come vedremo differenze tra paesi nei modi della sua determinazione e applicazione, il ruolo delle parti sociali. E’ certamente lo strumento più diffuso a livello mondiale per la determinazione di livelli minimi di salario: USA, Europa, Paesi arabi, America latina. La sua incidenza supera quella della regolamentazione contrattuale definita sindacalmente a livello aziendale, di categoria, di settore.
A volte si fa commistione tra salario minimo e reddito di cittadinanza che, ricordiamo, è il diritto stabilito per legge di assicurare alla generalità dei cittadini – quelli senza lavoro e per un determinato periodo – la garanzia di un reddito minimo. Per il reddito di cittadinanza vedi l’articolo di Francesco Ciafaloni al seguente link- http://www.sindacalmente.org/content/reddito-di-cittadinanza-fciafaloni-rassegna
In questo articolo riassumiamo la situazione sul salario minimo garantito in 5 paesi europei: Italia, Regno Unito, Danimarca, Francia e Germania.
Che fa l’Unione Europea? Vi segnaliamo l’abstract dell’articolo pubblicato sul nostro sito a febbraio 2013. Salario minimo: se l’Europa cambia rotta! La proposta di Jean Claude Juncker, per quanto espressa in forma generica nel suo discorso di commiato dall’incarico di Presidente dell’Europa, merita grande attenzione. Il salario minimo non è un istituto presente in modo omogeneo nell'Eurozona. Non c'è in Italia. Non c'è nei paesi scandinavi. E neppure in Germania. Un numero crescente di lavoratori in Italia ed in Europa non sono tutelati sul salario minimo da nessun contratto sindacale. Fausto Durante, Responsabile Segretariato Europeo per la Cgil, riassume il problema nell’articolo allegato, pubblicato sul sito di rassegna.it. Per leggere l’articolo attiva il link sottostante
http://www.sindacalmente.org/content/salario-minimo-se-eu-cambia-rotta-fdurante-sindacato
Per proseguire la lettura aprire l'allegato con la descrizione della situazione esistente in Italia, Regno Unito, Danimarca, Francia e Germania.
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