LEGISLATURA PRO-LABOUR MA NON PRO-UNION? – R.Morese – Nuovi Lavori N.208 –
La Newsletter 208 di Nuovi Lavori si apre con la riflessione di Raffaele Morese sulla 17.ma Legislatura appena conclusa. Il suo giudizio complessivo è così riassunto (…) Una legislatura pro-labour ma non pro-union. Non è una sottigliezza semantica quasi a salvare capre e cavoli. Anzi, si è dimostrato il più grave errore strategico del Governo Renzi, in parte anticipato da quello Letta (consultazione formale con i sindacati sulla legge di stabilità 2014) e in parte addomesticato nell’ultima fase del Governo Renzi e con più convinzione dal Governo Gentiloni.
Un errore che – se anche favorito dalla prolungata non unità di proposta di CGIL, CISL e UIL – ha fatto perdere tanti consensi all’azione riformatrice del Governo. Un errore che è stato conseguenza diretta della presunzione di poter realizzare tutto, a prescindere. La realtà ci consegna questa regola: si può e in molti casi si deve rottamare la persona; non si può rottamare l’organizzazione, per quanto ostile e non collaborativa essa sia.
Si profila in prospettiva la necessità di ricomporre le due questioni. Alla lunga non ci può essere politica pro labour senza un atteggiamento pro union. Indipendentemente da come si pronunceranno gli elettori – ed è auspicabile che siano in tanti ad andare a votare – la continuità in meglio delle politiche per il lavoro e il welfare non potranno escludere il coinvolgimento del sindacato confederale. Non si tratta di rispolverare la concertazione, specie se è intesa come puro e semplice diritto alla consultazione e al confronto.
Aggiungere un posto in più al tavolo delle decisioni macroeconomiche è sterile. Il problema è che le linee di azione per ridurre il dilagare della precarietà, per allargare le opportunità di lavoro, per fare del lavoratore un buon consumatore e per assicurare a chi un lavoro non ce l’ha, di non sentirsi persona abbandonata a sé stessa, deve vedere cooperanti Governo e forze sociali, terzo settore compreso. E se il Governo deve assicurare le condizioni di un confronto paziente e continuo, il sindacato confederale deve interloquire propositivamente e unitariamente, possibilmente coinvolgendo i lavoratori sulle scelte più rilevanti.
Il punto di partenza di questo impegno non potrà essere la demolizione di ciò che si è fatto, ma semmai la correzione, il miglioramento delle impostazioni avviate, l’ulteriore prosecuzione del cammino riformista.(…)
Nella Newsletter 208 potete leggere i seguenti articoli
- Molto e' cambiato, molto ancora va cambiato di Gabriele Olini
- L’Italia è stata rimessa in asse con l’Unione Europea di Giuseppe Vacca
- Il lavoro nella legislatura: bilancio e proposte di Tiziano Treu
- Finora ritirata strategica, d'ora in poi strategie più audaci di Leonardo Becchetti
- L'illusione della democrazia immediata di Mimmo Carrieri
- Sulle pensioni, sulla povertà fatte scelte strategiche condivise di Maurizio Benetti
- E' stata avviata la piena cittadinanza della politica industriale di Luciano Pero
- La paradossale vicenda della '' Buona Scuola'' di Andrea Gavosto
- Dal mattone al progetto, dai beni culturali al brand Italia di Antonio Romano
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In allegato
- Si chiude una legislatura più pro-labour che pro-union di Raffaele Morese
- Abstract della Newsletter n. 208 Nuovi-Lavori
Allegato:
legislatura_piu_pro-labour_che_pro-union_morese.doc
newsletter_n_208_nuovi_lavori.doc
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