MISSIONE A DETROIT – Fim Nazionale – fusione e Veba –

Missione speciale della Fim Cisl nazionale a Detroit . La Uaw, il sindacato americano del’auto, vuole cedere a Sergio Marchionne il pacchetto azionario ( il 41%)  della Chrysler, ora in suo possesso nel fondo Veba. Non è disponibile però a farlo per un valore inferiore a quello di mercato. Marchionne insiste per un forte sconto, per entrare in possesso del 100% facilitando così le operazioni di fusione tra Chrysler e Fiat. E’ braccio di ferro: da un po’ di mesi. Così il fondo Veba (azioni Chrysler) ha rotto gli indugi facendo un’offerta pubblica di azioni sul mercato azionario al fine di determinare il valore reale delle azioni Chrysler. Nonostante l’aperta contrarietà di Marchionne.

Ora la Fim Nazionale è in partenza per Detroit. Per dare manforte al sindacato americano? Per ammorbidire la nota fermezza di Sergio Marchionne? Non sembra proprio leggendo il comunicato stampa. La Fim non condivide la Uaw quando ripaga lo spigoloso manager con eguale moneta.  In  allegato il comunicato stampa della Fim Nazionale e l’articolo di commento  su Conquiste del Lavoro.

La Fim Nazionale da tempo sembra “bere” le spiegazioni che vengono dal Lingotto. La prima di queste è ritenere “saggezza” manageriale l'attendismo di Marchionne rispetto al mercato, non “partecipando ora alla guerra dei prezzi dei listini” e neppure alla competizione dei modelli, in attesa di scrutare il momento magico, all’orizzonte del 2015. Così si assiste che a settembre 2013 il mercato europeo dell’auto batte un colpo positivo ( +5,5%) che non si riflette per nulla sulle vendite Fiat ( i modelli nuovi sono ancora un’idea) . Anzi il calo della Fiat nelle vendite in Italia è nettamente superiore a quello delle auto straniere.

Sergio Marchionne attende il mercato ed attende che il fonda Veba ceda le azioni al prezzo che lui ha fissato nella sua mente……altrimenti – a qualcuno certamente  l’avrà sussurrato – non potrà neppure garantire nei tempi indicati ( già lunghi) quel poco d’investimenti promessi per  Torino e per l’Italia. Prima la rigidità della Fiom, ora quella del Veba, della Uaw. Non si finisce mai…..

E la Fim allora che fa? Punta con l’intervento della sua delegazione a Detroit ad “ammorbidire” la posizione troppo rigida di Uaw-Veba perché ciò non tutelerebbe il futuro dei lavoratori Chrysler e Fiat. Ritarderebbe la fusione con conseguenze negative.  Il comunicato stampa è ben chiaro.

E’ un segno di responsabilità sindacale? Non proprio, per due motivi principali.

Il primo: il sindacato americano ha già dato molto sul piano della responsabilità; per salvare la Chrysler ha accettato di dimezzare il debito che l’azienda americana aveva maturato verso il fondo Veba (ovvero sono state decurtate prestazioni sanitarie e pensioni ai dipendenti Chrysler) poi ha trasformato il debito residuo in azioni, quelle che ora Marchionne intende acquistare con sconto.

Il secondo, gli azionisti Fiat finora hanno messo ben poco di “tasca loro” per l’acquisto di azioni Chysler, è tempo che cambino registro.

Vedi articoli già pubblicati sul sito. Un clic sul link più recente 

http://www.sindacalmente.org/content/quanto-vale-la-chrysler-tferigo-marchionne-e-veba

Ed allora, la Fim quando discuterà a Detroit con la Uaw  non dovrà scordare questi fatti importanti . Se nel caso incontrasse anche Sergio Marchionne potrebbe ben ricordargli che le prospettive di mercato della Chrysler-Fiat, e gli interessi dei lavoratori ivi occupati meglio si salvagarderebbero evitando di lasciare senza prospettiva occupazionale i lavoratori di Iribus e Termine Imerese; evitando la chiusura del Salone di Bologna del Motor Shop,  per mancanza di clienti italiani che presentano nuovi modelli. La Fiat è pur sempre il primo produttore italiano.

Allegato:
fim_veba_14-10-13.doc
fiat_male_in_europa_sfida_con_veba_donofrio_cdl_17-10-13.doc

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