INVESTIMENTI FUORI DAL PATTO – UE – mancata svolta storica a Strasburgo –
Il piano Ue sulla flessibilità – in questi giorni al centro d'un intenso negoziato in seno alla Commissione europea – è articolato su quattro principali punti. Il primo riguarda la proposta di scomputare dal calcolo del deficit dei singoli paesi le risorse nazionali ( 21 mild in totale) indirizzate al fondo Junker per gli investimenti, che come "leva" attiverebbere additittura 300 ml. Il secondo punto prevede che anche i cofinanziamenti nazionali ai fondi strutturali possano essere scomputati in caso di recessione del Paese in questione. Il terzo punto eviterebbe di tagliare del 0,5 il deficit di un Paese qualora lo stesso dimostri di realizzare riforme strutturali. Per l’Italia si tratterebbe di disporre di 8-10 miliardi. Il quarto punto: in taluni casi, ancora da specificare, un Paese che non abbia azzerato il deficit strutturale potrebbe limitarsi ad una correzione dello 0,25% anziché del 0,50%.
Il testo che è stato approvato a Strasburgo non è stata l'auspicata svolta storica per la politica di bilancio europea, è stato un allentamento della politica dell’austerità, e il nostro Paese avrà qualche margine in più di manovra, non ancora quantificato.
Alleghiamo inoltre un articolo di Guido Viale sul grande e complesso problema del rinegoziare un debito pubblico.
Per maggiori dettagli aprire gli allegati
- Ecco il piano Ue sulla flessibilità_ A.D'Argenio su La Repubblica del 11-1-2015
- Le norme Ue su deficit e bilancio_Sintesi dal 1977 al 2013
- Dossier sul labirinto delle norme europee_Boitani e Landi su lavoce.info
- Nove punti per rinegoziare il debito di Guido Viale Il Manifesto
Allegato:
ecco_il_piano_ue_sulla_flessibilita_dargenio.doc
dossier_labirinto_delle_regole_boitani-landi_lavoce.pdf
le_regole_su_deficit_e_bilancio_sintesi_1997-2013.doc
guido_viale_nove_punti_per_rinegoziare_il_debito.doc
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