REDDITO MINIMO CITTADINANZA – proposta di legge popolare – politica & welfare –

Un milione di famiglie senza redditi da lavoro, ovvero nuclei famigliari con componenti in età lavorativa tutti disoccupati. Lo riferisce un’indagine ( vedi allegato) dell’Istat riferita al 2012. Nel corrente anno la situazione si è aggravata. Il direttore dell’Istat Giovannini è ora Ministro del Lavoro, non dovrebbe dimenticare la “sua memoria” recente. Il reddito minimo di cittadinanza o come si vorrà nominarlo è una priorità nazionale e sul sito www.sbilanciamoci.info è da tempo iniziata una campagna che indica come si potrebbe farlo ( vedi allegato ). Il sostegno al reddito è il buco più grave del welfare italiano. La sperimentazione del Reddito minimo d’inserimento (Rmi) fata in alcune decine di Comuni ( 306 Comuni coinvolti nella seconda sperimentazione del 2001-2004) portata alla conclusione che non è più possibile rinviare la scelta, per ora vista con diffidenza dalle Confederazioni Sindacali Cgil-Cisl-Uil.

Vi è stato un breve periodo nella recente storia d’Italia durante il quale è parso possibile rimediare all’assenza di una misura nazionale universale esplicitamente rivolta al contrasto della povertà. Manca, infatti, nel nostro Paese uno schema di reddito minimo non assicurativo, cioè non riservato solo a chi abbia lavorato per un periodo sufficientemente lungo nei settori (protetti) del mercato del lavoro e versato i relativi contributi, e non categoriale, ossia rivolto a tutti i cittadini che si trovino in condizione di bisogno. Uno schema del genere esiste in tutti gli Stati membri dell’Ue a 27 ad eccezione di Grecia, Ungheria e Italia.

Quanto costerebbe un reddito minimo? Concentriamo l’attenzione sull’analisi dei costi necessari per l’introduzione di uno schema di reddito minimo. I dati di varie ricerche (Bin- Italia, Caritas, Istat) dicono che il reddito minimo pesa dai 6 ai 18 miliardi di euro all’anno. Sottraendo da queste stime quanto viene oggi speso in misure di integrazione del reddito, l’impegno effettivo di spesa sarebbe pari a 5 miliardi circa per garantire un reddito minimo pari a 7.200 euro annui (600 euro al mese). Sono numerose le proposte sulle possibili vie di finanziamento.

Come ha sostenuto la Campagna Sbilanciamoci!, l’introduzione di una patrimoniale dello 0,5% sui patrimoni superiori ai 500.000 euro porterebbe a un incasso di 10,5 miliardi di euro. Mediante la tassazione di tutte le rendite finanziarie al 23% (livello standard europeo) si potrebbe ottenere un introito fiscale di circa 2 miliardi di euro. Sul fronte della spesa pubblica, sono 5 i miliardi che si riuscirebbero a risparmiare con una riduzione della spesa militare.

In queste settimane qualcosa è cambiato. È stata presentata – il 15 aprile, da 170 associazioni e comitati –  la proposta di legge d’iniziativa popolare ( oltre 50.000 firme) per l’istituzione del reddito minimo garantito (vedi allegato ).L’idea presentata è piuttosto semplice: istituire una misura di sostegno per tutti i soggetti senza lavoro, a basso reddito e senza patrimoni di rilievo. La tutela si dividerà in due parti: una parte monetaria (600 euro) e una parte che consiste nell’offerta di una serie di servizi da gestire sul territorio.

Per approfonire apri i tre allegati

  • Un milione di famiglia con soggetti in età di lavoro, senza reddito
  • Reddito minimo come si potrebbe fare Travaglini sbilanciamoci.info
  • Reddito minimo proposta di legge popolare Luca Santini sbilanciamoci.info

 

Allegato:
un_miglione_di_famiglie_senza_reddito.doc
reddito_minimo_come_si_potrebbe_fare_travaglini.doc
reddito_minimo_garantito_proposta_di_legge.doc

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