FARE PULIZIA – dopo i ricorsi, ora il Tribunale – posta senza risposta – Annamaria Furlan si ripete –

La "triste" vicenda della Funzione pubblica della Cisl, che ha concluso il Congresso straordinario dopo il contestato Commissariamento "spiccio", proseguirà in Tribunale. Vedi articolo de Il Fatto Quotidiano del 20/10 e il commento su Il9marzo (allegati). La redazione di www.il9marzo.it continua nel lavoro encomiabile di raccolta di FATTI, notizie, e commenti, che certificano il negativo significato del bonario e casalingo slogan cislino “fare pulizia” o “vetri puliti”. Il marchio della gestione di Annamaria Furlan. Fare pulizia quando riguarda  persone significa andare per le spicce! Sono ritenute sufficienti, per dichiarare colpevoli gli imputati, le cose dette da ispettori e commissari che siano. Il contradditorio non è previsto (docet il caso Scandola), alle lettere non si risponde e le sentenze fioccano. La “pulizia” e “il vetril” di AnnaMaria Furlan nè prevedono nè garantiscono ciò che è sempre stato normale nella storia della Cisl. L’identità della Cisl si fa sempre più – ripetono i gestori del nuovo corso – con “la coesione e lo spirito di squadra” che sottende  – alla luce dei fatti che si ripetono – quell’unità eloquente “ dello spogliatoio” dove c’è chi impartisce le direttive e gli altri, per  coesione di squadra, le eseguono.

Per quanto riguarda la vicenda del Commissariamento della Fp torinese, con violazioni a cascata di regole e prassi democratiche, la redazione di sindacalmente.org – utilizzando molto del materiale pubblicato dal 9marzo – sta predisponendo un riepilogo di questa incredibile vicenda sulla quale le segreterie, unione e categorie, di Torino e Canavese voltano la faccia altrove o, peggio, condividono quanto sta avvenendo. Oppure conoscono molto poco e preferiscono non saperne di più.

Di seguito l'articolo pubblicato, il 16 ottobre, sul sito www.il9marzo.it   dove puoi leggere gli articoli e commenti che si susseguono giornalmente.

"Posta senza risposta"

Redazione il9marzo.it admin 15 ottobre 2017 7 Commenti

Nei giorni scorsi abbiamo dato voce ai ricorsi presentati in Piemonte contro lo svolgimento irregolare dei congressi Fp. Oggi torniamo sull’argomento perché gli autori dei due ricorsi ci hanno mandato, perché sia resa nota, la mail inviata nei giorni scorsi sull’argomento al segretario generale della Cisl. La quale non ha ritenuto di rispondere. Cosa peraltro che è sua abitudine, un po’ a tutti i livelli e con tutti gli interlocutori che non siano di suo gradimento.

Nell’introduzione alla lettera, i due autori, Santa Pantano e Calogero Messina, ricordano il precedente di Fausto Scandola, espulso dopo aver reso nota una lettera al segretario generale della Cisl che non aveva avuto risposta. E noi aggiungiamo il precedente di Bruno Della Calce, espulso con l’accusa di aver consigliato la lettura del 9 marzo.

Insomma, è probabile che la diffusione di questa lettera su questo sito dia fastidio a Via Po 21, anche perché non è un bello spettacolo vedere il segretario generale della Cisl che non risponde a chi parla di congressi fasulli e irregolari, celebrati con la benedizione della segreteria della Cisl. E  non è bello che la massima autorità della Cisl non dica nulla per smentire, se falso, o per prendere i necessari provvedimenti se è vero, come è vero, che fra i congressi stanno diventando delle parodie della democrazia associativa.

Insomma, la dirigenza della Cisl ci fa una brutta figura. Ma questo non è certo un motivo per rinunciare alla pubblicazione. La nostra filosofia è che tutto deve essere reso pubblico, perché tutti possano giudicare. Una filosofia dalla quale non si può deflettere, perché se siamo arrivati al punto che i congressi di base sono diventati un optional, se non un ingombro fastidioso, è anche perché in passato un po’ tutti abbiamo avuto più rispetto per il buon nome della Cisl che per la verità dei fatti.

il9marzo.it

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Dopo aver riflettuto molto, alla fine ci siamo decisi a rendere pubblica una mail inviata il 10 ottobre u.s., al Segretario generale, signora Anna Maria Furlan, poiché la mail a lei inviata di privato non aveva nulla e la invitava semplicemente ad esercitare il suo ruolo di segretario generale della Cisl.

Abbiamo deciso di inviarla al vostro sito perché la prima parte della storia è stata da voi pubblicata.

Ci eravamo rivolti al Segretario generale con fiducia, considerato che ha sempre detto di avere a cuore le regole e la trasparenza oltre che la correttezza.

Ci siamo decisi a rendere pubblica la lettera poiché la sua non risposta è eloquente più di mille parole. La sua non risposta testimonia della apparenza delle parole che si contrappongono a fatti ed atti univoci e concludenti.

Abbiamo atteso che si celebrasse il congresso di Torino, con partecipazioni illustri e componenti della sua segreteria per benedire e confermare, come si usa dire adesso, le irregolarità perpetrate nei confronti degli iscritti e contro statuti e regolamenti.

Abbiamo atteso un tempo utile ad ogni possibile riflessione ma poi, con dignità e rispetto – almeno noi – delle regole, abbiamo deciso di far conoscere a tutti questa parte nascosta della vicenda.

Certo, abbiamo considerato che Fausto Scandola è stato espulso per aver inviato al gruppo dirigente una lettera già inviata (e senza risposta) al Segretario generale.

Ma la considerazione non ci ha fermati.

Preferiamo non emettere giudizi di valore ma consegnare a tutti voi un altro pezzo di verità.

Sicuri che l’onestà, la correttezza e la verità sono i valori da cui partire nella costruzione di un processo virtuoso di relazioni umane ancor prima che sindacali.

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Mail inviata al Segretario generale il 10 ottobre 2017 alle ore 17.37 ed a tutt’oggi inevasa.

Gentile Segretario,

Ci rivolgiamo a Lei che ha fatto della trasparenza e del rispetto delle regole, pretendendone l’osservanza, il cardine della Sua cisl.

Ci rivolgiamo a Lei per noi stessi e per i molti iscritti che ci chiedono con forza il ripristino delle regole democratiche nella federazione del pubblico impiego, in Piemonte ed a Torino da ultimo.

Ci rivolgiamo a Lei perché faccia cessare immediatamente gli effetti delle assemblee precongressuali tenutesi a Torino nei giorni scorsi, delle quali, i ricorsi allegati, Le forniscono uno spaccato pericoloso, per nulla trasparente e che ha segnato profondamente la vita democratica di questa Federazione.

Abbiamo inviato ai Probiviri di Federazione i ricorsi dei quali Le inviamo il testo, ma siamo ormai certi che nessuno, oltre Lei, avrà il coraggio di intervenire per fermare questa deriva di iscritti e di democrazia.

Con la celebrazione dei congressi per nomina/acclamazione, contravvenendo a norme statutarie e regolamentari, anche i pochi (purtroppo) iscritti rimasti, hanno compreso che, in particolare nella Funzione Pubblica di Torino,   la democrazia è definitivamente morta, in favore di un dispotismo poco illuminato e per nulla rispettoso della grande tradizione di partecipazione vera, non di facciata, che questa Federazione può vantare.

Gli iscritti, convenuti in assemblea in molti casi per invito personale, hanno appreso, non solo il nome del segretario Generale e della segreteria (compresi i  componenti surrettiziamente chiamati coordinatori), ma hanno appreso di designazioni  del segretario generale successivo al pensionamento del primo: una sorta di successione per diritto ereditario. Con l’aggravante che ancora il primo … dovrebbe essere eletto!

Con queste premesse La invitiamo ad intervenire per fermare questo massacro della democrazia e che distruggendo le linee guida che Lei sta tracciando potrebbe ferire l’immagine della Cisl tutta se fosse divulgato.

Siamo convinti che Lei interverrà immediatamente bloccando il congresso e ripristinerà un sistema democratico che ormai vive solo nel cuore e nei ricordi degli iscritti migliori.

 Santa Pantano – Calogero Messina

 

Allegato:
congresso_straordinario_cisl_fp_eletto_petriccioli.doc
e_arrivata_una_diffida_il9marzo.doc
la_partita_non_e_chiusa_il9marzo.doc

1 commento
  1. Bruno della Calce
    Bruno della Calce dice:

    La Cisl, come altre formazioni sociali con funzioni di rappresentanza orientate più a creare il clima di consenso intorno ad un capo piuttosto che generare partecipazione attiva, dovrà fare i conti con la legge, e anche con la Costituzione prima o poi. Osserviamo le lodi dei principi-guida e ignoriamo per manifesta limitatezza i “lodi” di espulsione. Personalmente per come sono fatti non ne riconosco nemmeno la esistenza. Questo sito è espressione dell’utilità del mezzo di diffusione costituzionalmente garantito e bisogna dire grazie a coloro i quali, anche coperti da un inquietante ma comprensibile anonimato, suppliscono al mutismo di convenienza imperante. Scrivere e parlare almeno è segnale di vita, pur nel patetico scorrere di foto e scatti autoprodotti nelle cerimonie. Serve un nuovo sindacato o un sindacato nuovo? Serve un soggetto diverso e fondato SULLE CATEGORIE come uniche detentrici della rappresentanza del lavoro. La malattia delle rappresentanze ( anche oltre la CISL) è l’assenza di consenso e partecipazione. Non c’è cosa peggiore che osservare le formazioni sociali diventare agglomerati condominiali che agiscono in virtù dei comandi dei soli capi scala. La diffida della quale ci occupiamo è un modo legale e visibile per proporsi e dare un “alert” . I fatti sono chiarissimi: gli iscritti nella funzione pubblica non hanno avuto possibilità di esprimersi come si conviene e il luogo erano i congressi di posto di lavoro. Lo abbiamo rilevato e non è cosa da poco. L’acclamazione/benedizione è invece il suggello di questo scorcio di tempo. Il fatto è che la Costituzione indica tutt’altra direzione. Essa assegna a partiti ( Art. 49) e sindacati (Art. 39) la missione istituzionale di rappresentanza alta (legittimata dal basso e non per nomine dall’alto) ma giammai essa poteva immaginare che la rappresentanza dovesse poi degenerare nella “ratifica” dei nominati e accondiscendenza al leader. Il leader santificato con tanto di foto di gruppo anche se una foto ricordo non si nega a nessuno, sia nelle location prescelte o magari tra una stazione e un’altra. Siamo pericolosamente distratti. Il nostro Paese non ha attitudine a privilegiare l’acclamazione, non consente alle associazioni di adattarsi alla personalità del leader, ma al contrario ( Cost. art. 3 comma 3 ) favorisce chiunque possa fare associazione. Si partecipa e non per accondiscendere. Ecco perché è utile restituire alle associazioni il rispetto delle regole che sono sostanziali e non formali. Statuti, regolamenti e procedure sono garanzia di libertà di associazione la cui violazione è lesiva del principio di democraticità. Il rispetto delle formalità e quindi delle regole per cui si vota a scrutinio segreto, si fanno le elezioni dai posti di lavoro e non le nomine, le convocazioni assembleari e non gli inviti, le corrette comunicazioni, sono poste a tutela proprio della libertà di associazione. Esse vanno rinverdite ( è accaduto anche nel passato e va detto ad onore del vero) anche quando l’unanimità e il senso di “amicizia” hanno indotto ahimè a rendere superflue le procedure e i regolamenti. Siamo stati disabituati e ora si paga dazio. Il ripristino delle regole è la condizione primaria per ripristinare la partecipazione e dissipare dubbi sulla elezione di una classe dirigente. Ciò che è accaduto in questa organizzazione e attirato ira e conseguenze delle gerarchie è però anche un altro fatto: fare propaganda per dire che nella Cisl prevalgono le categorie e l’apparato confederale non soddisfa più le condizioni per le quali era stato pensato, pare sia forma di reato che abiliti alla espulsione . Libertà di dissentire e anzi regole che favoriscano la legittimazione del dissenso e della critica consentirebbero di evitare la morte lenta che è provocata dalla indifferenza della maggioranza silenziosa.
    Il “ chi tace acconsente si trasforma nel chi tace non dissente per timore o per altre innominate ragioni. E’ il peggior istinto del nostro tempo nel quale la libertà di pensiero, critica nelle associazioni è un bene da valorizzare oggi più che mai e per ricordarlo ai più giovani. Esser partecipi e non aver timore di esprimere se stessi in una associazione . Bisogna esprimere quindi solidarietà a chi dissente, vicinanza a chi lo fa apertamente, a chi vorrebbe farlo ma non può che agire nascostamente e ringraziare pure chi risponde dando palese dimostrazione che la lotta (processo di manutenzione democratica delle associazioni malate) per il rispetto delle norme, dei regolamenti e del ristabilire la verità dei fatti si deve fare ogni giorno, con ogni mezzo di diffusione. C’è tanta strada da fare ma il nostro Paese ha un dissesto non solo idrogeologico strutturale, ma anche associativo. Mettere mani all’attuazione del secondo comma art. 39 costituzione può essere (non è l’unica forma) ipotesi di lavoro. Mettere le mani (sugli atti ), invece come è dato di leggere in questi appassionanti post che il sito il9marzo.it pubblica ogni giorno, è opera che richiede pazienza e precisione. Ciascuno si difende con le armi della legalità. Esaurito l’inutile rito degli arbitri e dell’arbitrio ( frenando impulso a dire altro), bisogna oggi esser pazienti con il tempo e impazienti nel perseverare a scrivere parlare, ad agire magari. Entriamo nella maggioranza, quella silenziosa, inconsapevole di esserlo per buona sorte dei regimi. Bisogna perseverare. Le leve politiche sono nella disponibilità di una minoranza che dispone del “logo”, in attesa che la maggioranza silenziosa se ne renda conto e trovi strade alternative. A me piace il logo delle categorie e non è un fatto (solo) estetico, insomma un nuovo sindacato e un nuovo logo. Bruno della Calce

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