E’ utile riflettere a distanza di alcuni giorni sul Consiglio Comunale APERTO di Torino, del 28 novembre, per discutere sul caso Fiat. E’ uscito rapidamente di scena. I commenti si sono limitati a registrare il “coro” di richieste perché la Fiat sveli i suoi piani industriali per Fabbrica Italia e d in particolare per Mirafiori. Qualche commento si è spinto ad affermare “il consiglio sferza la Fiat” ma per chi ha assistito allo svolgimento del dibattito tale affermazione appare fuori luogo. Più che sferzate si è trattato di “litanie”, ovvero di frasi già ripetute da molto tempo, sostanzialmente caratterizzate da preoccupazione ed auspici. Qualche domanda fuori dal coro è stata lasciata cadere. Il Consiglio aperto era stato deciso a metà settembre approvando un ordine del giorno, proposto dal Pd e firmato da tutti i capi gruppo, in cui si ribadiva la necessità di invitate a partecipare "tutte le forze sociali, economiche, sindacali ed imprenditoriali della città" in quanto cresce la preoccupazione “per la presenza produttiva della Fiat sul territorio cittadino anche alla luce della difficile situazione congiunturale mondiale, condivisa da tutte le parti sociali ed imprenditoriali torinesi".
La convocazioneè stata motivataper discutere del futuro industriale del distretto dell’
auto ed in particolare del progetto ‘Fabbrica Italia’, "l fine di verificare gli impegni reciprocamente assunti tra le amministrazioni pubbliche e il Gruppo Fiat”. C’è stato oltre un mese di tempo per preparare i lavori del Consiglio del 28 novembre ma all’appuntamento si è giunti senza alcuna proposta neppure la bozza di un documento conclusivo anche sotto forma di un mero ordine del giorno. Nulla.
Ho seguito i lavori dalla Piazza antistante il Municipio, davanti al Maxischermo. Sono giunto a lavori iniziati. Il Circolo Akatasuma aveva appena terminato il suo comizio in piazza e tentato di forzare l’imponente blocco delle forze dell’ordine rivendicato il diritto di “libero accesso” alla tribuna della Sala Rossa. Poco dopo i giovani e molti contestatori se ne sono andati. Alle 18.30 in piazza eravamo solo una cinquantina e dovevano ancora replicare i due personaggi più attesi: il responsabile delle relazioni industriali Fiat Paolo Rebaudengo ed il Sindaco Fassino.
Quando hanno preso la parola in Piazza eravamo rimasti una decina. Quando Piero Fassino era giunto a metà del suo intervento il maxi-schermo era già stato smontato ed ad ascoltare i potenti megafoni piazzati sul balcone del Municipio eravamo solo più in due ( oltre alle pochissime persone che armeggiavano per portare via il maxi-schermo).
Contano questi dettagli di cronaca che nessun media ha annotato? Era uno scenario greve e preoccupante sull’assenza di politica nel funzionamento delle istituzioni, che cascata produceva lo svuotamento della “piazza” che ascoltava. Anche il sindaco Piero Fassino – apparsomi tanto “monotono” quanto mai – nell’occasione mi ha lasciato basito per i "tanti auspici" formulati senza utilizzarne uno per augurare buona fortuna all’iniziativa di Cesare Damiano, presente alla seduta, che ha in questi giorni assunto iniziative per sbloccare il braccio di ferro Marchionne-Fiom. Un braccio di ferro purtroppo fuori luogo dato il contesto in cui opera il sindacato diviso. Non solo auspicare buena suerte all’iniziativa legislativa di Damiano ed altri ma sostenerla con un atto politico del Consiglio Comunale di Torino: la sua autorevolezza era sufficiente per proporre e fare approvare un breve ma pesante ordine del giorno di pochi periodi a sostegno di una modifica dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori per reinserire quanto eliminato dal referendum 1995, che ora consente alla Fiat di Marchionne di tenere fuori indebitamente la Fiom dalle Rappresentanze Sindacali di fabbrica. Anche i sindacti poteva "sferzare" lo stanco rituale di quel Consiglio con proposte similari.
Sarebbe stato un fatto politico di rilievo, intanto di autonomia conclamata, un atto utile per dare uno scossone al modo gessato e politicamente pericoloso di procedere sul caso Fiat. Anche la piazza sarebbe stata numerosa fino a conclusione prevista per le 19.30-20. E forse un simile odg avrebbe conseguito una maggioranza più ampia di quella che regge il centro-sinistra.
Pensando queste cose, ho continuato a seguire le parole del Sindaco che ppiovevano dall’alto, volavano in cielo ma lasciava tranquillo il dott. Paolo Rebaudengo .
Ho lasciato quella piazza ormai vuota con un certo smarrimento per l’impotenza della politica, per l’abdicazione di ruolo, tra l’altro nè imposto nè richiesto da alcuno.
Allegati –
- La cronaca in diretta del Consiglio Comunale dal sito La Repubblica del 28-11-11
- Intervista a Sergio Chiamparino su La Rrepubblica
- la proposta di modifica dell’art.19 presentata da Cesare Damiano ed altri
Allegato:
LA DIRETTA del Consiglio Comunale su Fiat.doc
La Sala Rossa chiede alla Fiat di svelare i piani.doc
Chiamparino bacchetta Marchionne.doc
11.11 DAMIANO – ddl art. 19-300.doc
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