Non in questi giorni ma molti anni fa, a Torino, la sede della Cisl sarebbe stata assaltata dai lavoratori inferociti per un accordo separato della Fim ai danni della Uilm e della Fiom; in quell’occasione il Segretario Generale della Fim-Cisl Pierre Carniti sarebbe stato salvato dalle camionette in fuga dei carabinieri. Questa è la fantasiosa ed incredibile storia ricostruita degli anni sessanta, per la formazione dei propri quadri, dalla Fiom-Cgil della Sardegna. La pubblicazione è pervenuta anche alla Fondazione Vera Nocentini suscitando stupore, incredulità per tanta superficialità nel ricostruire la memoria storica, figlia certamente della faziosità e del settarismo.
Il Presidente della Fondazione Giovanni Avonto ha inviato, il 10 febbraio scorso, al Segretario Generale della Fiom-Cgil Gianni Rinaldini la lettera che riproduciamo integralmente.
Caro Rinaldini,
mi e capitata tra le mani una pubblicazione apparsa nelle Edizioni Meta nel 2008, "La Fiom-Cgil territoriale di Cagliari. Storia di un sindacato di categoria. Dagli anni Sessanta agli anni Duemila”, con la tua prefazione. Come tu hai scritto "preservare la memoria rappresenta la volontà di leggere il passato per guardare il futuro…". Però bisogna curare che la memoria sia corretta e ti dico questo perché ormai da anni organizzando la ricerca storica sul sindacato conosco la serietà con cui va affrontata la storiografia in particolare del movimento sindacale.
Sulla tua prefazione faccio solo due osservazioni.
La prima è forse una svista del correttore di bozze: al fondo di pagina 5 si cita il 1980 per la conquista in Inghilterra del "diritto di coalizione" (in quell’anno il governo Thatcher varava misure contro la libertà e le prerogative sindacali); sicuramente intendevi riferirti all’acquisizione di uno status legale dei sindacati britannici nel 1876.
La seconda osservazione è invece una colpa: di aver avallato, probabilmente senza la lettura del testo, le falsità storiche contenute nel libro e registrate come testimonianze. Mi limito a quanto stampato a pag. 34 anche perché viene tirata in ballo una sede sindacale di Torino.
Il primo falso è a cura di Giampaolo Atzeni autore del capitolo n. 2. Ti riporto il passo che forse non hai mai letto ."La svolta avvenne quando a Torino la Fim-Cisl, allora segretario generale Carniti, fu firmato l’accordo separato, lasciando fuori gli iscritti Fiom e Uilm e facendo sì che per tutti gli operai valesse il contratto al ribasso firmato dalla Fim. Le reazioni furono durissime. A Torino fu distrutta la sede Cisl, Carniti fu salvato dalle camionette in fuga dei carabinieri".
E poco più sotto, sempre a pagina 34: " il 1973 fu l’anno della nascita formale della FLM (invece per la storia l’anno è il 1972). La Fiom, all’epoca guidata da Bruno Trentin, e nelle cui file militava la parte più politicamente avanzata del sindacalismo operaio, si riunì in un congresso straordinario a Bologna e decise il suo scioglimento per proporre a Fim e Uilm la costruzione del sindacato unico dei metalmeccanici”.
Mi spiace che gli amici sardi debbano registrare queste false memorie: di un fantomatico accordo separato, naturalmente al ribasso, voluto dalla Fim contro Fiom e Uilm, con conseguente devastazione per protesta della sede Cisl di Torino; e di un fantomatico scioglimento congressuale della Fiom quando uno scioglimento condizionato fu deciso solo dalla Fim (congresso straordinario del maggio 1972).
Come vedi queste non sono sviste. Malignamente potrei pensare che le divisioni e la conflittualità intrasindacale dell’attuale fase esercitino un peso distorcente anche sulla memoria e la cultura storica. Eppure come tu affermi nella prefazione nel 2008 i sindacati metalmeccanici erano reduci da un contratto unitario.
Vogliamo spenderci perché il furore non travolga anche la nostra stori4 perché anch’io ne sono parte?
Cordialmente
Giovanni Avonto
Presidente Fondazione V. Nocentini
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