Regolarizzare subito gli “invisibili”!

Appello di 370 economisti, immunologi, virologi, giuristi e altri.

Se, oltre al Sì dei sindacati confederali alla regolamentazione, scendessero in campo – con comunicati unitari o aderendo all’appello – le decine di migliaia delle Rsu più aspetti muterebbero nel paese, sia nell’opinione pubblica, sia nel dibattito, sia sui media.

La richiesta della regolarizzazione dei migranti nel nostro paese è stata rilanciata il 25 Aprile con un appello (370 firme iniziali) di economisti, immunologi, virologi, giuristi e esperti vari. Le adesioni proseguono. I media ne hanno dato notizia per un giorno, privilegiando poi – seguendo il costume di questo ben strano paese – il primo piano per le dispute “chiassose” tra esponenti politici. Eppure  serve ricordare che solo una piccola parte dei cittadini aderisce  e partecipa alla vita dei partiti.

Le proposte di regolarizzazione i migranti senza permesso – sia del ministro degli Interni Lamorgese, sia la bozza di legge che circola nelle commissioni parlamentari hanno dato lo spunto per uno dei tanti teatrini – ben alimentato dai media – per l’identità partitica: in questo caso protagonisti Crimi (M5S), alfiere del law&order all’italiana in competizione con Salvini, e il ministro dell’Agricoltura  Bellanova (Iv), con altri attori pronti alla comparsa.

Dopo 12 ore per pochi euro..in questa “casa”!

Eppure è ben difficile trovare contrarietà a quanto hanno evidenziato e proposto i 370 promotori dell’appello (vedi articolo allegato con le firme): la situazione annosa degli immigrati irregolari, lo sfruttamento degli “invisibili”, il degrado in cui sono costretti a vivere, le baraccopoli ora anche “bombe” per l’estendersi della pandemia. L’appello non si limiti al mondo del caporalato ma chiama in causa tutti gli irregolari in Italia, in primis, in quelli cruciali dei servizi alla persona, dell’artigianato, dell’industria e dei servizi ad essa collegati. Non si soffermano sulle evidenti motivazioni umanitarie ma su quelle di carattere sanitario, di sicurezza, economico e sociale. 

alla ricerca di futuro….
ricordiamoci dei sacrosanti principi qui contenuti …

In quel documento si ricorda come la presenza di centinaia di migliaia di migranti irregolari e “invisibili” possa essere un problema serio in questo frangente. Secondo le stime più recenti (ISPI, 2020) i migranti irregolari sono circa 600mila vivono in genere occupando in molti piccole abitazioni e, anche in caso di malattia, ritardano il contatto coi medici a meno di versare in condizioni veramente gravi. Un’indagine ISFOL (2014) sottolinea come gran parte di essi lavora fuori dal settore agricolo (13.6% sono artigiani, operai specializzati o agricoltori e 72,6% svolgono professioni non qualificate che includono badanti, colf e piccolo commercio in grandi centri urbani). Non si hanno stime della loro distribuzione regionale ma è del tutto presumibile che siano concentrati in misura maggiore nelle regioni a maggiore attività economica del paese che sono anche le più colpite (in Lombardia, applicando le percentuali di migranti regolari gli irregolari sarebbero almeno 100mila).

“Oltre a queste dirimenti motivazioni di carattere sanitario – continua il testo –  è ben noto che gli irregolari costituiscono un potenziale bacino di manovalanza per la criminalità con rischi che aumentano quando, in momenti come questi, condizioni di vita decente sono ulteriormente precluse. Da un punto di vista economico è stato sottolineato più volte come lavoratori immigrati irregolari e poco qualificati sottrarrebbero opportunità occupazionali a lavoratori italiani e determinerebbero una concorrenza al ribasso sul costo del lavoro che finisce per peggiorare dignità del lavoro e condizioni di vita anche dei lavoratori italiani a bassa qualifica. L’improvvisa scarsità di stagionali stranieri a seguito della chiusura delle frontiere per la pandemia ha evidenziato come i mercati del lavoro non siano in realtà così flessibili da ipotizzare una facile sostituzione tra lavoratori italiani e stranieri, lontani per mansioni e localizzazione. La regolarizzazione dei lavoratori stranieri avrebbe in questo caso un potenziale doppio beneficio. Rendere più facile lo spostamento tra diverse aree di chi già si trova nel nostro paese e, attraverso la sanatoria e la regolarizzazione, ridurre quelle condizioni di scarsa dignità e precarietà che rendono purtroppo il lavoro degli immigrati irregolari più “competitivo” rispetto a quello di lavoratori italiani che non accettano quelle condizioni. (…) per continuare a leggere aprire l’allegato

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