RECESSIONE E SPECULAZIONE FINANZIARIA – M.Pianta – globalmondo & Eu 18/12/11

Gli anni Trenta dietro l'angolo? Christine Lagarde, direttore del Fondo Monetario Internazionale, sollecita una rapida presa di coscienza, getta l’allarme sul fatto che la finanza speculativa corre verso l'abisso, la recessione mondiale si profila reale, gli Stati decidono per sé ma non contrastano con decisione coordinate a livello sovranazionale l’arretramento economico,la ripresa inflattiva, la speculazione sui debiti sovrani. Ma l'alternativa si può costruire.

Di seguito: Gli anni Trenta dietro l’angolo di Mario Pianta

È stato relativamente facile per Mario Monti avere ieri la fiducia della Camera al suo programma di austerità. Più difficile è il compromesso dell’ultimo minuto negoziato al Senato Usa su come trovare i 200 miliardi di dollari che mancano in bilancio. Per mantenere gli sgravi fiscali ai lavoratori dipendenti, i democratici vogliono tassare i redditi oltre 1 milione di dollari, ma i repubblicani hanno posto il veto; senza accordo, la spesa pubblica sarebbe senza copertura e lo stato dovrebbe letteralmente chiudere gli uffici pubblici.

La politica sembra paralizzata e finanza corre verso l’abisso. L’agenzia di rating Fitch ha abbassato i voti a sette delle maggiori banche – da Goldman Sachs a Deutsche Bank – gonfie di titoli pubblici e privati che valgono sempre meno; le tengono in vita solo i finanziamenti illimitati – a costi quasi zero – offerti da Banca centrale europea e Fed Usa, e i facili guadagni a spese degli stati che devono pagare il 30% sul debito della Grecia e il 7% sul debito dell’Italia.

L’accordo di Bruxelles sulla revisione dei Trattati – che impone austerità a tutti – non ha ridotto la speculazione finanziaria e il peso del debito pubblico si fa più pesante: Standard & Poor sta per togliere le tre A alla Francia, e la Banca di Francia replica puntando il dito sui conti in rosso della Gran Bretagna, isolata dopo il suo no all’Europa. Per fortuna i regolamentatori Usa hanno proposto di eliminare ogni ruolo delle agenzie di rating nella valutazione dei rischi finanziari: una misura essenziale da introdurre al più presto anche in Europa.

 

La finanza in picchiata trascina dietro di sé l’economia reale. Nel 2011 la crescita del commercio internazionale è appena un terzo rispetto all’anno passato, il boom dei paesi emergenti si sgonfia, le spinte al protezionismo si moltiplicano, la Cina impone tariffe sulle auto di lusso Usa e Washington minaccia ritorsioni. L’idea che sarà il commercio a rilanciare la crescita si mostra un’illusione. Perfino Mario Monti, nel suo primo discorso al Senato, ha raccomandato di “comprare italiano” per Natale, dopo una vita passata a sostenere l’apertura dei mercati internazionali. A liberalizzare i mercati interni, come abbiamo visto alla Camera, ha rinunciato subito.

 

La recessione prende piede in Europa – grazie alle politiche di austerità imposte dalla Germania – e i tassi di disoccupazione salgono al 21% in Spagna e al 17% in Grecia, mentre in Italia Confindustria si aspetta 800 mila posti di lavoro in meno.

 

Da Washington, perfino Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario, ha avuto un sussulto: se non cooperiamo tutti, avremo protezionismo e depressione: “proprio quello che è avvenuto negli anni trenta, e quello che è successo dopo non è esattamente quello che desideriamo”.

 

Il problema è quello che è successo prima: oggi la depressione si può evitare legando le mani alla finanza e rimettendo al posto di comando una politica che lasci i dogmi del liberismo e prenda le difese del 99% della società. 

di Mario Pianta da www.sbilanciamoci.info 17/12/2011

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