Partecipare o collaborare?

La proposta di legge popolare in materia di partecipazione promossa dalla CISL, approvata dalla Camera dei deputati lo scorso 26 febbraio 2025 è ora all’esame del Senato. E’ finalizzata a dare attuazione all’articolo 46 Costituzione, che – ricordiamo – nella formulazione del progetto iniziale (1946) della Costituzione recitava: “Lo Stato assicura il diritto dei lavoratori a partecipare alla gestione delle aziende ove prestano la loro opera. La legge stabilisce i modi e i limiti di applicazione del diritto”. La parola “partecipazione” diede vita ad un intenso confronto in sede dell’Assemblea e si pervenne alla riscrittura cambiando la parola “partecipare” in “collaborare”. Il “diritto di collaborare alla gestione” anziché “partecipare alla gestione” aziendale da parte dei lavoratori  è cosa ben diversa, come evidenzia l’articolo di Sara Zuccoli su Adapt, che ricostruisce lo storico dibattito all’Assemblea Costituente.

Partecipare alla gestione e all’organizzazione di un’impresa significa entrare nel campo di norme e di regolamenti aziendali che prevedano per taluni temi la co-decisione con i lavoratori e le loro rappresentanza, come ad esempio per l’organizzazione del lavoro, l’ambiente e la sicurezza. La consultazione e l’ascolto dei lavoratori per quanto interessanti sono altra cosa.

Gli articoli soppressi del testo originario della Cisl e gli emendamenti approvati alla Camera hanno depotenziato la già debole impostazione della legge sul versante di una possibile partecipazione attiva e propositiva dei lavoratori. Nel prospetto comparato tra il testo proposto dalla Cisl e quello approvato dalla Camera trovate più commenti critici del prof. Tiziano Treu, tra i quali spicca questo “la soppressione dell’art. 5 della originaria proposta Cisl che prevedeva l’obbligo di integrare il Consiglio di amministrazione delle società a partecipazione pubblica con almeno un amministratore rappresentante degli interessi dei lavoratori; il venir meno di questa, che era una delle (poche) norme prescrittive della proposta iniziale, è stato commentato criticamente dai rappresentanti delle opposizioni in Commissione, e risente delle resistenze manifestate dalle imprese interessate”.

In allegato potete leggere un prezioso lavoro di comparazione, fatto da Rodolfo Vialba per Prendere parola, che prende in considerazione la Legge di iniziativa popolare proposta dalla CISL, che aveva per titolo “La Partecipazione al Lavoro – Per una governance d’impresa partecipata dai lavoratori”, e la confronta con il testo del disegno di legge approvato dalla Camera dei Deputati lo scorso 26 febbraio con il titolo “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle impresee trasmesso al Senato per l’approvazione definitiva.

Per queste finalità vengono utilizzati due documenti relativi al testo approvato e i commenti ne seguono la numerazione degli articoli:

  1. Il dossier predisposto dal Servizio del Bilancio dello Stato del Senato e destinato alle esigenze di documentazione interna per l’attività degli organi parlamentari e dei parlamentari, indicato come “Senato”.
  2. Un documento di analisi del testo approvato dalla Camera redatto da Tiziano Treu, indicato come “Treu”.

Due rilievi preliminari che troveranno esplicitazione nelle considerazioni conclusive:

  • A prescindere dal giudizio che ognuno ha liberamente espresso sulla proposta di legge di iniziativa popolare della CISL si può convenire che quella “proposta” aveva una organicità e coerenza che invece manca nel disegno di legge approvato.
    • Non è marginale il fatto che la “proposta” della CISL era composta da 15 articoli e da 4.775 parole, mentre il progetto di legge della Camera è di 12 articoli e di 2.205 parole.
    • Nella conversione in legge della “proposta” non viene superata, né poteva esserlo, l’impostazione promozionale e la legge che verrà approvata non sarà precettiva, e questo può essere un aspetto positivo in quanto valorizza la funzione contrattuale propria del sindacato ma, se è vero che nella sua applicazione saranno decisive le scelte delle parti sociali chiamate a darvi seguito è altrettanto vero che il percorso di applicazione parte con il grave limite di essere una legge promossa dalla CISL con la contrarietà della CGIL e della UIL, il che sicuramente ne condizionerà l’attuazione. (…) per proseguire aprirel’allegato
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