EGITTO: ANCORA TENSIONI SUL REFERENDUM -globalmondo
La bozza di costituzione egiziana sottoposta a referendum ha avuto, nel primo turno di votazione, circa il 56% di SI. E’ stata respinta al Cairo e nella provincia del delta del Nilo, è stata invece approvata ad Alessandria e in altre due popolose province . In queste due provincie il risultato è stato una sorpresa perché nel ballottaggio per la Presidenza , nel mese di Giugno, il 55% aveva votato per A. Shafig, il candidato avversario di M. Morsi. Oggi il suo progetto di costituzione ne ha avuti il 66%. I critici avanzano il sospetto , di fronte a questa larga discrepanza, di frodi. Oltre a questo dato che può mettere in discussione il secondo turno di voto, le ragioni della opposizione possono essere così sintetizzate:
- L’assemblea costituente che ha scritto la bozza di costituzione non può considerarsi rappresentativa. E’ dominata dai rappresentanti della confraternita dei fratelli mussulmani, molti dei quali sono rimasti nell’assemblea anche dopo l’annullamento del parlamento da parte della corte elettorale. Non vi è alcuna donna nell’assemblea. Ventidue membri del fronte laico – liberali , cristiani copti, sinistra si erano dimessi prima che la bozza fosse predisposta in tutta fretta e approvata il 30 Novembre.
- Un numero consistente di egiziani ritengono di non aver avuto il tempo necessario per discutere ed esaminare con attenzioni i diversi, controversi, punti della bozza.
- Le regole per permettere agli osservatori esterni di controllare la correttezza del voto sono state emesse in ritardo. Organizzazioni internazionali, tra cui il Centro Carter, non hanno inviato, di conseguenza, osservatori.
- Molti giudici sono scesi in sciopero e si sono rifiutati di presiedere le operazioni di voto come previsto dalla legge. A sostituirli sono state nominate persone non appartenenti al sistema giudiziario. Si sospetta che in gran numero siano membri della confraternita. Risulta anche che in sedi di voto non vi fosse nessun presidente di seggio.
- Molti votanti hanno dovuto stare in coda per 4-5 ore in mancanza di staff nei seggi. Questo dimostra le gravi insufficienze dell’organizzazione del voto e del suo regolare svolgersi.
- Il testa della proposta costituzione non è completo. Molti paragrafi rimandano a decisioni di legge che dovranno essere prese dal futuro parlamento. I votanti hanno espresso il voto su un testo lacunoso, e in alcuni punti ,non comprensibile.
- Il sistema di garanzia e sicurezza non è stato adeguato. Nelle due settimane precedenti il voto vi sono state manifestazioni e violenti scontri nelle strade in diverse aree del paese. Sono state bruciate sedi del Partito della giustizia, braccio civile dei fratelli mussulmani, oppositori sono stati attaccati e in qualche caso rapiti e torturati. Nella notte di sabato i locali del giornale del partito liberale, a cui appartengono diversi copti, è stato attaccato da gruppi salafisti fondamentalisti. La mancanza di sicurezza può , pertanto, essere la ragione del basso numero di votanti.
- Vi sono testimonianze di provocazioni e minacce in diverse sedi di voto.
- Il 56% non è un margine sufficiente per l’approvazione di un testo costituzionale. E’ segno della forte polarizzazione del paese su punti fondamentali. Sono quindi necessarie nuove elezioni per la costituente e il varo di una bozza che tenga conto della complessità e pluralità della società egiziana.
Le elezioni per il parlamento sono previste per la fine di febbraio. Il futuro parlamento potrebbe non approvare alcune parti del testo costituzionale . Non è certo che i fratelli mussulmani con l’alleanza dei salafisti abbiano la maggioranza.
La nuvola nera all’orizzonte, scrive un quotidiano del Cairo, è che i fratelli mussulmani vogliano imporre la dittatura della maggioranza e non siano disposti a mediazioni. Si comportino, cioè ,come il presidente irakeno Nouri al Maliki e avere, di conseguenza gli stessi problemi: un paese diviso, una contrapposizione di carattere religioso-ideologico in clima esplosivo terreno facile di strategie della tensione.
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