CARO SINDACATO CAMBIA TESTA – S.Pezzotta e E.Frigo – europa e unità –
Due interessanti articoli di ex- segretari confederali e internazionali della Cisl: Savino Pezzotta e Enzo Friso. In Caro sindacato, cambia testa, diventa europeo il Segretario Cisl che ha preceduto Raffaele Bonanni si sofferma, analizzando il mutato quadro socio-economico, sulla necessità che “bisogna costruire una rappresentanza allargata capace di intercettare l’insieme del lavoro e del malessere sociale”
Enzo Friso, ex-dirigente del sindacato internazionale, afferma: Sono anche convinto che la divisione sindacale ai nostri giorni è un autentico nonsenso. Le differenze tra le varie centrali sindacali non sono di certo superiori a quelle esistenti in altri Paesi, dove il Sindacato è unitario, e dove le differenze vengono risolte con il sano sistema democratico: la minoranza si adegua alla volontà della maggioranza.
Allegati
- Caro sindacato, cambia testa, diventa europeo di Savino Pezzotta http://savinopezzotta.wordpress.com/author/savinopezzotta/
- Le cause dell’ingiustificata divisione sindacale di Enzo Friso
Allegato:
caro_sindacato_cambia_testa_pezzotta.doc
le_cause_della_ingiustificata_divisione_sindacale_friso_24-11-14.doc
Mi è capitato di leggere tra i commenti ai risultati elettorali dell’Emilia Romagna questo: la FIOM e la CGIL sia nelle primarie del PD che nelle elezioni avevano dato l’indicazione di non andare a votare. Non ho verificato l’attendibilità della notizia ma considerata la fonte, che conosco molto bene, non ho dubbi che la notizia sia vera. Ora, fin quando continua a permanere questa ingerenza del sindacato nella politica, e viceversa, diventa difficile costruire un terreno di confronto e di iniziativa sindacale che sia unitaria ed abbia a riferimento esclusivamente i problemi del mondo del lavoro e dei lavoratori e del bene comune. Ciò vale anche per lo sciopero generale dichiarato dalla CGIL, con la successiva adesione della UIL, determinato più da ragioni politiche interne all’area della sinistra e da una dose eccessiva di narcisismo identitario della CGIL, che non da problemi reali e insuperabili. Queste ragioni, comprese quelle che chiamano in causa la CISL, spiegano la tendenza, del tutto incomprensibile, che in questi anni ha caratterizzato i rapporti tra CGIL CISL e UIL: esaltare più ciò che divide che non ciò che unisce. La profondità della crisi economica e dei suoi effetti, la qualità dei rapporti con la politica e tra le forze politiche, le chiusure poste dal Governo al confronto con CGIL CISL UIL, impongono l’assoluta necessità del superamento delle divisioni interne al movimento sindacale quale condizione per dar vita ad un patto unitario di valenza storica tra CGIL CISL e UIL che non escluda il superamento delle stesse sigle sindacali. Se ciò avvenisse avrebbe rilevanti e positive conseguenze, anzitutto per i problemi che il Paese deve affrontare e risolvere, ma anche per il ruolo sempre più importante che il sindacalismo italiano è chiamato a giocare in Europa affinché diventi sempre più l’Europa dei popoli, del lavoro, della solidarietà, dell’integrazione, della dignità, delle persone e sempre meno dell’economia speculativa, della finanza, delle disuguaglianze, della esclusione, della povertà.
Rodolfo Vialba