Automative News edizione USA ha pubblicato il 3 Gennaio un articolo dedicato alle richieste del Presidente del sindacato dell’auto UAW, Bob King, recentemente eletto, in previsione del rinnovo contrattuale previsto per Luglio. Riporteremo quando il dibattito nel sindacato avrà definito con maggior precisione il contenuto della piattaforma. Strano, ma a Detroit la chiamano ancora così. Ma dalle dichiarazioni di King fatte al settimanale specializzato del settore risulta chiaro quale sarà la regina di tale richieste: la partecipazione di un rappresentante del sindacato nei consigli d’amministrazione delle tre big dell’auto (Ford, Gm e Chysler). King fa riferimento esplicito al modello tedesco: “ Lo abbiamo già chiesto in passato e continueremo a farlo”.
La discussione nella UAW sulla partecipazione nei board, nei Consigli d’Ammininistrazione, non è nuova. Nel periodo di guerra vi erano comitati di gestione a partecipazione sindacale che vennero poi disciolti negli anni 50. Il sindacato voleva indipendenza dal management ( noi e loro) era il motto e il management rivendicava il diritto al pieno governo dell’impresa.
Vi sono però negli ultimi 30 anni alcuni precedenti ignorati nei commenti italiani all’accordo Chrysler –FIAT. In USA è fiorita la democrazia economica ebbe a dichiarare Bonanni al Congresso FIM senza ben ricordare la storia del sindacato americano.
Nel 1980 La Chrysler era sull’orlo della bancarotta. Fu salvata dal Governo. Il Presidente della UAW, prima Douglas Fraser e poi Owen Bieber fecero parte del consiglio d’amministrazione presieduto dal mitico Lee Incocca. Più tardi rappresentanti della UAW sedettero nel consiglio di sorveglianza della Daymler-Chrysler AG dopo l’acqusizione, nel 1998, dell’azienda americana da parte di Daimler. Fu un’esperienza non facile e controversa. Ho già scritto sul blog a questo proposito e gli attivisti e quadri UAW non ne hanno un buon ricordo.
Per questo le dichiarazioni di King hanno aperto sui blog delle sezioni sindacali un dibattito a tutto campo, non mancano asprezze e accuse, ma l’argomento interessa e attira l’attenzione di rappresentanti delle locals, degli attivisti e di professori universitari. Gary Chaison , professore di relazioni industriali all’Università di Worcester ha commentato che « un seggio UAW nel board aziendale potrebbe dar luogo ad un vero e proprio florilegio di questioni spinose. Come successe in passato. Che cosa succede ad esempio quando il board deve discutere di contrattazione o di strategie di competitività? Fraser si allontanava dalla stanza per deontologia professionale o rinunciava all’aumento di stipendio previsto dal consiglio d’amministrazione. Oggi la situazione è ancor più problematicae e King dovrebbe affrontare non poche questioni di conflitto di interessi . Un posto nel consiglio d’amministrazione sarebbe drammatico, con effetti mediatici dirompenti, e non costa niente. Sarebbe puramente simbolico ».
(1 parte)
Nel prossimo articolo riporteremo le reazioni di lavoratori Chrysler sull’argomento
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