NEGAZIONISMO, IL PERICOLO DEL REATO – proposta in Senato –
Roberto Della Seta, la cui famiglia ha lasciato dieci corpi nei forni di Auschwizt, ribadisce la contrarietà a trasformare in reato il negazionismo dell’Olocausto. Le argomentazioni sono nell’editoriale “Negazionismo, il pericolo del reato”, pubblicato su Il Manifesto (vedi allegato). Afferma “io trovo svilente che per affermare una verità di assoluta evidenza si pensi di dover ricorrere a una norma di legge”. Prosegue con “ Lo Stato non può e non deve intervenire in tema di libertà del pensiero, della parola, della ricerca storica: non può e non deve nemmeno di fronte ad affermazioni miserabili e aberranti come la negazione o la minimizzazione di un fatto – lo sterminio pianificato e sistematico di milioni di ebrei da parte del nazismo e dei suoi alleati – che solo persone in malafede o incapaci d'intendere possono mettere in discussione".
Roberto Della Seta si richiama ad analoghe prese di posizione di Stefano Rodotà e di Timothy Garton Ash, ricordando che “nei Paesi europei dove il negazionismo è reato da diversi anni – Francia, Germania, Austria, Lituania, Romania, Slovacchia – questo non ha impedito il progressivo emergere di forze apertamente xenofobe e in più di un caso esplicitamente antisemite”.
La proposta di legge, già presentata nel 2007 da Mastella, prevede fino a 5 anni di carcere per chi nega o minimizza i genocidi della storia.
Il negazionismo è un universo auto referenziato difficile da scalfire con la ragione perché riposa sulla negazione, è una corrente d’opinione che a intervalli si ripresenta con determinazione inquietante negando l’evidenza torica dello sterminio degli ebrei e delle strategie criminali assunte dalla Germania nazista. In questi ultimi anni si è manifestato con più visibilità, per l’interazione di due elementi principali: il neofascismo e neonazismo risorgente in gruppi giovanili, il viscerale antisionismo ideologico e/o per finalità geo-politiche. Il fenomeno è in crescita, siano essi negazionisti ( coloro che negano fatti storici come l’Olocausto) e/o coloro che ridimensionano quegli avvenimenti. Fin’ora in Italia è prevalsa la convinzione che il negazionismo debba essere combattuto con iniziative politiche e culturali coinvolgendo la popolazione ed i giovani nelle scuole.
In questi giorni in Senato, sull’onda dello sdegno per il testamento e per il funerale che si voleva pubblico di Priebke, è stato presentato un emendamento legislativo per trasformare in reato l’affermazione negazionista. Iniziativa che ha avuto il sostegno pubblico del Presidente Giorgio Napolitano. Poi c’è stata una frenata, proposta dal M5S, perché la proposta venisse discussa in Aula anziché approvarla in Commissione Affari Costituzionale.
Claudio Vercelli è uno degli studiosi più impegnati su questo campo. Ha scritto un libro “Il negazionismo, storia di una menzogna” edito da Laterza nel quale ricostruisce storicamente il fenomeno negazionista, ne descrive i protagonisti e gli ideologi, racconta la mappa concettuale che dalla fine della guerra a oggi ne ha segnato l’evoluzione. Una parte della sua analisi si può leggerla con un clic sul link sottostante
In merito alla proposta di legge presentata al Senato la scrittrice Fiamma Nirenstein, ferma sostenitrice dello Stato d’Israele e delle politiche governative, ha espresso la sua netta contrarietà per questa iniziativa legislativa. Ha affermato “ Un’idea, persino la più idiota, si combatte con le idee e non nei tribunali. Il negazionismo è l’arma della nuova ondata di antisemitismo”. Con un clic sul link potete ascoltare la dichiarazione.
In allegato
- Negazionismo, il pericolo del reato di Roberto Della Seta Il Manifesto 18-10-2013
- Negazionismo, il Senato frena sulla legge La Stampa 16-10-13
Allegato:
negazionismo_il_senato_frena_sulla_legge.doc
negazionismo_il_pericolo_del_reato_della_seta.doc
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