MARCHIONNE E LO STAR NEL CREDERE – A.Serafino – sindacato 26/10/11

Il progetto industriale di Fabbrica Italia non esiste più nei termini che era stato annunciato. Ci stanno le intenzioni e gli obiettivi che Sergio Marchionne ha illustrato tempo fa agli analisti e poi alle parti sociali che auspicano investimenti per 20 miliardi nel nostro paese. Il progetto industriale è ben più modesto e forse non coprirà neppure quanto dichiarato per Pomigliano, Mirafiori, Ex-Bertone. Più volte l’ad di Fiat e Chrysler ha chiarito di non disporre di quegli stanziamenti, neppure previsti in bilancio, confidando però di poterne disporre a tempo debito. Per ora la concretezza di Fabbrica Italia si è caratterizzata per tre stabilimenti in chiusura (Cnh di Modena, Irisbus in Irpinia, Termini Imerese in Sicilia) e poi tanta-tanta Cig nei tre stabilimenti indicati come inizio di quel progetto. I sindacati che hanno firmato gli accordi e la Fiom, che ha rifiutato di aderire anche dopo l’esito referendario, hanno sollecitato a più riprese la Fiat a dare risposte sul come e in che tempi si materializzeranno le intenzioni del progetto Fabbrica Italia.

Nei giorni scorsi c’è stato anche un fatto insolito: la Consob ha chiesto alla Fiat più chiarezza sugli investimenti in Italia e sul futuro degli stabilimenti. Sergio Marchionne ha risposto che «non è possibile precisare i dettagli di investimento sito per sito». Ha aggiunto che così fanno i concorrenti e che solo in Italia s’insiste su tali particolari. Risponderà all’autorità di borsa con una lettera nei prossimi giorni.

Intanto, il 25 ottobre a Roma, l’ad Fiat ha incontrato i leader di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti e il segretario generale della Fismic, Roberto di Maulo (che ha dato notizia dell’incontro). Presenti anche i numeri uno di Fim e Uilm. La Cgil e la Fiom non sono state invitate. Al termine dell’incontro si è saputo che “Marchionne ha confermato tutti gli impegni contenuti nel piano di Fabbrica Italia e quindi smentito qualunque volontà di abbandono industriale dal paese. Le parti hanno convenuto di realizzare entro l’anno il contratto collettivo di primo livello per i lavoratori del gruppo Fiat”.

Anche nella tavola rotonda del Seminario “Make in Italy” all’Unione Industriale di Torino del 24 ottobre, Marchionne non ha detto nulla su modelli, quantità produttive e livelli occupazionali da produrre nelle fabbriche italiane. Ha polemizzato con tutti coloro che insistono per avere chiarimenti. Marchionne sostiene di essere trasparente nelle sue comunicazioni: dal suo punto di vista è certamente vero dal momento che ha chiarito che la questione dei modelli e delle quantità produttive che determinano i livelli occupazionali interagiscono prima con le regole del mercato ( e le comunicazioni agli analisti) ed in un tempo successivo con le relazioni industriali.

La sua trasparenza è quella di dire poche e generiche cose, tant’è che si è dichiarato sorpreso della richiesta della Consob e del risalto dato dai media, aggiungendo che «Nei limiti del possibile intendiamo mantenere i posti di lavoro in Italia. Continueremo a gestire la situazione di mercati depressi facendo ricorso agli ammortizzatori sociali».

Essere trasparenti non è certo sufficiente se la stessa fa ben vedere che mancano veri progetti industriali che non sono cose diverse dai dettagli produttivi  come vorrebbe dare ad intendere Sergio Marchionne. Star nel credere come continua a fare il raggruppamento sindacale del Sì significa “chiudere gli occhi” alla realtà compresa quella che giorno per giorno, anche per irresponsabilità del governo, la Fiat si sgancia produttivamente e per ricerca dall’Italia. Più che relazioni industriali gli incontri dei sindacati con Marchionne si riducono all’ascolto di…un oracolo. Le uscite da Confindustria ed ora anche dall’Anfia equivalgono ad un preannuncio negativo per la produzione, la progettazione  e l’occupazione di Fabbrica Italia.

Allegati-

  • Avanza il contratto stile Fiat Unità del 26-10-11
  • Marchionne Wanted Campetti Il Manifesto del 26-10-11

Allegato:
Marchionne wanted_Campetti.doc
2011102631088.pdf

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