I VALORI DELLA MILITANZA – M.Dellacqua – un anziano mai stanco –
Mario Dellacqua racconta (vedi allegato) la premiazione di un anziano militante alla festainrosso di None. Dopo i ricordi personali si sofferma su alcune riflessioni di grande attualità. L'incontro è stato utile per riflettere sulla militanza politica, sui suoi valori, sulla sua attualità insidiata, invocata o derisa come una fedeltà obsoleta, sulla sua vitale necessità e sulla sua drammatica crisi, sulla sua riduzione a spettacolo televisivo in cui fare il tifo illudendosi di partecipare all'accattivante tenzone di insulti, simpatie e volgarità con un “mi piace” nel cortile di face book.
E nessuno ci poteva aiutare in questo percorso di luci e di ombre meglio del prof. Franco Milanesi che nel suo volume “Militanti” ha esplorato con un occhio europeo e trasversale il fenomeno novecentesco della grande politicizzazione italiana: fino al 93 per cento di affluenza alle urne, Partito Comunista a un milione e 800mila iscritti, Democrazia Cristiana attorno al milione: la storia della democrazia italiana è storia della Repubblica dei partiti. Un retroterra di sezioni, circoli ricreativi, cooperative, amministratori comunali, pubblicazioni locali, leghe sindacali attivava il reticolo della partecipazione. Favoriva l'istruzione popolare. Anche se non li chiamava così. (…)
Così conclude. Oggi non è un bel vedere che tra i disoccupati il gratta e vinci riscuota più successo della petizione di Libera per il reddito di cittadinanza contro la miseria ladra che toglie dignità e porta dipendenza clientelare. Tuttavia, non si vede una via d'uscita per la nostra democrazia malata se non ricompariranno in forma aggiornata gli anticorpi di una partecipazione popolare, di una solidarietà sociale, di un impegno collettivo capace di sprigionare forme di controllo e di governo delle decisioni di imprese e istituzioni.
La politica va rivalutata e riconquistata, ha detto Milanesi: essa è la civilizzazione della lotta per il potere, è l'arte che trasforma la guerra contro il nemico in conflitto sociale e programmatico. E' la gara di opposte visioni del mondo che promuovono il progresso di tutti perchè hanno reciprocamente maturato il rifiuto che la propria vittoria coincida con l'annientamento dell'avversario e con la distruzione del bene comune.
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Allegato:
perfiorentino_dellacqua.doc
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