Desmond Tutu, il carismatico arcivescovo sudafricano alfiere della lotta contro l’apartheid e per la promozione della commissione per la riconciliazione del Sud Africa, è stato protagonista di un clamoroso gesto, non politically correct e poco riportato in Italia, per il suo rifiuto a partecipare ad una conferenza quando ha saputo che tra gli oratori invitati vi era anche Tony Blair. Perchè? Tutu sostiene le motivazioni presentate da diversi stati africani sulla illegalità della guerra in Irak nel 2003, e che, di conseguenza, Tony Blair e G. Bush dovrebbero comparire innanzi alla corte internazionale. Ha aggiunto che “è stanco di vedere leaders africani denunciati alla corte per violazione diritti umani e crimini contro l’umanità, mentre questo non avviene per leaders europei”. In quei giorni, in Sud Africa, dopo la strage di 34 minatori in sciopero nella miniera di Marikana era scattata l’accusa della Magistratura verso i 270 minatori arrestati, ritenuti responsabili dell’omicidio dei loro compagni di lavoro per il semplice fatto di essere presenti sul luogo dell’eccidio perpetrato dalla polizia. E’ la norma del «common purpose», concepita e applicata ai tempi del potere bianco ancora vigente. L’accusa è decaduta ed i 270 minatori sono stati rilasciati.
Intanto proseguono gli scioperi che hanno coinvolgoto anche alcune miniere di oro.
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sud_africa_lo_sciopero_si_estende_in_altre_miniere.doc | 98.5 KB |
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