174 PAGINE – fallimento Csea -per saperne di più-
Sul caso CSEA, il consorzio pubblico-privato torinese per la formazione professionale, naufragato con disonore per fallimento per bancarotta fraudolenta, è finalmente possibile leggere la relazione conclusiva della commissione d’indagine del Consiglio Comunale di Torino. E’ terminato il periodo di “giacenza sotto chiave” in quanto è aperta l’indagine della Procura. Da pochi giorni questo documento non è più “riservato” è può essere letto e fatto circolare. E’ un documento importante ed interessante, di ben 174 pagina, tutte da leggere con pazienza se si desidera farsi una propria autonoma opinione suffragata da fatti.
Così sarà possibile avere elementi in più per valutare il ruolo esercitato dai componenti del CdA di Csea designati dal Comune, come pure sul ruolo esercitato dal Vice-Sindaco Tom Dealessandri che ha svolto per molti anni la funzione di “parafulmine” per l’Amministrazione Civica Torinese, per finire alla fine sotto così tante “scariche” politiche da trasformarlo in “parafulmine spezzato” e quindi abbandonato.
I lavori della Commissione d’Indagine erano iniziati il 27 febbraio 2013 per terminare il 16 settembre 2013 dopo 49 sedute con oltre 150 ore di lavoro. Il dossier è suddiviso in dodici capitoli più Appendici: 1. Premessa; 2. Introduzione alla formazione professionale; 3. Introduzione a Csea; 4. La riorganizzazione in concessione della formazione professionale della Città; 5. Un gigante dai piedi d’argilla; 6. Le acquisizioni e le avventure; 7. Le indagini del 2004: scontro di potere attorno a Csea; 8. La crisi Csea nello scenario della formazione professionale; 9. La fase finale e il fallimento; 10. Csea e il Comune di Torino; 11. Csea e la Provincia di Torino;12. Conclusioni; Appendice A – Elenco delle persone audite dalla commissione; Appendice B ‐ Elenco dei documenti agli atti della commissione; Appendice C – Elenco delle sedute della commissione e durata.
La Commissione d’indagine è stata presieduta da Enzo Liardo e composta dai consiglieri : Michele Curto, Michele Paolino, Vittorio Bertola, Roberto Carbonero, Laura Onofri e Marco Muzzarelli.
La cronologia della vita del Csea, dal 1979 al 2012, è ricordata all’inizio della relazione, dalla pagina 11 alla 16. Stupisce che negli eventi segnalati per gli anni 1995-96, periodo in cui si decide e si trasferiscono i centri professionali di Torino al Csea, non si ricordi il pronunciamento della Corte dei Conti che imponeva agli Amministratori del Comune di Torino di rimborsare di “tasca loro” il consistente debito che si era consolidato nella gestione dei Centri Professionali per le troppe assunzioni fatte al di fuori del concorso pubblico ( 60-70% circa), quindi fuori regola se non quella della spartizione clientelare tra i partiti e dintorni.
Forse i commissari non lo sapevano ma chi ha costruito dall’inizio lo Csea certamente sì. Possibile che nelle tante audizioni non sia stato detto nulla di questo? E’ un elemento importante per interpretare molti altri fatti che sono seguiti. Probabilmente è stato questo fatto ad indurre la Giunta Castellani a trovare una soluzione trasferendo i Centri Professionali ( e relativi debiti) ad un Consorzio pubblico-privato.
Almeno così a noi risulta da dichiarazioni raccolte da persone ben a conoscenza dei fatti.
Allegato
Relazione conclusiva Commissione Consiliare d’indagine sul Consorzio Csea settembre 2013
http://sindacalmente.org/wp-content/uploads/attachments/D201300830.pdf
Allegato:
commissione_consiliare_dindagine_consorzio_csea.pdf
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