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CUI PRODEST ? - interrogativo per 5 articoli - mercato lavoro, economia e politica

PostDateIcon Lun, 26/03/2012 - 15:09 | PostAuthorIcon Redazione

Il Governo aveva un accordo storico a portata di mano sull'articolo 18, con l'adozione del "modello tedesco" suggerito - in tempo utile per il negoziato -  da uno dei più accreditati gruppi di giuristi facenti capo ad Umberto Romagnolli ed alla Rivista Il Mulino. La rigidità Monti-Fornero  ha mandato tutto a monte con una norma che facilita , anche se con un certo maggior costo per gli indennizzi, i licenziamenti individuali per motivi economici.

Cui prodest? A chi giova questa norma? Per quali motivi il Governo punta di essa? Si può individuare per quanto ascoltato e letto un duplice obbiettivo. Il primo, ricordato più volte dal premier Monti, per rispondere alle aspettative dei mercati, un evanescente e potente nuovo “Olimpo degli Dei”. Il secondo: sorreggere le imprese italiane in crisi a disfarsi di molti lavoratori in esubero, in particolare le tantissime aziende piccole dei vari indotti (Repubblica in un suo dossier quantifica in 130.000, altri danno cifre superiori od inferiori, i lavoratori in procinto di perdere il lavoro in grandi e medie aziende). Così si permetterebbe allo Stato di non on doversi sobbarcare i costi di altrettanti lavoratori in Cassa Integrazione in deroga ( le altre forme sono assicurative) o per indennità. Ciò consentirebbe  allo Stato italiano di centrare l'obbiettivo del pareggio di bilancio nel 2013 e di rispettare quell'accordo - capestro che va sotto il nome di Fiscal Compact. Obiettivo che può essere raggiunto con una scelta alternativa nel segno dell’equità ( è  una delle prerogative sbandierata da questo governo!) reperendo le risorse da altre fonti: esempio da una robusta tassa patrimoniale sulle ricchezze, che non deprimerebbe di certo i consumi.

Il ministro Elsa Fornero nell’intervista rilasciata a Massimo Giannini   afferma  che in Parlamento sono "Possibili modifiche ma no a una riforma ridotta in polpette" ma nel prosieguo vanifica l’apertura negando la possibilità di reintegro anche nel caso in cui si dimostri l’infondatezza dei motivi economici presentati come giustificazione dall’azienda. Perché mai?

Eugenio Scalfari, fondatore del giornale partito che più ha operato per far nascere il governo Monti, nell’editoriale “Governo e sindacati uniti nell’errore” di domenica 25 marzo ricorda che “ i casi in cui è stato applicato il reingresso nel posto di lavoro non arrivano al migliaio negli ultimi dieci anni”. Meno di 100 casi all’anno su 22 milioni di occupati. Dov’è il problema?

Luciano Gallino nell’ultimo suo articolo, su La repubblica del 25 marzo,  analizza le ragioni per le quali “così non si combatte il precariato” e sulla stessa falsariga scrive Fiorella Farinelli approfondendo i motivi che rendono “squilibrato il pacco della riforma, su www.sbilanciamoci.info.

Roberto Romano con caustica ironia scrive “Tutto qui il sapere dei tecnici?” sempre su www.sbilanciamoci.info

Per saperne di più aprire gli interessanti allegati e buona lettura

 

 

AllegatoDimensione
possibili_modifiche_fornero_26-3-12.doc34 KB
governo_e_sindacati_uniti_nellerrore_scalfari_25-3-12.doc35.5 KB
cosi_non_si_combatte_il_precariato_gallino_25-3-12.doc30.5 KB
ll_pacco_squilibrato_della_riforma_farinelli.doc38.5 KB
tutto_qui_il_sapere_dei_tecnici_romano.doc38 KB
  | PostTagIcon Tags: Italia: politica, economia, società

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