Con soddisfazione leggo che nel documento finale approvato dal Consiglio Generale della Cisl del 16 dicembre, vengono ricordati due degli aspetti più importanti (e carenti) della condizione degli immigrati nel nostro Paese: l’acquisizione della cittadinanza italiana e il prolungamento, oltre i sei mesi attualmente previsti, del permesso di soggiorno per attesa occupazione per i lavoratori che hanno perso il lavoro.
Questo ultimo problema, in particolare, serve a impedire che caschino nella clandestinità decine o centinaia di migliaia di lavoratori che l’attuale crisi occupazionale priva del lavoro. Clandestinità che peraltro non è in diminuzione, in barba alle inutili, dannose e odiose leggi fatte passare come provvedimenti per la sicurezza. Legge che ha visto ormai più di una decina di magistrati rivolgersi alla Corte Costituzionale per un giudizio
Ovviamente la condizione dei migranti necessiterebbe di anche altre rivendicazioni che sono anche state formulate, ma tardano ad essere fatte proprie dal Sindacato italiano e dalla Cisl.
Ma cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Bene! la Cisl chiede una diversa legge per l’ottenimento della cittadinanza italiana; in particolare il problema riguarda le centinaia di migliaia di giovani e giovanissimi che sono nati in Italia o vi sono giunti piccoli o comunque minorenni. Sono persone che non hanno scelto un progetto migratorio: hanno subito quello definito dai genitori. Sono persone da sempre abituate a considerare questa come la terra dove crescere e vivere, forse anche domani. Frustrare queste sensazioni è ingiusto, sbagliato, pericoloso per loro e per le nostre comunità.
Se non ci sbrighiamo rischiamo di costruire un apartheid italiano. E’ già molto tardi non bisogna perdere altro tempo.
Da almeno 5 anni vi sono state proposte di legge in merito. Il Presidente della Camera ha preso importanti posizioni, esiste un disegno di legge bipartisan presentato e in discussione (e purtroppo peggiorato) in commissione alla Camera.
La Cisl ha manifestato il 21 dicembre, sotto la pioggia, davanti a Montecitorio per sostenere la proposta bipartisan (Sarubbi-Granata) che chiede una nuova regolamentazione per la cittadinanza. In precedenza aveva organizzato un Convegno sul tema. Non si può davvero dire che in Cisl manchi la sensibilità sul tema: bene!
Resta però una domanda che continua a non avere risposta. Perché su un tema come quello dell’immigrazione – dove è possibile avere un’unità di proposte e rivendicazioni che va dalla Cgil alla Uil, includendo anche l’Ugl, dalla Caritas alla Compagnia delle Opere, dalla Chiesa Valdese alle comunità cristiane ortodosse a quelle islamiche, dai laici ai chierici – non si attiva l’unità d’azione? Su temi così fondamentali per il Paese e per il suo futuro l’unità servirebbe a sconfiggere molte strumentalizzazioni politiche-partitiche! Aiuterebbe a dare sicurezza a tutti.
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