A pochi giorni dal referendum di Mirafiori sono diverse le strade scelte dai sostenitori del No e del Si. A Mirafiori non ci saranno assemblee unitarie per illustrare le diverse posizioni. Solamente la Fiom ha deciso di utilizzare l'assemblea retribuita.I firmatari dell’accordo hanno scelto riunioni delle Rsu, informazione capillare degli iscritti, distribuzione di note e volantini ai lavoratori. La Fiom sabato 8 dicembre realizza un presidio in P.zza Castello allestendo un muro simbolico sul quale presentare i testi di sostegno ricevuti.
Alleghiamo testi.
Auto e diritti. Produrre meglio con democrazia.Quarantasei economisti hanno sottoscritto la lettera allegata sull’accordo Fiat e sul referendum. Sostengono che produrre auto in Europa è possibile se c'è un forte impegno di ricerca e sviluppo, innovazione e investimenti attenti alla sostenibilità ambientale. Così inizia“Il conflitto Fiat-Fiom scoppiato alla fine del 2010 sul progetto per lo stabilimento di Mirafiori a Torino – che segue l'analoga vicenda per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco – è importante per il futuro economico e sociale del paese.
VCM, tre lettere che stanno per World Class Manufacturing. Altre tre, UAS, per Universal Analyzing System. Su questa sorte di catechismo logistico-organizzativo si appoggia gran parte della filosofia di Sergio Marchionne che ha prodotto prima l'Accordo di Pomigliano e poi quello di Mirafiori. Il sindacato si è presentato all'appuntamento diviso e quindi debole : i risultati del negoziato sono stati deficitari o in perdita. Eppure questa filosofia marchionnesca non è proprio nuova. Quei sistemi sono già da molti mesi operativi in Fiat: a Melfi, all'Iveco di Brescia, su due linee a Mirafiori.
FIAT REFERENDUM. Il Segretario della Fim Nazionale Vitali consiglia prudenza sul referendum per l’accordo per il rilancio dello stabilimento delle carrozzerie di Mirafiori. Dichiara che il risultato ''non e' scontato, augurando che che si ottenga il 50% piu' uno dei voti a favore”. Nei giorni scorsi altri sostenitori del sì avevano ipotizzato una consultazione favorevole all'80%. Vitali ricorda che nel reparto Powertrain (ex meccaniche) di Mirafiori nel 2007 l'accordo unitario sui 17 turni fu bocciato dalla maggioranza dei lavoratori e la lavorazione venne trasferita all’estero.
Periodicamente la mitbestimmung, il sistema di relazioni sindacali tedesco impropriamente definito cogestione, ha il suo ritorno di fiamma. Quando qualche cosa non funziona in altri sistemi di relazioni industriali salta fuori la mitbestimmung. Ora la richiede anche il sindacato americano dell’auto, la cita Cremaschi, chissà ( è sempre difficile capirlo ) la vorrà anche Bonanni se rientra nei suoi complicati giochi tattici ( che ne dirà Sacconi ? Sarà accetta al centro ?etc….).
“L'amore, la politica e la fede hanno una caratteristica comune, un'assonanza insospettabile: chi guarda a queste esperienze dall'esterno, chi non ne ha attraversato direttamente il travolgimento, le considera un'emozione che o c'è o non te la puoi inventare. Sono viste come grandi passioni date a qualcuno e negate ad altri: o ami o non ami; o credi o non credi; o sei appassionato alla lotta o ti interessa altro. Come la pioggia, che ti bagna oppure non ti bagna e non dipende da te. Ma – fu il mio pastore a spiegarmelo – la fede non è un afflato, un 'sentire' più o meno forte, più o meno passeggero: la fede implica disciplina, applicazione, dedizione, speranza, fatica.
Così inizia il lungo editoriale di Barbara Spinelli: La lettera più difficile, più scabrosa, Bernard-Henri Lévy avrebbe dovuta scriverla non al Presidente Lula ma, informandosi sulla storia italiana, al Presidente Napolitano. Non mi consta l'abbia fatto. Il gesto più difficile e scabroso sarebbe stato quello di visitare, oltre a Cesare Battisti, le sue vittime. Non mi consta abbia fatto neanche questo. Né che abbiano fatto cose simili Philippe Sollers, Daniel Pennac, Fred Vargas, e i tanti francesi che guardano all'Italia come a un paese di scimmie, privo di magistrati dignitosi: bellissimo e incivilissimo, diceva Stendhal. Non scrive più per La Stampa ma per La Repubblica.
E’ un segno dei tempi. Non è certo casuale che le due questioni più stringenti connesse all’accordo separato di Mirafiori siano sate poste da due donne: l’una, neo segretario generale della Cgil il più rappresentativo sindacato italiano; l’altra, autorevole editorialista e conduttrice di programmi televisivi. Susanna Camusso con l’intervista rilasciata al Corriere della Sera mette al centro le conseguenze quando si invoca il referendum, senza se e senza ma, come soluzione dei dilemmi sindacali più acuti e controversi, sollecitando la Fiom a trarne con coerenza le conseguenze.
E’ un articolo del settembre scorso redatto da Sbilanciamoci, pubblicato da Tempi di Fraternità sul numero di Gennaio. E’ sempre di grande attualità. Ecco il testo.
Copyright 2009 - Ist. Paralleli