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IL SENSO DELLA MEMORIA - Z.Bauman - modernità, tecnica, Olocausto -

PostDateIcon Ven, 27/01/2017 - 01:39 | PostAuthorIcon Redazione

Fare memoria. Pietro Piro su Vita.it (allegato) propone di leggere Modernità e Olocausto, una delle opere più determinanti del recentemente scomparso Zygmunt Bauman, a 91 anni. In quel testo la tesi sostenuta è che l’Olocausto rappresenti l’altra faccia della medaglia dello sviluppo tecnico-politico che ha caratterizzato il dominio Occidentale sul mondo.L’Olocausto fu pensato e messo in atto nell’ambito della nostra società razionale moderna, nello stadio avanzato della nostra civiltà e al culmine dello sviluppo culturale umano: ecco perché è un problema di tale società, di tale civiltà e di tale cultura.

Per questo motivo l’autoassoluzione della memoria storica che ha luogo nella coscienza della società moderna è più di un’oltraggiosa noncuranza per le vittime del genocidio. E anche il segno di una cecità pericolosa e potenzialmente suicida.

La Repubblica del 22 Gennaio, nell’inserto Robinson, pubblica “La nostra memoria” un articolo, pubblicato postumo, di Zygmunt Bauman che così inizia: <<La nostra memoria seleziona e interpreta, e ciò che dev’essere selezionato e il modo in cui interpretarlo è una questione controversa e costantemente contestata» E proprio per questo così importante. Il testo che pubblichiamo in queste pagine è un estratto da un saggio inedito che verrà pubblicato a breve dalla casa editrice Laterza che raccoglie gran parte delle sue opere.>>

Prima, l’Olocausto era inimmaginabile. Per la maggior parte delle persone restava inimmaginabile anche quando era già in corso. Oggi siamo stati messi tutti in allarme e l’allarme non è mai stato revocato. Che cosa significa vivere in un mondo ancora gravido dello stesso genere di orrori sintetizzato nella parola “Olocausto”? La sua memoria rende il mondo un posto migliore e più sicuro o un posto peggiore e più pericoloso? (…) (v.allegato)

Alleghiamo inoltre un file con l’indicazione dei link per alcune letture, leggere fa bene e fa pensare; infine segnaliamo le iniziative che il Polo del ‘900 ha programmato, in sedi diverse di Torino, dal 12 febbraio al 2 Marzo, per commemorare il Giorno della Memoria.

 

AllegatoDimensione
come_celebrare_il_giorno_della_memoria_piro_vita.doc177 KB
la_nostra_memoria_bauman_robinson.doc113.5 KB
giorno_della_memoria_letture.doc32.5 KB
polo-900-memoria-2017-programma.pdf256.03 KB
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Oggi, Venerdì 27 gennaio, è

Inserito da Rodolfo Vialba (non verificato) il Ven, 27/01/2017 - 10:14.

Oggi, Venerdì 27 gennaio, è la data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e si celebra il Giorno della Memoria, per ricordare e non dimenticare. Aveva detto Adolf Hitler: "La capacità delle masse di comprendere è molto limitata, ma la loro capacità di dimenticare è infinita". Lui su questo contava e, a quei tempi, aveva visto giusto. Oggi, guardando a ciò che succede nel mondo: i muri che si costruiscono (Israele, Urban, Trump), le molte guerre che ci sono (9 gennaio 2017: 67 Paesi in guerra), le disuguaglianze che si diffondono e la povertà che aumenta (Rapporto Oxfam 2017), mi chiedo quanta verità ci sia in quella frase e quanto sia ancora attuale ciò che è scritto in Quoèlet 1: “(9) Ciò che è stato sarà e ciò che si è fatto si rifarà; non c'è niente di nuovo sotto il sole. (10) C'è forse qualcosa di cui si possa dire: "Guarda, questa è una novità"? Proprio questa è già stata nei secoli che ci hanno preceduto.” Certo consola Quoèlet 12 quando dice: (13) Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto. (14) Infatti, Dio citerà in giudizio ogni azione, tutto ciò che è occulto, bene o male. Consola ma non basta, anzi, due domande ci interrogano: si deve ritenere che tutto ciò sia ineluttabile, quasi fosse un destino scritto e immodificabile?, e cosa fare perché non lo sia, cosa fare a livello personale e assieme perché il futuro sia quello della pace, della giustizia, della libertà, della affermazione della dignità di ogni persona umana? Rodolfo Vialba
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