ENI ESCE DALLA CHIMICA? – M.Gaddi – il caso Versalis –
Il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha convocato un tavolo di confronto per il prossimo 12 gennaio sulla vertenza Versalis, il "ramo" chimico dell'Eni. La convocazione giunge dopo la manifestazione dei lavoratori Eni-Versalis e Saipem a S. Donato Milanese, lo sciopero nazionale di 8 ore proclamato da Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil per il 20 gennaio 2016, le numerose proteste e prese di posizione politiche e istituzionali nel paese contrarie al piano Eni che prevede la cessione delle quote di maggioranza detenute da Versalis ad un fondo finanziario.
Circola poca informazione sul problema relativo ai programmi e investimenti Eni-Versalis, eppure riguardano il futuro della chimica in Italia. ENI si conferma una società ormai quasi esclusivamente attiva nel settore energetico, con una forte presenza internazionale che prevede un forte sviluppo in aree core (Nord Africa, Africa Sub-Sahariana, Venezuela, Barents Sea, Yamal Penisola, Kazakhstan, Iraq, Far East). A sostegno dello sviluppo del business, nel quadriennio è previsto un incremento occupazionale all’estero di oltre 2.200 persone; inoltre, al fine di rafforzare e migliorare i modelli e gli strumenti di sviluppo del territorio, sono pianificate iniziative infrastrutturali (principalmente in Libia e Kazakhstan), attività di formazione e addestramento professionale (principalmente in Mozambico, Kazakhstan, Turkmenistan) e progetti per favorire l’accesso all’energia (principalmente in Nigeria, Ghana, Algeria). E’ quanto ricorda Matteo Gaddi in uno dei suoi articoli (allegati) pubblicati sul sito www.sinistralavoro-pr.org
Sottolinea “Basta guardare i margini di profitto in Medio Oriente e in Europa, o l'andamento nel tempo dei passivi per rendersi conto che non c'è molto spazio. Come per la siderurgia ci si trova a pensare che si sarebbe dovuto fare qualcosa prima. Non si può perdere un intero settore, che finisce venduto a una finanziaria privata americana, che poi, presumibilmente, rivenderà a pezzi guadagnandoci. Ma che l'eccesso di raffinerie e di chimica per la produzione di commodities fosse un segno di arretratezza e scarsa attenzione all'ambiente lo sappiamo da mezzo secolo (…)”
L’Eni esce dalla chimica? Vendendo la società Versalis? Il governo, principale proprietario dell’Eni, deve intervenire anche attraverso la Cassa depositi prestiti. Sono a rischio migliaia di posti di lavoro.
Per saperne qualcosa in più aprire i due articoli di Matteo Gaddi, sono stati pubblicati su Sinistra Lavoro a ottobre e novembre ma tutt'ora attuali. Alleghiamo anche un documento riassuntivo, sempre tratto dallo stesso sito, delle strategie e dei risultati dell'Eni.Tutti gli articoli sono stati tratti dal sito www.sinistralavoro-pr.org
Allegati
- L'Eni esce dalla chimica? di Matteo Gaddi su www.sinistralavoro-pr.org
- Il governo deve intervenire migliaia di posti a rischio di M.Gaddi
- Eni: risultati e strategie_documento dati
Allegato:
il_governo_intervenga_sulleni_gaddi.doc
leni_esce_dalla_chimica_gaddi.doc
eni_risultati_e_strategie.pdf
eni_getta_la_maschera_gaddi_2.doc
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