WELFARE ITALIANO – “fase 2” evanescente – Tito Boeri nemico numero uno delle Confederazioni? –

Il welfare italiano è sinonimo in gran parte del “sistema e bilancio Inps”. Le Confederazioni sindacali continuano il defaticante confronto con il Governo iniziato a settembre 2016. Il presidente Tito Boeri ha avviato, fin dal suo insediamento, dicembre 2014, un programma per far conoscere e capire agi cittadini gli obiettivi, le risorse, come funziona questa grande macchina pubblica tra le prime nel mondo. Il portale "Porte aperte" fa parte di questo indirizzo, come pure le interviste-proposte del presidente Inps.

Non pochi politici, parlamentari, sindacalisti contestano il modo di operare di Boeri, accusandolo di esorbitare dal suo ruolo. La vera questione è questa: non si condividono alcune sue analisi e talune sue proposte, che tali sono e rimangono. Noi pensiamo che Boeri sia diventato scomodo ai vertici politici e sindacali perché insiste sulla necessità di maggior equità nel sistema delle pensioni, sul reperimento delle risorse e anche sugli abusi e privilegi messi in atto da alcune categorie, compreso un certo numero di sindacalisti in aspettativa e distacco sindacale dal settore pubblico.

In questo contesto si è determinato per un verso un “gran freddo” tra Tito Boeri e le Confederazioni sindacali, in particolare sulla proposta di ricalcolo dei contributi pensionasti versati da dirigenti sindacali del pubblico impiego in aspettativa sindacale o altri “furbastri” (vedi allegati articoli di Gian Antonio Stella sul Corriere del 16-7-17); per l’altro il confronto Confederazioni-Governo sulla cosiddetta fase 2 si è fatto sempre più evanescente con continui rinvii (vedi allegati) e già il verbale dell’autunno 2016 non era proprio quel gran accordo propagandato, anche perché erano riservate solo briciole per i giovani.

Ma Boeri è diventato forse il pericolo e il nemico numero 1 per i vertici sindacali?

Non si sa più distinguere tra diritti e forzature interpretative di norme (guarda caso quasi sempre per sindacalisti nella pubblica amministrazione)?

Scrive Gian Antonio Stella. nel suo finale "La rivolta dei sindacalisti (…) Ma non è finita. Portato a casa il trionfale «tutto come prima» ministeriale concesso in contrasto con la sentenza della Corte dei conti, c’è chi tra i sindacalisti rovescia su Tito Boeri lamenti e invettive. «Boeri rischia solo di creare contenziosi che creerebbero problemi all’Inps», sbotta il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo, minacciando neppure troppo velatamente di sollevare nuove grane nei rapporti sindacali dentro l’Istituto di previdenza. Di più: «Boeri spesso fa cose che rischiano di creare solo contenzioso, come per esempio con le buste arancioni», vale a dire quelle con cui l’Inps comunica ai lavoratori il probabile importo della loro pensione futura, «per le quali si sta spendendo inutilmente un sacco di soldi e creando tensioni». Meglio non sapere: occhio non vede, cuore non duole…

Prosegue Stella. Ancora più duro l’attacco di Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl: «È normale che in un Paese in cui l’Inps dovrebbe vergognarsi di alcuni disservizi il suo presidente abbia come unico hobby quello di rompere le scatole ai sindacati?». La polemica, com’è noto, è il sale del confronto. Ma è normale, ci sia permesso di insistere, che una pensione possa essere triplicata in contrasto con una sentenza della Corte dei conti e che il governo ammetta che le regole vanno cambiate perché regala «sproporzionati ed ingiusti vantaggi», ma solo in un futuro da definire?

Quel che è stato è stato, con buona pace c'è chi pensa di regolamentare secondo sentenza il futuro e nel contempo attuare una sorta di condono tombale per il passato, un buon viatico per favorire la strada ad un "patto sociale" govewrno-parti sociali per la prossima legislatura. Le dichiarazioni domenicali del ministro Poletti  hanno questo significato? 

Per il campo Cisl può servire anche un po’di ironia sullo scandaloso caso di Fausto Scandola; allora il “quartier generale Cisl” fece circolare un tipo di messaggio simile a questo “quella voce di denuncia è opera della longa manu di Faverin, una sorta di complotto contro il gruppo dirigente  innovatore guidato da Annamaria Furlan…”. Ora gli stessi personaggi Cisl, leggendo gli articoli di domenica 16 luglio di Gian Franco Stella sui privilegi di certi sindacalisti, potrebbero aggiungere a proposito del caso Scandola “…era anche una longa manu di Tito Boeri”. Sarebbe utile un gran rinsavimento per pensare, in Cisl, alla riabilitazione di quel coraggioso militante, di quel “santo minore”  dell’organizzazione. Che il tempo porti giustizia e buon senso!

E sul buon diritto (contestato da vertici politici e sindacali) del Presidente dell’Inps di pubblicizzare dati e analisi, avanzare proposte è cosa utile per tutti i cittadini, e soprattutto per i soggetti sociali e istituzionali che hanno titolo per assumere decisioni. Anche quando le proposte e le analisi di Boeri non corrispondono, in parte o totalmente, al pensiero dei soggetti decisori o ai protagonisti del confronto sociale.  (vedi allegato intervista a Tito Boeri, Il Sole 16-7-17).

Per maggior informazione aprire gli allegati     

Allegato:
i_trucchi_e_i_casi_di_pensioni_di_sindacalisti_stella_16-7-17.doc
la_quota_a_per_triplicare_le_pensioni_sindacalisti_stella_16-7-17.doc
intervista_al_presidente_inps_il_sole_e_la_stampa_16-7-17.doc
attivo_confederale_unitario_a_roma_13-7-17.doc
ape_sociale_e_precoci_boom_di_domande_tucci_18-7-17.doc
pensioni_ipotesi_minima_per_i_giovani_il_sole.doc
ape_social_e_precoci_fase_delicata_con_inps_colombini_inca.doc

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