Il testo che presentiamo viene pubblicato in contemporanea con il9marzo e propone una discussione sul reddito di cittadinanza, per sollecitare la priorità di questo problema risvegliando l'interesse - in particolare nel sindacato - verso il disegno di legge n.1148, presentato in Parlamento dal M5S nell'ottobre 2013.
Serve una legge per il reddito di cittadinanza: ora! Per fare uscire tanti dalla povertà (certamente alcuni milioni di anziani) e per dare sicurezza sociale ai giovani permettendo di intraprendere cicli di formazione per nuovi lavori e attività socialmente utili. I partiti hanno proposte: chi ben già definite chi in fieri ma alta è la melina ed il confronto è per ora improduttivo. Mentre i sindacati sono focalizzati sulle loro tematiche tradizionali, differenziate da confederazione a confederazione, ed è "tiepido" l’interesse verso il reddito di cittadinanza, che obbliga tutti a ragionare in termini nuovi rispetto alle abitudini di ciascuno
1. Disinteresse ingiustificato dei sindacati, e dei sindacalisti, verso la proposta del reddito di cittadinanza.
Nel tempo il sindacalista, a tempo pieno, da soggetto sociale si è trasformato sempre più in appartenente ad una “classe dirigente” a cui è garantita sicurezza sociale e economica, assai più certe e elevate di chi si vuole rappresentare (con sempre con meno giovani). Una sorta di tutela del tipo “dalla culla alla pensione”, purché si sia fedeli a chi rappresenta l’organizzazione.
Pensiamo che questa condizione di vita del sindacalista - pur mediamente impegnato con assidua serietà nel suo lavoro - possa attenuare quella sensibilità che dovrebbe invece far considerare urgente un provvedimento in grado di modificare sensibilmente la condizione di chi da tempo vive in povertà e/o in assenza di lavoro per sé e per la propria famiglia. Forse il sindacalista tutelato perché fedele diventa anche poco curioso delle ricerche che prevedono, dati alla mano, un presente e futuro prossimo con crescente domanda di lavoro e sensibile decrescita dell’offerta di lavoro. Le innovazioni creano nuove professionalità e nuovi lavori ma il saldo con quanto “riducono e mangiano” del tradizionale è già negativo oggi e lo sarà ancor di più nel medio tempo. Nel futuro più lontano noi non ci saremo, come ricordava nel secolo scorso Keynes.
Noi, il gruppo di lavoro creato da il9marzo e sindacalmente, siamo stupiti sul non dibattito sulla proposta di legge 1148 che dall’ottobre 2013 è stata depositata in Parlamento dal M5S. E’ un proposta che vuole dare sicurezza sociale evitando quelle forme di assistenzialismo senza sbocco.
L’autonomia del sindacato, e della Cisl che in tal campo si è proposta come protagonista nella sua storia, non dovrebbe far tardare a prendere voce, ma dovrebbe tradursi in esercizio del senso critico nel saper scegliere sul merito della proposta, al di là del campo delle appartenenze. Eppure …si latita.
L’art.2 del disegno di legge 1148/2013 non è forse una risposta a quanto si dice in molti convegni e organismi sindacali, per fare sì che il sostegno sociale funzioni da stimolo per la formazione e la mobilità per nuovi lavori rispetto quelli già svolti? Non è forse un’efficace sintesi nella proposta per unire il concetto di reddito di cittadinanza e lavoro di cittadinanza, nei fatti e non solo dialetticamente per creare immagini diverse per l’appartenenza? Secondo noi può esserlo, e per questo lo proponiamo al sindacato tutto e in specifico alla Cisl, alle prese con lo svolgimento del suo congresso che si concluderà a fine giugno 2017.
Il disegno di legge 1148 quantifica le risorse (un punto di Pil) necessarie e come reperirle (ci possono essere anche altre fonti da quelle indicate dal M5S) destinandone una parte alla creazione di strumenti efficaci ed indispensabili per la gestione delle finalità, in primis i Centri per l’impiego e la rete informatica.
2. Una proposta concreta sulla quale il congresso della Cisl è chiamato a discutere
La Cisl è impegnata nello svolgimento del dibattito congressuale che si concluderà a Roma, all’Eur, dal 28 giugno al 1°luglio. Può quindi contribuire a dare gambe al grande progetto sociale del reddito-lavoro di cittadinanza per ridurre le diseguaglianze crescenti. La Cisl è nata e crede nel pluralismo, che significa libertà di pensiero, e si avvale della propria autonomia - che significa capacità di elaborazione e di scelta - per convergere su proposte, se convincenti, formulate da altre forze sociali, integrandole se del caso.
Le tesi congressuali confederali sono raccolte in 36 pagine contenenti descrizioni e analisi convincenti, indicano obiettivi ma sono carenti nella definizione di proposte chiare e percorribili che siano accolte e suscitino speranza nel cuore e nella ragione dei propri iscritti, dei lavoratori, dei soggetti sociali interessati.
La proposta di legge 1148 vuole modificare sensibilmente - con un sostegno al reddito e/o un incentivo alla formazione e alla ricerca e accettazione di un lavoro - la condizione sociale di:
L’indicatore europeo di povertà è pari a 6/10 del reddito mediano (15.514 € annui) ed è quantificato per la persona singola (tabelle 2014) in 9.360 € annui e 780 € mensili. Il reddito mediano è la soglia entro la quale si collocano il 50% delle famiglie italiane.
Pensiamo che il sindacato tutto, e la Cisl nei suoi documenti congressuali, debbano sostenere:
Pertanto per un utile per il confronto può essere assunto come riferimento base – al fine di definire rapidamente una legge per il reddito-lavoro di cittadinanza - l’articolo 2 ( vedi allegato) della proposta di legge 1148 del 23 ottobre 2013 presentata in Parlamento dal M5S.
E’ importante che il sindacato ribadisca che il reddito di cittadinanza non debba avere caratteristiche assistenziali per chi è in età lavorativa, ma sia per questi cittadini una protezione sociale collegata direttamente a prestazioni lavorative (es. lavori socialmente utili) o percorsi di formazione obbligatori. Pertanto è importante sostenere quanto prevede la legge 1148 del M5S, ovvero:
3. Servizio civile e reddito di cittadinanza.
Recentemente è stato approvata una buona legge sul servizio civile volontario, però con limitate risorse. Proponiamo che la richiesta di prestare servizio civile sia una condizione per i giovani, al termine del ciclo scolastico, per accedere al reddito di cittadinanza.
4. Salario minimo garantito: come?
Il tema della certezza del reddito ripropone anche il tema, distinto ma connesso sul piano sociale, di un salario minimo garantito, anche per dare applicazione al principio costituzionale della "retribuzione sufficiente".
Il tema della definizione per via legislativa del salario minimo garantito è già stato messo sul tavolo con le intese fra Cgil, Cisl e Uil e con le controparti datoriali, nella veste dell'applicazione erga omnes dei contratti di categoria. Ma in altri paesi, fra cui da ultimo la Germania, lo stesso obiettivo viene perseguito attraverso un'altra strada, stabilendo cioè un salario minimo interprofessionale, rispetto al quale la contrattazione collettiva può prevedere solo trattamenti migliorativi.
Entrambe queste ipotesi porterebbero ad un intervento dello stato nelle relazioni sindacali: la prima perché la legge regolerebbe i soggetti della contrattazione per regolarne i criteri di rappresentatività e quanto ne consegue; la seconda perché limiterebbe il potere di regolazione contrattuale vietando di scendere al di sotto
Si tratta quindi di prendere in considerazione entrambe le ipotesi, e riflettere quale delle due permette di raggiungere meglio l'obiettivo della retribuzione sufficiente attraverso un intervento legislativo nelle relazioni industriali che non comprometta il nucleo dell'autonomia contrattuale del sindacato.
In sintesi, le due ipotesi possono essere così riassunte
***********************************************************************************************************
Questo articolo è servito per la tua informazione? Con un clic vuoi dire la tua sul problema? Grazie.
Copyright 2009 - Ist. Paralleli
Reddito di cittadinanza:è tempo di discutere
Perchè il dibattito non si sviluppa di G.Italia
Reddito di cittadinanza