Si infittiscono gli attacchi estemporanei alla Costituzione Repubblicana: qualche giorno fa si è tentato di proporre l’abolizione della disposizione XII transitoria e finale sul divieto di ricostituzione del partito fascista, adesso, addirittura, si pensa di modificare l’articolo 1 che disegna magistralmente le basi del concetto di sovranità popolare. Queste provocazioni sono raccolte dalla stampa e dei media e diventano, in maniera inaudita, oggetto del dibattito politico inculcando, comunque, nell’opinione pubblica l’idea che la Costituzione possa essere modificata, perché inadeguata alla contingenza politica e nella sostanza ormai collocata fuori dalla storia.
E’ questo un punto fondamentale: la Costituzione non può e non deve essere modificata per via della contingenza politica.
Non esiste alcuna "Costituzione materiale" sulla base della quale adeguare anche il testo costituzionale, ad usi e prassi momentaneamente correnti.
Un principio questo, della "storicità" della Costituzione, del suo valere ben oltre le contingenze politiche, che deve essere riaffermato con forza.
La Costituzione deve essere considerata, come è stato nel corso di questi anni, l’argine fondamentale della nostra convivenza civile e politica.
Attorno alla Costituzione deve essere trovata l’unità di tutte le forze democratiche per cercare di uscire in positivo da questa fase di vero e proprio allarme : un allarme sullo stato della nostra Repubblica, fondato sull’emergere di un pericoloso populismo personalistico, che deve essere avversato fino in fondo, senza timori di sorta e senza pensare agli equilibri futuri ed a tornaconti di gruppo.
Il tema è ricorrente,ma è necessario riproporlo: il modello del CLN rimane, a nostro giudizio, quello più validamente perseguibile in questa fase.
Quanto al ruolo dei poteri dello stato, suddivisi sull’insuperabile modello dell’Illuminismo nella classica “tripartizione”che deve essere mantenuta, la Carta Costituzionale dall’articolo 55 in avanti disegna una architettura che ha bisogno di essere conservata e rafforzata.
No alla repubblica presidenziale, no alla dittatura di una minoranza nel Paese trasformata in maggioranza in Parlamento, da una legge elettorale sbagliata e dal trasformismo più deleterio.
Un nodo cruciale che, invece, deve essere affrontato al più presto (nel caso con una proposta unitaria delle opposizioni) è quello della legge elettorale: principalmente su due punti, quello del premio di maggioranza e quello delle liste bloccate.
Le opposizioni debbono saper proporre, nell’agenda politica, questa necessità di modifica della legge elettorale, ma soprattutto debbono porsi in grado di raccogliersi attorno alla Costituzione, essenza e simbolo della democrazia repubblicana.
Intanto mentre in Italia c’è chi vorrebbe fare a pezzi la Costituzione in Tunisia viene studiata come modello di democrazia. Vedi allegato.
Allegato:
La Costituzione è studiata in Tunisia.doc
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