IL NOSTRO DENARO E IL POTERE – MdP – finanza & politica –
La Banca d’Italia, dopo una riunione fiume del suo Direttorio del 26 gennaio, autorizza l’emissione di 3,9 miliardi di obbligazioni (Monti-bond) che saranno sottoscritti dal Ministero del Tesoro, liquidità garantita dalle casse pubbliche. Mario Monti parla di “ un prestito dello Stato a Monte dei Paschi a tasso elevato e crescente” per giustificare l’operazione. E’ un tema che piomba sulla campagna elettorale a meno di un mese dal voto e ne condiziona lo svolgimento. Chi ne è coinvolto negativamente, anche per riverbero come ad esempio il Partito Democratico, teme il suo utilizzo per deviare dai contenuti che riguardano l’occupazione e la crescita. Ma è proprio la finanza speculativa la causa della crisi che nega crediti alle imprese ed alle famiglie per imbastire casi, che rimangono occultati, simili a quelli del Monte Paschi di Siena. E’ un tema centrale per capire ed indicare ricette di uscita dalla crisi recessiva che strangola il paese.
Michele Serra scrive nella sua Amaca “ La fatica tremenda che un cittadino comune deve far per capire (o tentare inutilmente di capire) che cosa accaduto al Monte dei Paschi, di che pasta sono fatte le alchimie finanziarie, che cosa sono i derivati: è questo il massimo scandalo. Segna il distacco spaventoso tra la grandissima maggioranza delle persone, che vive del proprio lavoro con la vita fa conti ardui, ma chiari; e la ristretta lobby di giocatori (non trovo un termine più appropriato) che spostano miliardi, li nascondono, ne deformano il valore. Tra i centesimi pedantemente riportati (ed è giusto che sia così) nei nostri resoconti bancari, e quei miliardi fantasmatici, non si sa se solidi o gassosi, che volteggiano nel cielo cupo di ogni bancarotta, di ogni corruzione, di ogni mega operazione finanziaria, che rapporto c’è? Nessuno: il nostro è denaro, quell’altro è potere.
Che non esista più alcun nesso tra il lavoro e il potere, tra i mercato concreto, fisico, dove noi tutti si guadagna e si spende, e il mercato metafisico dove nulla è trasparente, nulla dicibile a voce alta, è la tragedia politica della nostra epoca. Ed è qualcosa che rende ancora verosimile, e ancora pronunciabile, la parola rivoluzione”.
Pier Luigi Bersani, politico moderato, ha reagito con una frase ad effetto ( “li sbraniamo”) verso chi addita responsabilità del Pd nella vicenda pluriennale del Monte dei Paschi di Siena. Eppure le responsabilità a livello di partito – più quello territoriale che nazionale – sussistono, anche se fossero solo di disattenzione e superficialità, nel caso assai gravi. Su questo è intervenuto ( vedi Repubblica, Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano dei giorni scorsi) il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi che ha messo a fuoco il problema con precisi concetti: "La grande sirena della finanza internazionale ha incantato anche noi della sinistra. Adesso la politica deve riflettere a fondo, dettare regole precise e allontanarsi dalla gestione. Niente rapporti diretti con le banche".
“Non possiamo chiamarci fuori…Sul caso Mps purtroppo il localismo ha pesato molto su certe scelte, anche nella selezione delle competenze e del management". Per Rossi, "il sistema va cambiato la politica ha il dovere di pronunciarsi sulle regole da dare alle banche e su questo sarà bene che il Pd dica parole chiare e forti". E’ un’aggravante venire a conoscenza che per anni il Monte Paschi di Siena è stato il “soggetto politico” anomalo che ha scelto il Sindaco della città. Una città da mò amministrata dal Pd o suoi avi politici. Il Pd ha avviato il cambiamento di uomini, in ritardo, ma le regole sono quelle vecchie che hanno portato ai guai finalmente venuti alla luce: tra questi le norme che assegnano un grande potere alla Fondazione senese ( ben maggiore che in altre Fondazioni) i cui organismi sono nominati dagli enti locali (Regione, Comune, Provincia). All’insaputa dei partiti vincitori delle competizioni elettorali? Suvvia.
E poi: quale rinnovamento sarebbe quello di rimuovere un “sospettato” come Giuseppe Mussari dalla guida di Monte dei Paschi per portarlo al vertice dell’Abi? Nessuno ha parlato per dire quanto sapeva o temeva?
Un’ultima domanda per la campagna elettorale ed i programmi per la crescita: i 3,9 miliardi che il Tesoro sottoscrive per Mdp serviranno anche per il credito alle imprese ed al lavoro?
L'Associazione Bancaria Italiana (ABI) è l’associazione di settore del mondo bancario e finanziario. Rappresenta, tutela e promuove gli interessi del sistema. Dal 2010 è stata presieduta da Giuseppe Mussari, riconfermato nel 2012[1] e dimessosi il 22 gennaio 2013 a seguito dello scandalo Monte dei Paschi di Siena, di cui era stato Presidente. L’ABI è la voce di tutte le banche, piccole, medie e grandi. È anche l’espressione della finanza, delle società di leasing e factoring, delle fiduciarie, delle società di intermediazione mobiliare (Sim) e di quelle di gestione del risparmio (Sgr). L'Associazione raggruppa quindi tutti gli operatori bancari e finanziari italiani. L'ABI rappresenta inoltre il sistema creditizio e finanziario italiano in tutte le sedi internazionali, tra le quali la Federazione bancaria europea.
Per saperne un po’ di più leggi questi primi articoli
- scheda degli eventi
- falso in bilancio per tappare i buchi_Bonini_Repubblica
- L’uomo de Monte_Vincenzo Comito
- Mps, derivati e falso in bilancio_Viviano
- Misteriosi investitori e maxi cedola
- Chi rischia con Mps
- Un caso di crisi nel modello regioni rosse_Trigilia_Il Mulino
Allegato:
scheda_mps-antonveneta.doc
luomo_del_monte_comito.doc
mps_derivati_falso_in_bilancio_turbativa_viviano.doc
falso_in_bilancio_per_tappare_i_buchi_bonini.doc
chi_rischia_con_mps.pdf
i_misteriosi_investitori_e_la_maxi_cedola.doc
un_caso_di_crisi_del_modello_regioni_rosse_trigilia_mulino.doc
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