L’articolo “Onorare gli immigrati” che alleghiamo è apparso su “Filosofia Democrazia Razzismo” scritto a quattro mani da di Pierandrea Amato, Gianfranco Borrelli, Giuseppe Di Marco, Bruno Moroncini, Maurizio Zanardi. Contiene giudizi secchi e taglienti che possono essere condivisi o meno, totalmente o in parte. E’ utile per non fare morire la discussione dopo le forti emozioni dei fatti avvenuti in Calabria. Riportiamo due stralci e vi invitiamo a leggere l’articolo.
La rivolta di Rosarno e la risposta data dal governo portano alla luce, una luce cruda e violenta, una realtà con cui conviviamo da tempo in Italia, ma che ci rifiutiamo di guardare e affrontare democraticamente. Democrazia è oggi una parola logora, ridotta al computo dei risultati elettorali o dei sondaggi, indebolita al punto tale da esistere quasi solo come un rito elettorale in cui non si sceglie nulla, se non di non di essere contati per non contare quasi nulla. Ma proprio la lotta per l’emancipazione degli immigrati può ridare un senso profondo e un avvenire non miserabile alla cosa che chiamiamo “democrazia”. Forse, proprio gli immigrati, quelli che non contano nulla, che non sono contati da nessun risultato elettorale, e quindi non fanno parte del “gioco” democratico, possono ricordarci e già ci ricordano con la loro ribellione di fronte all’intollerabile che cosa può significare democrazia…………
Chiedere a chi è trattato come non-uomo – vessato da una violenza quotidiana al di là dell’immaginabile – di agire con buona forma ed “educazione”, non solo è un vero e proprio esercizio di idiozia piccolo-borghese, in cui si esercitano mediocri politici, giornalisti e opinionisti, ma anche la dimostrazione che si è disposti a sopportare solo gli immigrati deboli, che suscitano pietà, che dipendono da noi. Ma se solo quegli immigrati dimostrano forza, si presentano come soggetti che non attendono la nostra compassione, ecco l’accusa d’ingratitudine, ossia la colpa di “esistere”. Siamo in un tempo che non ama chi tenta di diventare un soggetto. Si amano le vittime, mute e disperate, remissive, così che si possa parlare al loro posto…….
Allegato:
Articolo_Onorare gli immigrati.doc
1° marzo 2010 italiani e immigrati assieme per più giustizia e legalità Manifestazione ore 18 – in Piazza Ferruccio Nazionale – Ivrea chiediamo: a) l’abolizione del reato di clandestinità; b) che nessuno venga respinto senza che possa spiegare le ragioni per cui chiede asilo; c) la possibilità di regolarizzarsi da parte degli immigrati irregolari (e delle loro famiglie) che abbiano un lavoro; d) una gestione dei flussi di ingresso a livello regionale e il ripristino del permesso con lo sponsor; e) una gestione del rinnovo dei permessi di soggiorno attraverso i Comuni e senza aumento dei costi; f) un prolungamento del termine dei 6 mesi per la ricerca di un lavoro senza perdita del permesso di soggiorno; g) la cittadinanza italiana per chi nasce in Italia e un percorso certo per acquisirla da parte degli immigrati che vi risiedono regolarmente da 5 anni; h) il voto amministrativo per i residenti; i) più fondi per le politiche di integrazione a partire dalla scuola; Noi, cittadini italiani, diamo il benvenuto agli immigrati, e lavoreremo con loro per una nuova Italia ed Europa che siano Patria dei nostri figli e nipoti: 1) siamo grati agli immigrati che fanno lavori che per noi, e per i nostri giovani, sono diventati difficili: nei campi, nei frutteti, nelle stalle, in cantieri e fabbriche di lavoro duro e pesante, nelle nostre famiglie con le persone anziane e persone malate; 2) siamo loro grati perché, quando è loro consentito, versano contributi e tasse che servono per le pensioni dei nostri anziani e per i nostri servizi pubblici; 3) riconosciamo che con i loro consumi sostengono la domanda di beni e di servizi (quante scuole chiuse senza i loro figli!!!) e quindi sostengono la produzione e l’occupazione del nostro Paese; 4) siamo contenti che la loro speranza di un domani migliore abbiano deciso di spenderla nel nostro Paese: perché ne avevamo bisogno. Loro e i loro figli ci daranno energia per sperare nel futuro. 5) capiamo che hanno la stessa nostra sete di legalità, perché spesso patiscono il peso dello sfruttamento e della illegalità; perciò ci possono aiutare a costruire una Italia più rispettosa delle nostre leggi e a combattere le mafie. 6) siamo loro grati per essere portatori di punti di vista diversi, anche scomodi, su cui già discutiamo, anche con calore, ma cercando il rispetto reciproco. 7) Siamo loro grati perché venendo qui ci hanno fatto capire che nessuno è immune dal rischio del razzismo e della xenofobia, ma saperlo aiuta a guarire e vivere meglio. Manifestazione indetta da Casa delle Culture “Giuliana Karunanayake”, Casa di Abramo, Centro Migranti della Diocesi di Ivrea, Aceric (Associazione Culturale Romeni), Al Wafaa (Associazione Immigrati Maghreb), AssImmig (Associazione Immigrati del Canavese), Centro Culturale Islamico di Ivrea, CGIL, CISL del Canavese, UIL del Canavese, Caritas, ANPI, Anolf (Associazione Nazionale Oltre le frontiere), Gruppo Amizade, Centro Documentazione Pace, Presidio RADIO AUT di Libera – Ivrea, MIR Movimento Internazionale di Riconciliazione, Good Samaritan, Coordinamento di Libera, Circolo Dora Baltea di Legambiente, Associazione Ecoredia, Il sogno di Tsige, redazione di Varieventuali, Pax Christi, Chiesa Evangelica Valdese, Casa delle Donne Febbraio 2010